Il libro che non ti insegna a cucinare

Prefazione al libro Mienmiuaif cake. Il libro che non ti insegna a cucinare 

di Costanza Miriano

Certo, non so quanto sia obiettiva, perché io li amo, io li adoro questi due. Quando ho deciso di fare una festa per il mio compleanno, per la prima volta una festa importante invitando amici da tutta Italia, in una villa che un’altra amica mi offriva, e fuochi e champagne e maiali squartati e dolci guarniti di glassa leopardata e body di piume e glitter come se piovesse, ho deciso che non poteva mancare la band dei miei sogni. Che non è la Dave Matthews Band, e neppure gli U2 o i Pearl Jam o gli Smiths, che pure fra tutti se la cavano abbastanza con la musica.

No, ho deciso di puntare più in alto, cioè proprio altissimo, al Paradiso, e ho chiesto ai Mienmiuaif di venire a cantare per me. E ho gridato (il verbo «cantare» nel mio caso è un po’ un azzardo) a squarciagola «e trovati un tipo trascendentale, un vero radicale, che va alla Messa infrasettimanale» (Canzone per mollare un radical chic) per mesi, dopo quella festa che rimane condensata nel mio cuore come una goccia di allegria e bellezza alla quale attingere quando tutti quegli amici mi mancano.

Questi due mi fanno ridere, commuovere, mi costringono a pensare e mi fanno venire voglia di essere una persona migliore, mi fanno una specie di effetto Photoshop: li vedo e mi sento che potrei essere una persona più bella, non so, sarà la pelle di porcellana di Anita, sarà l’umorismo serissimo di Giuseppe. Secondo me è l’effetto che fanno i santi, cioè le persone consegnate al Signore.

Ecco, questo per dire quanto posso essere obiettiva con loro. Dovevo dirlo per onestà, e adesso forse la mia prefazione potrebbe non suonarvi affidabilissima, però è l’amore che ci fa conoscere davvero, dice sant’Agostino, quindi anche se li amo posso dire qualcosa di credibile su questo libro. Ecco, io dico che è un prezioso condensato di estetica – cioè la teoria dell’arte -, filosofia, teologia, umorismo, e soprattutto fede. È una specie di mappa per collocarsi nel mondo, c’è dentro tutto, c’è il senso della sofferenza e Netflix e i gatti, i libri e la musica, la Panda e la cheesecake, c’è Alfie e un matrimonio salvato da un’aspirina, le pentole bruciate nascoste e la Messa con le vecchiette, ci sono tecniche di preghiera da combattimento e cotolette e Radio Maria e Radio Deejay, c’è uno che non parla inglese e quasi finisce per confessarsi da un sacerdote americano, e non porta i meggins perché guida la Panda, c’è una che ha una voce d’angelo e fa morire dal ridere e piange molto. Ed è anche una storia bellissima, una storia d’amore, quindi le femmine dovrebbero assolutamente comprarlo tutte, se non altro per quel meraviglioso capitolo. E poi c’è l’Ingrediente principale, che non posso svelarvi, e c’è una playlist stupenda, con alcuni brani che neanche io conoscevo.

Io amo questo libro, non è uscito ma già lo devo regalare a decine di amici, perché è la prova scientifica, empirica, che i cattolici sono fantastici, sono intelligenti e creativi, sono belli e colti, hanno scelto Dio perché è oltre il cool, perché hanno letto Teresina e vogliono rubare il Paradiso. I cattolici sono quelli che funzionano, sono il contrario degli sfigati che il mondo vuol far credere, sono i soli veri felici. Ecco, questo libro è tutto ciò e molto di più, anzi io non ho capito bene cos’è, so solo che non è un libro di ricette, ed è bellissimo, e lo devo regalare a tutti.