Chiediamo al Signore di guarirci portando ai Suoi piedi la nostra storia

Torna
ad affacciarsi su Piazza San Pietro il Pontefice per il suo
Angelus domenicale, il cui messaggio oggi si concentra sul
Vangelo di Matteo 15, 21-28.

Gesù
cerca di allontanarsi un po’ dalla folla che lo attornia ovunque, e
si trova con i suoi discepoli a nord della Galilea quando gli si
avvicina una donna cananea che in preda alla disperazione gli chiede
di aiutare la figlia e liberarla da uno spirito maligno.

Racconta
il Papa che all’inizio viene ignorata da Gesù, il quale afferma di
essere stato mandato solo per il popolo di Israele. La donna insiste,
e Lui ancora si nega e la
mette alla prova

citando un proverbio – sembra quasi un po’ crudele questo -: «Non
è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini» E la
donna subito, svelta, angosciata risponde: «È vero, Signore, eppure
i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro
padroni»
.”

Questa
è una grande
dimostrazione di fede
,
e Gesù lo capisce e mostra il suo apprezzamento esaudendo il
desiderio della cananea.

La
fede grande è quella che porta la propria storia, segnata anche
dalle ferite,
ai piedi
del

Signore
domandando a Lui di guarirla, di darle un senso. Ognuno di noi ha la
propria storia e non sempre è una storia pulita; tante volte è una
storia difficile, con tanti dolori, tanti guai e tanti peccati”
afferma
Francesco, e quello che dobbiamo fare è accostarci umilmente a Dio
chiedendogli di guarirci perché
questo
è
“il cuore di Cristo: un cuore che ha
compassione,
che porta su di sé i nostri dolori, che porta su di sé i nostri
peccati, i nostri sbagli, i nostri fallimenti.”
La
sua raccomandazione finale è ancora quella di portare sempre con noi
un vangelo poiché “lì
troverete Gesù come Lui è, come si presenta; troverete Gesù che ci
ama, che ci ama tanto, che ci vuole tanto bene.”

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