Dio non si stanca di tenderci la mano per rialzarci dalle nostre cadute

Dopo una settimana dai
festeggiamenti della Santa Pasqua, Papa Francesco ha celebrato
l’Eucaristia nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, in
questa domenica dedicata alla Divina Misericordia, e a
seguire il Regina Coeli, che prende il posto dell’Angelus nel
tempo che va dalla Pasqua alla Pentecoste.

L’odierna festa è stata
istituita da Papa Giovanni Paolo II e si celebra da venti anni nella
seconda domenica di Pasqua.

Ed è appunto della
misericordia che si parla oggi, discorso iniziato durante l’omelia e
proseguito durante il Regina Coeli. “Dio
non si stanca di tenderci la mano per rialzarci dalle nostre cadute.
[…]. Nella vita andiamo avanti a tentoni, come un bambino che
inizia a camminare, ma cade; […]La mano che ci rialza sempre è la
misericordia: Dio sa che
senza
misericordia restiamo a terra
,
che per camminare abbiamo bisogno di essere rimessi in piedi.”

E
per poterla ricevere, Dio vuole che gli mostriamo le nostre miserie
un
peccato, un rimorso del passato, una ferita che ho dentro, un rancore
verso qualcuno, un’idea su una determinata persona”.

Raccomanda
il Pontefice, che in questo momento così difficile “la
misericordia cristiana ispiri anche la giusta condivisione tra le
nazioni e le loro istituzioni, per affrontare la crisi attuale in
maniera solidale.”
Perché
dobbiamo essere uniti, soprattutto nel momento del bisogno, e mai
come oggi tanta gente ha bisogno. Ma nella maniera giusta: “Non
pietismo, non assistenzialismo, ma compassione, che viene dal cuore.
E la misericordia divina viene dal Cuore di Cristo, di Cristo
Risorto”
questo
dobbiamo dimostrare “verso
chi soffre, chi fa più fatica, chi è più abbandonato”
deve
essere

questa “la
risposta dei cristiani nelle tempeste della vita e della storia”.

Rivolge
poi un saluto alle “comunità
cattoliche orientali che, per motivi ecumenici, celebrano la Pasqua
insieme con quelle ortodosse”
oggi,
ed è certamente motivo
di orgoglio questa dimostrazione di fraternità.

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