Finiamo il Sacro Manto con un digiuno

di Costanza Miriano

Quando sullo schermo compare il nome della mia amica bionda, Monica, già lo so: non devo rispondere. Mi trascinerà in qualcosa di faticosissimo, mi proporrà un’idea pazza, o minimo qualcosa di scomodo o folle, mi sottoporrà una situazione difficilissima da risolvere, un mucchio di soldi da trovare per qualcuno, e io dovrò cominciare a chiedere a destra e a manca, che prima o poi finirà che la gente mi evita. Mi conviene dire che sono impegnatissima, che sto eseguendo un’operazione a cuore aperto, mettendo a punto un vaccino, traducendo la Summa Theologiae in cinese. Però niente, non resisto. Rispondo sempre. Anche perché di solito al massimo sto correggendo delle frasi di greco o mettendo il rosmarino dentro un pollo (che comunque un po’ somiglia a un’operazione chirurgica, dai). La sventurata rispose.

E così l’ultima volta mi ha chiesto: “perché non coroniamo il mese del sacro manto con un digiuno tutti insieme?”

Io ho un grosso problema: mi scoccia mettermi alla guida e far fare agli altri cose che io per prima fatico a compiere. Ecco, io adesso non so come siete messi voi col digiuno, ma per me è una fatica bestiale, e la prima cosa che visualizzo quando lo sento nominare è il cinghiale che scuoio a mezzanotte, quando finisce, e quando finalmente lo interrompo, per poi riversarmi a letto rotolando (il massimo dal punto di vista dietetico: solo pane per 24 ore, e poi l’abbuffata).

Però Monica ha ragione. Questa avventura del Sacro Manto è stata incredibile, siamo stati in tantissimi, oltre ogni più rosea aspettativa, e siamo in comunione con tutta la Chiesa (anche il Papa ama molto san Giuseppe): è una preghiera della tradizione, e da sempre nei momenti difficili il popolo di Dio aumenta le dosi di preghiera.

Ma il Vangelo lo dice: certi demoni non si allontanano che con la preghiera e il digiuno. Ecco, questo credo sia uno di quei momenti in cui il demonio, che odia gli uomini e la vita, canta vittoria: le chiese svuotate, le persone isolate, i ragazzi sempre più solitari e sempre più davanti a uno schermo, le difficoltà economiche, la malattia e la morte che intreccia le vicende – direttamente o indirettamente – di ciascuno di noi. Supplichiamo Dio perché intervenga con mano potente, e faccia presto, che è poi il senso dell’Avvento. Dire ancora più forte: Vieni Signore!

Per le domande teologiche – perché Dio permette tutto questo, perché ha bisogno della nostra richiesta per intervenire, e interrogativi del genere) – non chiedete a me, ma a qualche bravo sacerdote. Io so solo che il male è un mistero, e che dobbiamo diffidare di chi lo spiega (ho provato anche a scriverci un libro su), ma che Dio sa trarre il bene da tutto, ma so anche che la preghiera e il digiuno sono armi potentissime, perché lo dice il Vangelo – chiedete e vi sarà dato – e il Signore vuole che chiediamo, perché vuole che ogni circostanza sia una possibilità per entrare in un rapporto sempre più vero con lui.

E se entriamo in relazione solo quando tocchiamo il nostro limite, il digiuno è davvero il modo migliore per verificare concretamente quanto siamo piccoli e bisognosi di Dio, a ogni respiro, a ogni crampo allo stomaco. Al grido dei piccoli Dio non resiste!

Insomma, domani, lunedì 30 novembre, chi può, come può, per tutto il giorno o una parte, si può unire a questo piccolo popolo e offrire qualche piccola rinuncia: c’è chi salta un pasto, chi tutti, chi fa pane e acqua, chi rinuncia a un cibo di cui non può fare a meno, chi mangia cavallette e pocket coffee, chi frulla il panino al salame appigliandosi alla norma “liquida non frangunt”, insomma, l’importante è fare un sacrificio alimentare per chiudere il manto in comunione (casomai prendetevela con Monica).

E alle 21 chi vorrà potrà collegarsi a un link che vi forniremo qui e sui social per recitare l’ultimo manto del mese tutti insieme, guidati da don Fabio De Biase (io sarò in collegamento): l’idea è stata sua.

https://recode.digital/1000-sacri-manti/