Chiediamo allo Spirito Santo di riuscire a rispondere all’odio con l’amore

L’Angelus di questa domenica si concentra sulle indicazioni che Gesù dà ai suoi discepoli circa i comportamenti da tenere di fronte alle difficoltà.

Sembra molto difficile seguire i suoi consigli, le sue esortazioni di “porgere l’altra guancia” di fronte a chi si comporta male con noi; “il discepolo di Gesù è chiamato a non cedere all’istinto e all’odio, ma ad andare oltre, molto oltre. Andare oltre l’istinto, andare oltre l’odio.” Non solo ci sembra difficile, ma anche ingiusto.

Per spiegare il concetto il Pontefice prende ad esempio l’episodio di Gesù percosso da una guardia durante la sua Passione, alla quale risponde pacatamente: “’Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?’ (Gv 18,23) Chiede conto del male ricevuto. Porgere l’altra guancia non significa subire in silenzio, cedere all’ingiustizia. […]  Non vuole innescare una discussione, ma disinnescare il rancore.

È importante capire che “porgere l’altra guancia non è il ripiego del perdente, ma l’azione di chi ha una forza interiore più grande. Porgere l’altra guancia è vincere il male con il bene, che apre una breccia nel cuore del nemico, smascherando l’assurdità del suo odio.” Rispondere all’odio con l’amore, questo ci insegna Gesù.

Ed è possibile dunque addirittura amare i propri nemici? Mai il Signore ci chiede qualcosa che Lui non ci dà prima. Quando mi dice di amare i nemici, vuole darmi la capacità di farlo. Senza quella capacità noi non potremmo, ma Lui ti dice ‘ama il nemico’ e ti dà la capacità di amare.” E lo fa attraverso lo Spirito Santo, che possiamo chiedergli per darci forza. Quando subiamo un torto, o sentiamo di odiare qualcuno, preghiamo affinché lo Spirito scenda nel nostro cuore e ci doni la capacità di rispondere con l’amore, come prima di noi ha fatto il Figlio di Dio.

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