II INCONTRO sulla PREGHIERA #monastero WiFi

Trascrizione della catechesi di don Pierangelo Pedretti sella preghiera del 6 dicembre 2021 presso il Battistero di S.Giovanni in Laterano

Stasera continuiamo gli incontri sulla preghiera. Siamo al secondo incontro e faccio un brevissimo riassunto per chi venisse per la prima volta.

Questo anno, con il monastero Wi-Fi, lo dedicheremo alla preghiera e useremo come strumento unico il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) che, particolarmente in questa parte, è fatto benissimo. Io non invento nulla, cerco solo di digerirlo prima e di trasferirlo in un modo più accessibile.

La volta precedente abbiamo iniziato, seguendo appunto le tracce del CCC, parlando della preghiera e vi vorrei lasciare con questa suggestione della volta precedente: il nostro Dio non è una filosofia, non è un’idea, non è un training autogeno, non è qualcosa di razionale da comprendere ma è un’esperienza.

La Sacra Scrittura dice che il nostro Dio è il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe.

Dio, fin dall’Antico Testamento (AT) per dire chi è, si è incarnato nella storia di un popolo.

E questo popolo è il popolo eletto, il popolo di Israele.

E dunque il CCC, prima di sapere cosa significhi, cosa vuol dire pregare, identifica un atteggiamento. Il CCC ci invita a raccoglierci, a guardarci dentro, perché l’unico atteggiamento dell’animo, l’unica persona abilitata, se così si può dire, a pregare è l’Umile.

Cioè colui che nella vita ha fatto esperienza che gli conviene dipendere da Dio, che non ce la può fare da solo, che comincia a leggere la propria storia come una continuazione della storia del popolo d’Israele e comincia a capire, per un volere soprannaturale, che ha bisogno di Dio per vivere, che non sa neanche che cosa gli è conveniente chiedere.

La parola umile, viene da humus, terra che sta in basso, e l’umile quindi, con questa rivelazione profonda, ha bisogno di pregare, ha bisogno di entrare in relazione con qualcuno che è Gesù Cristo.

Capite allora che il CCC ci prende per mano e ci accompagna nell’Antico Testamento (AT). Vi dicevo già che non è cattolico pensare che nell’AT c’è il Dio cattivo che punisce e che poi invece arriva Gesù Cristo, che vuole bene a tutti e che facciamo quello che ci pare.

L’AT va letto alla luce del Nuovo Testamento (NT) e l’antico è compiuto da nostro Signore Gesù Cristo.

Il primo personaggio che il CCC ci ha messo davanti e di cui abbiamo parlato la volta scorsa, è Abramo.

Abramo è il padre della fede, è la prima icona biblica. Non mi piace molto il termine icona biblica perché è una persona che ha vissuto, che ha respirato, ha sofferto, si è ammalato, ha dormito, ha lavorato, è invecchiato.

Abramo nella sua storia, immagino che come noi era stato un uomo giovane pieno di aspettative, desideri, progetti e certamente, per un ebreo del suo contesto, le due cose più importanti della vita, che anche la religione identificava come segno che Dio è con te (ossia sei un benedetto da Dio) erano avere figli e avere una terra.

Esattamente le due cose che Abramo non ebbe nella sua vita fino alla vecchiaia.

E quindi ha avuto tutto il tempo della vita per diventare umile.

Ma non è che uno ad un certo punto dice: “Bene! Ora che sono umile, adesso prego! No è la vita che ti umilia e non ti chiede il permesso.

Quindi questo è il primo atteggiamento.

I fatti che ti umiliano nella vita li puoi leggere in due modi diversi: o c’è qualcuno che cerca di mettersi in contatto con noi e comincia ad istruirci profondamente nell’anima, oppure ogni fatto che ti umilia è sempre una maledizione, o un fatto con cui il Demonio ti dice: “Ammettilo che Dio non c’è o se c’è, a te non ti vuole bene, perché guarda cosa ti capita!”.

Il demonio nel tentare le anime non srotola mai tutto il film, ti viene vicino e ti dice: “Guarda… Dio ti ama? E guarda allora cosa ti è successo?”

E se ne va… e poi sei tu che vai avanti dentro di te a fare il film.

Abramo avrà un intervento straordinario di Dio nell’esperienza di Mamre, con Dio che si manifesta con l’Angelo e riceve da Dio una promessa, riceve un comando e una promessa…di mettersi in cammino, di cominciare a muoversi: “Esci dalla tua terra e va dove io ti mostrerò”.

Dice Io ti mostrerò!

Non gli dice esci dalla tua terra perché poi così tua moglie rimarrà in cinta, perché poi avrai un popolo. Cioè quando Abramo inizia a camminare, ad obbedire ad una parola, non ha il lieto fine davanti.

Nella Sacra Scrittura noi abbiamo tante volte già il finale, ma l’atto di fede del nostro padre nella fede è che muove la sua vita ed inizia ad uscire dalla sua terra e dalle sue sicurezze, per andare in un luogo che non sapeva e che Dio gli avrebbe mostrato.

Quando poi c’è l’annuncio che sua moglie rimarrà in cinta, vi ricordate che Sara si mette a ridere, perché sa di essere una donna vecchia, avanzata negli anni, a cui erano cessate le mestruazioni.

Sara è una donna a cui il marito dice “Guarda che Dio mi ha detto che rimarrai in cinta” e lei ride.

Infatti Isacco si chiama così perché in ebraico vuol dire Dio ride.

Dio compirà tutte queste promesse nella vita di Abramo, ma poi sapete che Dio chiederà ad Abramo il suo unico figlio, Isacco, e questo è un altro passaggio fondamentale nella storia di quest’uomo, che a questo punto aveva una forza particolare.

C’è una forza che nella preghiera ti viene, quando un pezzetto della tua vita l’hai visto compiuto in Dio, in Gesù Cristo. Ti viene una forza perché pur se oggi io non capisco niente, in quel fatto tu sei stato fedele.

Questo si fa, quando nella chiesa si fanno gli esercizi spirituali. Noi possiamo immaginare che ci siano chi sa quali penitenze, chissà che cose.

È invece un allenamento di fare questa esperienza, chiedendo aiuto allo Spirito Santo, l’esperienza di imparare a leggere la nostra storia. Di vedere, per usare un termine di San Paolo, le orme luminose, le tracce… in greco la traduzione sarebbe: le tracce di Cristo nella nostra storia.

E questa caratteristica è il frutto della preghiera. Chi non conosce Dio è condannato a non capire nulla della sua vita e di quella degli altri, è condannato ad essere sempre arrabbiato, è condannato ad essere sempre profondamente triste, è condannato ad avere una paura terribile, di invecchiare, di ammalarsi, di morire, è condannato a dipendere sempre da un altro uomo come lui per farsi dire chi è.

È una condanna terribile!

L’uomo invece, che è liberato dallo Spirito, vede anche in un input, che ti può dare un’altra persona vicino a te, un mezzo che Dio usa ma per parlare a te, per stare in relazione con te….e questo si chiama preghiera.

Sacrificherà Suo figlio e Dio provvederà con un ariete, figura di Gesù Cristo, quando vedrà che quel colpo che avrebbe ucciso Suo figlio, Abramo lo avrebbe dato per davvero.

Abbiamo parlato di Giacobbe, vi ricordo solo un passaggio nella vita di Giacobbe che lotta con quel personaggio misterioso nella Sacra Scrittura, non sapendo che è Dio ma non lo lascia e gli dice: “Io non ti lascerò fino a che tu non mi benedici” ed è molto curiosa la benedizione che lascia questa figura misteriosa, che poi si rileverà che è Dio. Gli dà un colpo sull’anca, che rimane slogata, e questo claudicare di Giacobbe, è quella debolezza che t’ha creato Dio, che obbligherà questo uomo ad appoggiarsi sempre a Lui. Non si chiamerà più Giacobbe questo uomo, ma “Forte con Dio”.

Questo è un altro passaggio molto importante nella preghiera.

Che valore diamo ai fatti che ci hanno limitato? Oppure più semplicemente di non essere nati come volevamo?

Io penso che, come me, tutti avremmo voluto nascere estremamente belli, estremamente intelligenti, estremamente ricchi, estremamente piacevoli agli altri e poi magari sei nato in un corpo diverso da quello che ti aspettavi, con un’intelligenza diversa, con una sensibilità diversa da quella che ti piacerebbe avere e questi limiti, che sono connaturali all’esperienza di ogni uomo possono diventare un’occasione per maledire Dio tutta la vita e arrabbiarsi terribilmente.

Io quando sento le persone che sono molto arrabbiate con Dio e/o con la Chiesa e che si proclamano atee…..beh, ci vuole molta fede per essere atei… io sempre mi chiedo che trauma c’è dietro, che cosa c’è nella storia che è così buio, non ancora illuminato che ti fa essere così rabbioso. Un modo di essere rabbioso è non parlare, ti chiudi in un guscio e vivi ma non vivi.

Ci sono tanti modi di reagire a questa…..

Bene, Giacobbe è un’altra icona. Non finisco la descrizione dettagliata delle icone, se Costanza non mi boccia, perché mi ha dato il timing, 10 incontri in un anno e bisogna finire tutto il catechismo, ma se vogliamo farlo dobbiamo passare al tema di stasera ma un’altra figura importantissima è quella di Davide, del Santo Re Davide di cui non abbiamo parlato l’altra volta.

L’ultimo dei figli di Iesse, bello, alto di aspetto, fulvo, però è il classico ultimo figlio che il padre neanche lo vede. Il padre nella carne non lo vede, ma lo vede Dio al punto tale che il profeta, quando va per eleggere il successore di Saul, chiede a Iesse, che è il nome del padre, di mostrargli i suoi figli e lui neanche glielo fa vedere neanche glielo presenta ed il Profeta dice: “Ma su questo non cade l’elezione di Dio, su questo non cade l’elezione di Dio” ed il padre sembra dire…”eh si c’ho anche Davide “,….. Davide sarà l’eletto di Dio. Davide non è di stirpe regale, è di una famiglia povera e si troverà ad essere il successore di Saul, Re d’Israele.

Davide è sostenuto nella sua vita dall’amicizia con il figlio del Re, che gli vuole bene come un fratello e che lo difenderà da suo padre che lo vorrà uccidere, e sarà il figlio di sangue del Re, che avviserà Davide perché il padre era invidioso di questo ragazzetto che sconfigge il filisteo con una fionda, che ha molti più successi di lui in guerra che è acclamato dal popolo più di lui, ma Davide, arriva ….un uomo così, riscattato socialmente, spiritualmente, nel popolo.

Non lo so, nella sacra scrittura non è rilevato, non si dà rilievo di questo ma, immagino che sia abbastanza difficoltoso essere un figlio invisibile e questa invisibilità del padre della carne è stata completamente ed inaspettatamente, clamorosamente riempita da Dio ed il fatto che a Davide dice questo è che è diventato Re d’Israele e che ha scampato la morte.

Non solo. Lo è diventato anche con una grande rettitudine, perché Davide avrà nella vita la possibilità di uccidere Saul e di vendicarsi e non lo farà perché rispettava l’elezione che Dio aveva su Saul e dice non sia mai che io uccida un consacrato di Dio. Dio benedirà ancora di più questo uomo nella sua vita, fino a che il Santo Re Davide, avrà una caduta terribile per un fatto se volete, no, se volete, un fatto a confronto di quelli che ho vi ho raccontato fino ad adesso, banalissimo.

La sua caduta comincia guardando, spiando una donna nuda che si fa il bagno. Quindi, voglio dire anche oggi niente di nuovo sotto il sole, internet, il voyeurismo, niente di nuovo sotto il sole. Nella Sacra Scrittura c’è assolutamente tutto, ma questo lo accende di passione, ha la stessa dinamica che hanno vissuto Adamo ed Eva nel paradiso terrestre, ve ne parlavo la volta scorsa. Loro potevano avere tutto ed erano nel paradiso terrestre ma, siccome non potevano accedere ad un albero, il Demonio gli dice “ma non sarà che Dio è geloso di voi e vi sta limitando. Se non hai quell’albero non hai niente”. Ditemi se non è la tentazione che abbiamo tantissime volte nella vita..

Non guardiamo una marea di cose meravigliose che abbiamo, ma se ce ne mancano due o tre allora non abbiamo niente, e cominciamo a deprimerci, ad entrare in un atteggiamento interiore di tristezza. Siamo immediatamente disposti a vedere tutto nero e questo, Davide poteva avere tutto quello che voleva ma quella donna sposata con Uria, un suo valente guerriero, che stava rischiando la vita per lui in guerra, non la poteva avere. Ma la fa chiamare, si unisce con lei e rimane incinta e a quel punto il marito era in guerra, a rischiare la vita per lui e non poteva essere incinta del marito.

Che fa Davide?

La dinamica del peccato: tu cominci con uno sguardo, poi vai avanti con un’azione quando fai questi peccati. Immediatamente compare la menzogna e subito ucciderai qualcuno per difendere la tua fama, per la stima che devono avere gli altri e si arriva anche ad uccidere una persona. Infatti lui, prima di uccidere comincia con la menzogna. Richiama Uria dalla guerra, lo invita a banchettare da lui e lo invita a ripartire il giorno dopo e a dormire a casa sua, ma questo uomo è così retto che dice “Non sia mai che i miei uomini stanno rischiando la vita in battaglia ed io vengo qua a banchettare e mi unisco pure a mia moglie”, allora esce, non dice nulla a Davide, banchetta ma dormirà alle porte della città.

I dignitari di Davide lo avvisano e lui a quel punto è rimasto fregato, non aveva neanche l’alibi che Uria poteva unirsi a sua moglie quella notte e dunque essere lui il padre di quel bambino.

Pensate anche a tutte le storie dei figli che si nasconde di chi sono.

La sofferenza, anni di menzogne, pensate che dinamiche profonde ci sono dentro la Sacra Scrittura. Per questo San Girolamo dice: “Ignorare le scritture è ignorare Cristo” e dice  “Tu non puoi dire di amare qualcuno che non conosci e l’unico modo per conoscere Dio è conoscere la Sacra Scrittura. Pregare vuol dire immergersi, tuffarsi dentro la Sacra Scrittura.

Che accadrà, che dalla menzogna passa all’omicidio e dirà “Dove più ferve la mischia voi ritiratevi” darà questo ordine agli altri soldati e “Lasciatelo davanti da solo con i nemici e fatelo uccidere” e così accadrà.

Dio, Jahvè ,che vuole bene a Davide, invierà a Davide un profeta che farà una profezia su quest’uomo e non ve la faccio lunga, perché dobbiamo passare al tema di questa sera.

La cosa grandiosa di questo uomo è che a quel punto della vita era stanco di mentire, era stanco di dire bugie a se stesso e agli altri, perché mantenere il ruolo e mantenere alcune cose è durissima, per quello tante volte, non so se è vi e mai capitato, a voi o a persone a voi care, tante volte nei peccati si commettono tante imprudenze, perché profondamente vuoi che qualcuno ti scopra, perché non ce la fai più a vivere nella menzogna, nella doppiezza.

E` qualcosa di così duro, di così doloroso e questo accadrà attraverso il profeta che lo denuncia del suo peccato e Davide dice no. Non dice “Guarda, scusa, è colpa della donna che faceva il bagno nuda, se lei non stava lì io non avrei……..” le dinamiche di giustificazione che abbiamo tutti. Oppure non dice “Ero provato da tanto tempo, ero triste, era da tanto tempo che nessuno mi voleva bene…”  tutte le dinamiche di giustificazione che vengono fuori davanti ai peccati.

Lui tiene in mano la crudezza e la scandalosità dell’azione che ha fatto e dirà quella frase portentosa “Ho peccato contro Dio e contro gli uomini”. Il Salmo 50, il Miserere, è uno dei salmi tra i più belli della sacra scrittura, ha dentro una carica umana, passionale, di dolore, di rettitudine, è il Salmo che la chiesa ci fa pregare ogni venerdì nelle Lodi. Vi leggo solamente alcuni passaggi perché capire i salmi dentro il contesto delle storie in cui nascono, poi hanno tutto un altro sapore. In questo Salmo è lui, Davide che parla: “Pietà di me, o Dio”, vi invito ad ascoltarvi pensando adesso ai vostri di peccati , io penso ai miei e così non vi parlo della preghiera, preghiamo insieme. “Pietà di me, o Dio, nel tuo amore, nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità, lavami tutto dalla mia colpa”.

Uno quando fa peccati anche molto gravi si sente sporco, puoi farti 1000 docce, darti 1000 giustificazioni, ma se Dio non ti lava non c’è il perdono dei peccati, “lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro, sì le mie iniquità io le riconosco”.

Eccolo l’atteggiamento della preghiera, con gli uomini magari non ce la faremo mai ad essere così, ma con Dio lo devi essere, entra nella stanza del tuo cuore, lì c’è qualcuno che non ti prenderà mai a bastonate, c’è Dio che ha visto tutto, aspetta solo come un mendicante che tu lo riconosci davanti a lui, per consolarti, per lavarti.

“Si le iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi” perché il demonio è così, prima ti convince e ti fa sentire una vittima, poi ti fa cadere e un istante dopo che sei caduto ti accusa e ti accuserà per tutta la vita.

Solo Dio ci può riscattare……..nessuno sulla terra ha il potere di andare negli abissi del cuore dell’uomo e prenderci a queste profondità. Per questo il mistero della vita di Cristo è che discese agli inferi, ma sono i miei inferi, sono i tuoi inferi.

“Contro di te contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi io l’ho fatto, così sei giusto nella tua sentenza, sei retto nel tuo giudizio”, perché il profeta lo ha accusato, gli ha detto sei un adultero e un assassino, come dire non mi difendo, Signore è giusto quello che tu mi dici. Guardate anche la gravità di quello che succede oggi che confondendo le anime, non chiamando più i peccati per nome o edulcorandoli, è di questa esperienza che poi perdiamo le persone e con che sofismo lo fa il demonio: “ah non si può giudicare, Dio è amore”…..e così togliendo la gravità del peccato non abbiamo più la possibilità di accedere a questa esperienza che è la più bella che un uomo possa fare sulla terra in questa vita. “Ecco nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre, ma tu gradisci la sincerità nel mio intimo, nel segreto del cuore mi insegni la sapienza”.

Una grazia che lo spirito ci farà stasera è riconoscere questa Sapienza, questa determinatezza e tenerezza allo stesso tempo di Dio: in modo inspiegabile lo Spirito ti tocca e capisci che questo è vero e cominci a volerti bene e cominci a capire che anche ciò che tu leveresti dalla tua vita, in realtà è un luogo dove farai l’esperienza più bella e quindi non c’è più niente da scartare, neanche i peccati.

“Aspergimi con rami di issopo e sarò puro, lavami e sarò più bianco della neve, fammi sentire gioia e letizia esulteranno le ossa che hai spezzato, distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe crea o Dio in me un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo”. Attenzione che la prospettiva biblica del cuore puro, non è quello dell’olio extravergine di oliva, noi pensiamo che chi ha il cuore puro sia ad esempio la monaca di clausura che il massimo del peccato è che è arrivata in ritardo alle Lodi, il cuore puro in una prospettiva biblica…… c’è un episodio molto carino nella vita di San Francesco fra frate Maffeo e frate Maggio: stanno camminando e passano vicino a un ruscello, Francesco chiede a loro “Ma chi è che ha il cuore puro”? E uno dei due, non mi ricordo chi, risponde: “Chi si specchia davanti a Dio e non ha nulla da rimproverarsi”. Interessante la risposta di San Francesco d’Assisi, gli dice: “Ecco adesso capisco perché sei così triste”. L’uomo puro tiene tutto in mano e sa che Dio lo ama così, è quello che ha l’esperienza di questo cuore del Santo re Davide, “non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo Santo Spirito. Rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso, insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno”, perché lo si sente nel cuore quando qualcuno ti parla ed è prima di tutto.

L’altra volta vi ricordavo un neologismo che ha inventato Papa Francesco, il neologismo dei misericordiati, tu lo senti se chi ti parla è un misericordiato oppure no, o viene con il ditino della maestrina, che abbiamo tutti dentro, così lo sentono…

 

…quando tu incontri qualcuno che ha fatto i tuoi stessi peccati ti viene istintivamente di avere una accoglienza.

Gesù è diventato peccato se li è beccati tutti, ha percorso fino in fondo questa via pur essendo senza peccato.

“Liberami dal sangue o Dio,

Dio mia salvezza,

la mia lingua esalterà la tua giustizia”

“Signore apri le mie labbra

e la mia bocca proclami la tua lode”

“Tu non gradisci il sacrificio se offro olocausti tu non accetti”

perché il sacrificio è il nostro cuore.

Accetta di entrare in questa dinamica: uno spirito contrito è sacrificio a Dio, lo spirito contrito è questo.

L’altra volta vi dicevo dell’umiltà pelosa che è un’umiltà finta.

Lo spirito contrito ha dentro l’umiliazione che brucia, che si vergogna anche di guardarsi , che deve far finta che quella cosa l’ha fatto un altro.

Ma quando assumi tutto, ti viene uno spirito contrito, hai un altro atteggiamento interno verso Dio. È questo il sacrificio che Dio vuole, gli altri sono sacrifici esterni, che va bene se sono espressione di questo sacrificio, perché un sacrificio esterno che non parte dal sacrificio del cuore rischia di gonfiare.

Pensate ai Padri, al fiore dei Padri della Chiesa, dicevano che a volte Dio per farci entrare in spirito contrito e regalarci un atteggiamento di umiltà, permette i peccati che ci umiliano di più, loro li indentificano con quelli sessuali del sesto comandamento, perché è più importante per Dio che non ti gonfi di superbia, di vanità spirituale .

Esempio di Gesù quando parlava dei pubblicani che rubavano ai fratelli, se uno diceva al pubblicano sei un ladro lui non poteva dire di no.

Lo spirito contrito viene dal prendere sul serio ciò che abbiamo fatto, confrontato con la legge di Dio.

Un altro modo che il diavolo ha di non farci entrare nella contrizione è modificare i comandamenti di Dio, è un’operazione che fa in continuazione.

Esempio del peccato della sessualità, quando ero ai tempi dell’università ricordo un episodio: un giorno ero alla fiera di Milano, dove un uomo aveva delle effusioni con una ragazzina. Quando l’uomo ha visto che ho guardato la fede al dito, mi ha risposto che non aveva mai tradito la moglie e che con la ragazza era solo sesso. Noi ci costruiamo tutte le giustificazioni, non è che se non pago le tasse sono un ladro.

Pensate a tutte le giustificazioni e come modifichiamo tutti e 10 i comandamenti.

Modificarli vuol dire non tenere più in mano la scandalosità delle nostre azioni. Un giorno, mentre celebravo l’Eucarestia, due sorelle non si sono date la pace e ho chiesto il perché. Mi hanno risposto perché non ci parliamo da tanti anni. Chiedo loro come mai e mi dice che ha dovuto denunciare la sorella perché avevano una grossa eredità e lei non dava mai i soldi, dice che non l’aveva denunciata perché le interessavano i soldi ma l’ha fatto per i miei figli….di queste potremmo raccontare tante storie.

Il comandamento è la legge, è un pedagogo, è una segnaletica che ti dice buono o cattivo, vero o falso, questo si può fare e questo no.

Bene uno spirito contrito che è sacrificio a Dio: quando tieni in mano la legge della scandalosità  e la confronti con la tua vita non puoi non avere questa esperienza della contrizione , è un dono dello Spirito Santo.

Pensate che i Padri dicevano che chi piange per i nostri peccati lava i piedi a Gesù Cristo. Lo chiamavano il dono delle lacrime, quando ti viene da piangere quel pianto liberatorio, bellissimo che non è il pianto della disperazione, che non è il pianto dell’abbandono, ma è il pianto di aver ritrovato te stesso in dialogo con qualcuno che finalmente ti ha capito, che non ha banalizzato il tuo peccato e per questo che se Dio ti perdona ti perdona davvero.

Tu non gradisci il sacrificio;

se offro olocàusti, tu non li accetti.

Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;

un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi”….

 “poiché non gradisci il sacrificio

e, se offro olocausti, non li accetti.

Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,

un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.

Nel tuo amore fa grazia a Sion,

rialza le mura di Gerusalemme.

Allora gradirai i sacrifici prescritti,

l’olocausto e l’intera oblazione,

allora immoleranno vittime sopra il tuo altare

Questa è la preghiera del Santo Re Davide, non nel momento più splendido della sua vita ma dopo la caduta più rovinosa, di quelle cadute che ti fanno dire ho perso tutto. È un modo molto curioso come sarà chiamato quest’uomo da Dio alla fine della vita non all’inizio, quando diciamo che era abbastanza coerente, diciamo che questo è un uomo che ha un cuore secondo Dio, un uomo puro, una purezza che viene da questa esperienza.

Finisco i salmi, che erano l’ultimo gancio testamentario del catechismo della Chiesa cattolica, sono 150 preghiere in poesia: frutto di esperienza diverse, di personaggi diversi, profeti diversi, momenti diversi della storia del popolo di Israele, che traducono in una preghiera il sentimento di gioia di amarezza.

Salmi dell’esultanza come il salmo di domenica 5/12/2021, che ci ha proposto l’esultanza del popolo di Israele che ritorna dall’esilio, che ha capito le conseguenze del suo peccato, che Dio non lo puniva, che stanno ritornando a Gerusalemme, il salmo cosa dice?

“Ci sembrava di sognare” è un salmo che esprime una gioia paragonata ai torrenti del Negheb

Quando nel deserto i torrenti del Negheb si riempiono, in un attimo quel deserto che ti uccide e che è sempre uguale, che è monotono, fiorisce nel giro di qualche ora. È il salmo che abbiamo letto Domenica. È il salmo dell’esultanza del ritorno del popolo d’Israele da Babilonia. Quindi quando toccherete un salmo starete toccando la storia di un popolo e la carne viva della storia di un popolo.

Questa è la prima parte sulla preghiera del Catechismo della Chiesa Cattolica.

Stasera agganciamo l’articolo 2 che s’intitola: “Nella pienezza del tempo”, i numeri che partono dal 2598 in poi.

Il Catechismo dice che ovviamente l’evento della preghiera ci viene pienamente rivelato dall’incarnazione di nostro Signore Gesù Cristo, dall’incarnazione del Verbo che si è fatto carne. Allora per poter capire, per comprendere la preghiera di Gesù è necessario che interroghiamo i suoi testimoni, cioè facciamo la stessa operazione che abbiamo fatto con l’Antico Testamento, con alcuni passaggi del Nuovo Testamento che ci suggerisce il Catechismo.

Ed usa un’immagine molto bella: il Catechismo dice che avvicinarci a questa esperienza è come avvicinarci ad un roveto ardente, che è la vita di nostro Signore e delle persone che ha avuto intorno.

Adesso parlando di roveto un altro personaggio dell’Antico Testamento che non siamo riusciti a fare è Mosè, un altro che balbettava, che non voleva prendere decisioni. Tutti personaggi che non sono propriamente splendenti, con tre lauree, prestanti, all’altezza della situazione. Tutte persone che hanno fatto diventare il loro limite la loro forza, perché l’hanno appoggiata in Dio. È una rivoluzione copernicana assumere internamente questa preghiera, questo atteggiamento nella preghiera e non è una posizione solo del Cristianesimo. Ci sono anche persone che hanno vissuto esperienze molto grandi, che hanno toccato queste verità, questa sapienza. Le esperienze traumatiche, terribili della vita sono come una fenditura in un muro, da cui può passare finalmente la luce per capire cose che non avresti mai capito nella tua vita se tu non fossi passato per certe esperienze dolorose. Saremo dei bamboccioni se tutto ci andasse sempre bene!

Il problema vero quando li hai passati è chi te li legge! Il problema vero, il dramma vero dell’uomo è questo. Molti non credono, non sperano, non sanno che nella preghiera, nella relazione con Cristo, nello stare con le Sacre Scritture trovi tutte le risposte. Non è una forma intellettuale.

Il Catechismo dice di avvicinarci a questo roveto ardente che è nostro Signore Gesù Cristo da tre filoni.

Noi cercheremo di percorrerne uno stasera.

Il primo è: “Bisogna contemplare Gesù mentre prega”. Quindi andremo a vedere i luoghi nelle Sacre Scritture dove lui prega e quando lo fa.

Il secondo, che vedremo la volta successiva, è “Ascoltare come ci insegna a pregare”, il terzo è “Conoscere come “Egli esaudisce le nostre preghiere”.

Entriamo in questo primo passaggio bellissimo. Vediamo Gesù che prega. Innanzitutto il primo dato che ci mette davanti il Catechismo è che stiamo parlando di una persona. Cioè quando noi moriremo, vedremo un uomo in carne e ossa perché Lui è resuscitato con la sua carne. L’esperienza della morte sarà l’incontro con una persona. Noi crediamo nella resurrezione della carne. Io ve lo ripeterò continuamente perché per questo noi cristiani preferibilmente non ci facciamo cremare, perché il corpo riposa nell’attesa che si rialzi nel giorno della resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. C’è un documento della Congregazione della Dottrina della Fede che dice: ”È molto preoccupante il fenomeno che molti cristiani fanno cremare i propri corpi. Ci chiediamo: ma non sarà forse che la fede nella resurrezione della carne e dei corpi è diminuita nelle coscienze del popolo cristiano?”.

Poi, per carità, se avete fatto cremare qualcuno, state sereni che non andate all’inferno.

Ma chiediti perché fai alcune cose e questo è così vero, quello che vi dico, che ci vuole il corpo per avere il funerale. Non puoi andare con una cassettina, salvo casi eccezionali previsti con una licenza del vescovo.

A parte questo, dice che il figlio di Dio diventa figlio della Vergine e ha anche imparato da Lei a pregare. Cioè il primo dato, quando tu pensi a Gesù, è che aveva una mamma e, come a noi ci hanno insegnato “Angelo di Dio, che sei il mio custode, illuminami, sorreggimi e…” io mi ricordo ancora quando andavo a letto “Gesù, Giuseppe e Maria Vi dono il cuore e l’anima mia…”

Cioè il primo atteggiamento è di un bambino che ha imparato dalla sua mamma tutta una serie di preghiere, che erano le preghiere del popolo d’Israele. Il popolo in cui Lui è nato e quindi apprende le formule da sua mamma che, dice la Sacra Scrittura, “serbava e meditava nel suo cuore tutte le grandi cose fatte dall’Onnipotente”.

Questo è un primo atteggiamento che Gesù vede in sua madre. Meditava nel suo cuore, il termine greco è “sun-ballo”, cioè tenere insieme cose apparentemente distanti, che non c’entrano niente. In sua madre vedeva questo atteggiamento.

Mi spiego meglio. La tentazione che abbiamo nella preghiera è di isolare un fatto della tua vita che non ti va bene e da lì leggi tutta la tua storia, leggi il passato, il presente, il futuro. Leggi la vita tua, quella degli altri. Attento! Devi tenerla tutta insieme la tua vita e non è ancora finita e se starai appoggiato a Dio tu vedrai che cose apparentemente che non stanno insieme lo sono.

Pensate se il santo re Davide avesse isolato il suo peccato e la denuncia che gli ha fatto il profeta da parte di Dio: si sarebbe suicidato, si sarebbe buttato giù dallo stesso balcone da dove aveva spiato quella donna. Ma ha aspettato, ha tenuto insieme tutto. Diventerà un uomo secondo il cuore di Dio perché ha messo insieme delle cose: la benedizione di Dio, la lode di Dio con l’accusa di Dio per il suo peccato. Cose che non stanno assolutamente insieme. La nostra miseria con la santità che ci regala Dio. La nostra ingratitudine con la fedeltà assoluta di Dio in ogni momento. Il nostro non meritare tante volte un atteggiamento di benevolenza così…..

Tante volte noi siamo dei giudici spietati con noi stessi, Dio non è così duro con noi, pensate che anche in alcune pratiche estreme di chi si ferisce, di chi si taglia, c’è tutto un lavoro dentro di un’anima che è ferita profondamente nella relazione con Dio, e con il demonio che isola in alcuni fatti della vita e ti dice: “Punisciti, fatti del male!”. Infatti spesso gli esiti di quando si sta molto male con la depressione, è che non ti curi non ti lavi, non ti curi, ti tratti male. Guardate c’è una forma di orgoglio che non va bene (“son tutto mì”) si è insopportabili se non hai l’anca ferita ma corri e disprezzi chi non è veloce come te, ma c’è un atteggiamento, un sano orgoglio per cui devi imparare a volerti bene, a un certo punto dobbiamo darci un taglio di accusarci di detestarci su tante cose, e lasciare spazio a Dio che invece non ti guarda assolutamente con questa durezza e con questa ferocia con la quale ti guardi tu tantissime volte.

Gesù guarda una mamma che mette insieme tante cose, e questo sguardo ce l’avrà fino alla fine della vita;  una donna che ha sperimentato anche lei su di lei la violenza, la calunnia, l’incomprensione, il tentativo di essere uccisa perché la volevano lapidare, una donna che è stata costretta a scappare tutta la vita perché le volevano uccidere il figlio, una donna che ha dovuto sopportare nel suo intimo anche il sano giusto e legittimo dubbio del suo fidanzato Giuseppe, (se si fermava lì era finito tutto) ma è andata avanti e ha tenuto insieme.

Mettere insieme. Meditare non è un atteggiamento intimistico è un atteggiamento attivo in cui tu stai davanti alla tua storia chiedendo l’atteggiamento della vergine Maria.

Bene, Gesù pregava con le parole e con i ritmi di preghiera che c’erano nella sinagoga. Vi ricordate tanti episodi a Nazareth, è stato presentato da bambino nel tempio, ma si nota nella sacra scrittura che Gesù ha anche una sorgente più segreta della sua preghiera, non è solamente una trasmissione della fede che ha ricevuto dalla sua famiglia. E’ molto bello nel catechismo l’episodio di quando la sacra famiglia si reca al tempio a Gerusalemme e si dimenticano Gesù e, dopo qualche giorno di cammino, non c’è più nella carovana e tornano indietro dal loro figlio e quando lo vedono giustamente lo rimproverano: “tua madre e i tuoi fratelli erano preoccupati per te”. Vi ricordate cosa risponde Gesù? “Ma non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”

In questo passaggio di Gesù dodicenne si vede che lui è il figlio di Dio, che ha una sorgente più intima, ha un plus, ha una fonte che gli sgorga che già lascia intravedere quello che sarà il cuore della preghiera, che è la relazione col Padre.

Gesù è la preghiera. Potremmo chiamarlo preghiera. È colui che ci mostra come si sta in relazione con il Padre e nello stesso tempo è lui il Padre, nel senso che ce lo fa vedere e qui comincia a rivelarsi la novità della preghiera, appunto, nella pienezza dei tempi.

Il titolo di questa parte del catechismo è NELLA PIENEZZA DEL TEMPO. Ricordate la lettera ai Galati “Nella pienezza dei tempi un uomo nato da donna. E la pienezza dei tempi è l’incarnazione, la preghiera filiale è la sua fonte segreta, è quella preghiera che Dio Padre aspettava e aspetta adesso dai suoi figli che viene finalmente vissuta dal suo figlio stesso, nostro Signore Gesù Cristo, che la vive nella sua umanità, questo è il dato fondamentale, e la vive con gli uomini e per gli uomini.

L’incarnazione (c’è stato un Concilio nella storia della Chiesa contro coloro, molti vescovi, che negavano l’umanità di nostro Signore Gesù Cristo perché dicevano era una goccia che va nella divina natura di nostro Signore e che viene subito riassorbita). No, lui era veramente uomo fino in fondo. E se lui ha vissuto questo come uomo, anche io posso vivere la stessa cosa, noi siamo chiamati a vivere la stessa identica esperienza di nostro Signore

Il vangelo di Luca sottolinea l’azione dello Spirito Santo e il senso profondo di questa preghiera nel mistero di nostro Signore Gesù Cristo.

Spiamo Gesù che prega.

Primo dato. Gesù prega sempre prima dei momenti decisivi della sua missione.

Sempre. Pensiamo alla fregola che ci viene quando abbiamo cose importanti, ma abbiamo mille cose da fare e dovremmo dire: è un giorno decisivo della mia vita. Alt. Fermi!

E quando lo fa nostro Signore Gesù Cristo?

Prima che il Padre gli renda la testimonianza al momento del suo battesimo, quando tutti erano in fila per essere battezzati, si dice che lui era immerso nella preghiera (Lc 3,21)

Altro passaggio fondamentale: la trasfigurazione sul monte Tabor (Lc 9,28)

E poi un altro passaggio in cui Gesù pregherà è prima di realizzare, per mezzo della sua passione, il disegno di amore del Padre. E questa preghiera la leggiamo (Lc 22,41-44). Siamo nel Getsemani, momento importante della vita di nostro Signore (lo amplio un po’): “Uscì e andò come al solito al monte degli Ulivi. Anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: ”Pregate per non entrare in tentazione! Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: Padre, se vuoi allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà!”

Questo è un dato decisivo della preghiera di Gesù. Lui come uomo vorrebbe che questo calice si allontanasse da Lui, ma poi immediatamente qui si vede il segreto, la preghiera filiale di Dio, quella preghiera che il Padre aspettava da secoli, che vede ora nel Suo Figlio, ed è la preghiera verso la quale Dio ci vuole portare: ”Se vuoi, fai guarire quel mio amico, ma sia fatta la Tua Volontà!”

Una volta mi ricordo, ho avuto un incontro bellissimo con due genitori, poverini, a cui era morto un figlio a sedici anni di tumore, e li avevo convinti a venire a sentire una catechesi, gli avevo detto. Fatevi consolare da Dio! Me la ricordo ancora quella sera. Un passaggio della catechesi che avevano ascoltato, tenuta da una catechista molto brava.

Disse:-Tutto quello che voi chiedete a Dio nella preghiera, ve la da’!- ma con una forza..!!

Mi ricordo il gesto: lei ha preso la borsetta, ha fatto un cenno al marito con la testa, e se ne sono andati. Poi l’ho chiamata e le ho chiesto: Che è successo?

“Quella donna è una falsa: io ho chiesto a Dio di far guarire mio figlio, e gli ho chiesto di prendere in cambio la mia vita. Dio l’ha fatto morire! Tutte bugie!”

E’ questa la preghiera filiale di Gesù.

Io te lo chiedo, ma siccome l’umile sa che non sa cosa è conveniente chiedere, né per me, né per le persone che ho vicino, e ha fatto l’esperienza – immaginiamoci se noi- poi si capisce, facciamo bene a chiedere queste cose, capitemi-ma nell’economia della salvezza- di quella persona, di quelle persone vicine, del mondo- ma posso pensare che io sono più furbo di Dio, che capisco io gli equilibri più di Dio, e quindi posso sapere se è meglio che una persona muoia a sedici, diciassette, quaranta, ottant’anni, ma poi è chiaro che, soprattutto le persone che amiamo, non vorremmo mai che ci lasciassero ed è giusto che preghiamo, ma chi ha l’abbandono al Padre dice: Io ti chiedo questo! Muoio solo all’idea, però non la mia, ma la Tua Volontà.

So che se accadrà, tu mi aiuterai. So che se accadrà, c’è un Senso profondo e dovremmo mettere insieme delle cose che apparentemente non stanno insieme.

“E meditava queste cose nel suo segreto”. Questa preghiera è la preghiera centrale di Gesù. Fatta questa preghiera, apparve un angelo dal Cielo per confortarLo, perché quando ti viene questo abbandono, sembra che poi sei tu  che fai morire quella persona; è una lotta continua perché è una preghiera così potente, così liberante, così vicina! E’ Dio questa preghiera, che va subito un angelo a confortarLo, lo dice la Sacra Scrittura: ”Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo”, e entrato nella lotta, perché pregare è lottare- i monaci del deserto, quando andavano a pregare dicevano. Vado a lottare!-

Non abbiate un’idea intimistica della preghiera, tipo che fuori c’è l’uragano, e tu vai con le farfalline, i fiorellini- a volte è anche così perché Dio nella preghiera da’ degli stati di beatitudine meravigliosi, perché anche a noi Dio manda degli Angeli a confortarci. Ma a  volte è ruvida la preghiera, a volte sembra che parli con te stesso, che non ci sia nessuno dall’altra parte ad ascoltarti.

“Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il Suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli, e li trovò che dormivano per la tristezza.”

Chi non prega, spesso dorme per la tristezza perché è il modo per scappare dalla vita. E’ molto forte anche questa dinamica legata alla preghiera. Ad esempio, un buon sonnifero, quando non riesci a dormire, è la preghiera, vedrai che poi ti addormenti. Ti svegli improvvisamente di notte? Signore, vuol dire che prego stanotte alle tre, alle quattro. E comincia, entri in un altro respiro.

Quindi prega nei momenti decisivi della vita, abbiamo identificato questo momento del Getsemani. Ma Egli prega anche prima dei momenti decisivi legati alla Sua missione, pensate quando prega tutta la notte per scegliere i dodici discepoli.

E sceglie Giuda Iscariota, colui che lo tradì, perché il mistero dell’iniquità fa parte del Mistero della Chiesa, perché noi tante volte crolliamo, soprattutto in alcune dinamiche di chi lavora un po’ più dentro la Chiesa. Almeno io ho spesso questa tentazione, dici “vabbè, poi si tolgono pian piano tutte le erbacce e rimane il Regno dei Cieli su questa terra, tutti buoni, tutti onesti, tutti che cercano di fare la volontà di Dio, tutti che stanno nella Chiesa per fare il Bene, tutti i poveri ti vengono a chiedere la carità perché davvero hanno bisogno” viene questa idea.

Tutta la notte pregherà Gesù, e sceglierà questi dodici, tra cui anche Giuda, che sarà fondamentale per la Sua missione soprannaturale su questa terra, perché grazie a questo tradimento, entrerà decisamente nella parte finale della Sua vita.

Senza la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, tutte le parole che vi dico stasera sarebbe impossibile viverle, perché non ci sarebbe nessuno in Cielo- in questo momento Gesù sta mostrando le Sue piaghe al Padre, sta guardando ciascuno di noi e dice :”Prima di guardare don Pierangelo, guarda Me, e quello che ho sofferto per lui, e aiutalo!” Ma se Lui non fosse morto, non fosse stato tradito da Giuda, non fosse stato vilipeso, trattato male, crocifisso, morto, non sarebbe risorto, non sarebbe asceso al Cielo, non starebbe in questo momento Vivo, eternamente Vivo, per intercedere per noi in attesa di ritornare su questa terra per riportarci veramente con Lui.

“E meditava queste cose nel Suo cuore”. Tenete insieme cose che apparentemente non c’entrano niente con la Volontà di Dio.

Gesù prega ancora prima che Pietro lo confessi come Cristo di Dio.

Prega come dice a Pietro, il capo degli apostoli “ affinché la tua fede non crolli, io pregerò affinché tu non venga meno nella tentazione” (Lc 22,32)

Un altro passo di Luca (Lc 11,1) molto bello è “ un giorno il Signore si trovava in un luogo a pregare e uno dei discepoli disse- Signore insegnaci a pregare-” e guardate come anche ai discepoli viene voglia di pregare guardando Gesù pregare, guardando il Maestro pregare.

Io conservo ancora il ricordo della signora Clementina, una parrocchiana del mio paese che trovavo a qualsiasi ora del giorno in chiesa con il rosario a pregare. Io con lei non ci ho mai parlato, ma vedendo quella donna e la sua preghiera incessante, l’intensità con la quale meditava davanti al Santissimo, mi incuriosiva e mi avvicinavo a guardarla.

Vedere qualcuno che prega, come immagino vi sia capitato qualche volta nella vita, l’esperienza diventa molto forte nei monasteri di clausura dove ti viene voglia di inginocchiarti: ti senti leggero nella tua interiorità, ti si apre l’anima sperando che questa preghiera possa raggiungere anche il tuo cuore e consolarlo. Anche i discepoli chiedono a Gesù: “insegnaci a pregare”.

Gesù poi si ritira in disparte e in solitudine sulla montagna a pregare, generalmente di notte. Lui nella Sua preghiera porta gli uomini, e con la sua incarnazione di vero Dio e vero Uomo con la sua  preghiera porta a Dio tutti i desideri e le angosce delle persone.

Noi facciamo bene a pregare per i nostri figli ed i nostri cari, ma l’esperienza più intima e meravigliosa della preghiera è quella di portare davanti a Dio gli uomini o una categoria di persone.

Vi ricordate  l’altra volta vi ho raccontato l’esperienza di una monaca di clausura che all’inizio della quaresima chiese di prendere per sé l’angoscia e la sofferenza delle donne che hanno abortito, di prendere a se l’istinto di suicidio che viene alle Donne dopo la pratica dell’aborto. A metà della quaresima mi chiese di toglierle la promessa che aveva fatto, tanto era grande il dolore e tanto era immensa la tentazione di buttarsi da una finestra, e io le ho spiegato che ogni volta che avrebbe pregato davanti all’Ostia consacrata per adorare, avrebbe portato davanti a Lui migliaia di donne, che sicuramente conoscerà in cielo ad una ad una e che ti ringrazieranno . Tutte queste donne da morte scopriranno un mistero d’amore e di comunione della Chiesa: persone sconosciute donano la loro giovinezza, la loro maternità, donano tutto quello che avrebbero potuto vivere, per portare le persone, che non ce la facevano da sole, davanti a Nostro Signore Gesù Cristo.

Questa è la preghiera del Padre , questa è la preghiera di Gesù davanti agli uomini, è la preghiera che possiamo fare anche noi e tante volte, grazie a questa preghiera riusciamo a capire alcune cose della nostra vita, e molte volte ci riusciamo meglio quando smettiamo di pensarci e cominciamo a pregare.

A me è successo tante volte!

C’è una dimensione nella preghiera che è meravigliosa; Lui il Verbo che si è fatto carne nella Sua preghiera umana partecipa a tutto ciò che vivono i suoi fratelli, dice il CCC, compatisce le loro infermità per liberarli da esse, proprio per questo il Padre lo ha mandato. Le Sue parole e le Sue azioni appaiono allora come la manifestazione visibile del suo segreto, il suo segreto che cominciarono a intuire i Suoi genitori quando aveva 12 anni. Gesù si smarrì per tre giorni disse ai genitori “mi devo occupare delle cose del Padre mio!”. E quali sono le cose del Padre di Gesù: Gesù riuscì a salvare tutti gli uomini, togliere quanto più possibile la sofferenza alle persone.

La vera sofferenza non è la malattia o la perdita di qualcuno seppure caro, la vera sofferenza, quella cupa è di non sapere perché vivi, di non sentirti amato da nessuno, di non avere esperienza di Dio; la solitudine quella vera.

Alcuni non sanno neanche che esiste Gesù, la Vergine Maria, oppure hanno una serie di slogan terribili…hanno tappato il Cielo.

Da questa sofferenza terribile Dio ti aiuta o direttamente incontrandoti di persona con diverse occasioni e la conversione, oppure altre persone scopriranno che sono riuscite a sopravvivere perché altre hanno portato le loro vite davanti al Padre.

La Chiesa non è solo Militante, la Chiesa ha altri due pezzetti fondamentali: la Chiesa Purgante e la Chiesa Trionfante che intercede. In questa chiesa ci sono persone che fanno per la grazia di Dio già l’esperienza dell’intercessione, ma tutti noi siamo chiamati a farlo, non come le monache di clausura ventiquattro ore si ventiquattro, ma sforzandoci di dilatare il nostro cuore nel quotidiano  e poi ci si prende anche gusto. Questa è un’altra dimensione della preghiera.

Insomma, abbiamo un po’ spiato l’esperienza di Gesù Cristo nella preghiera…io ripartirei da qui al prossimo incontro.