Elogio della fatica

di Costanza Miriano
Prova a correre più veloce che puoi per 100 metri. Se non sei giovane e piuttosto allenato probabilmente non andrai alla velocità (16,6 secondi) che tenevano i finalisti dei 10mila a Tokyo. Solo che loro quei 100 metri li hanno fatti per 100 volte di seguito.
Ho visto la finale dei 10mila olimpici con una figlia che fa atletica leggera, e finalmente ho potuto parlare con qualcuno che corre: le dicevo i tempi che stavano tenendo e lei non credeva alle sue orecchie.

Quei ragazzi che si inseguivano per 25 giri di campo andavano a una velocità che vedendo in televisione non si riesce neanche a immaginare. In tv è bello, si vedono le facce, i muscoli, i particolari, ma difficilmente ci si rende conto che si sta assistendo a imprese incredibili, uomini e donne che superano i limiti dell’umano, che si giocano in pochi secondi o minuti anni di fatica, sudore, dolore, sacrifici, rinunce. Io mi commuovo sempre.
E ripenso a questo poster che ho avuto per anni accanto al letto, e sono grata all’atletica che mi ha insegnato tante cose. Soprattutto che la fatica, per quanto dura e insopportabile, a un certo punto finisce. Bisogna solo andare avanti, un passo dopo l’altro, e non fermarsi, per nessuna ragione al mondo.