Il sacramento della Confessione oggi

di Costanza Miriano

Ogni tanto mi fermo, cerco di rialzare la testa dall’affanno quotidiano che è tutto un inseguire le urgenze: faccio sempre più fatica a mettere priorità. Pensavo che invecchiando sarei diventata capace di dire i sì e i no giusti, pensavo fosse questione di allenamento. Invece no. Non ho imparato niente.

Ma nei rari momenti di lucidità, quando appunto cerco di guardare alla mia vita tenendo uno sguardo di insieme, mi appare ogni volta più chiaro quello che già so, e che tendo a dimenticare.

L’unica soluzione per mettere in fila tutto, quando sei in ritardo, quando non ce la fai, quando da tutti i fronti ti assalgono scadenze, ti aggrediscono richieste, ti incalzano compiti, è abbandonare tutto e mettersi a pregare. Ripartire da Dio. Avere chiari i fondamentali.

Credo che il Monastero wifi sia un piccolo frutto, per fortuna uno dei tantissimi frutti dello Spirito che soffia e feconda e irriga dappertutto. Un frutto che ricorda ai cercatori di Dio che è il momento di fare silenzio, soprattutto in un momento davvero topico della vita politica ed economica in mezzo mondo, in una fase in cui è tutto polarizzato ed estremo, e anche segnato dalla paura e dall’incertezza.

Ma a chi ha Dio non manca nulla.

Attaccati ai fondamentali, dunque, ognuno nella propria storia, nella propria città, siamo forti di una compagnia. Sapere che mentre cerco di pregare, e vado a ripescare il cuore che scappa dietro alle cose inutili, c’è un amico che fa lo stesso combattimento a San Marino, una a Marotta, uno in Valpolicella, una a Milano, una a Genova (e dovrei continuare per tremilatrecento volte) mi fa sentire parte di un piccolo esercito. So che non posso smettere questo combattimento, perché altri lo stanno facendo con me.

Come sapete il capitolo generale del Monastero wifi è solo una volta all’anno – così ci disse il Cardinale De Donatis donandoci di fare il capitolo nella madre di tutte le chiese del mondo, la sede della cattedra papale, san Giovanni in Laterano – ma in tante città italiane piccole cellule di preghiera stanno nascendo (https://www.monasterowi-fi.it/wp-content/uploads/2022/09/monasteri_italia-referenti-monastero-wifi.pdf) e si vedono molto più spesso.

Ma poi, monastero wifi a parte, il nutrimento si cerca ovunque, ovunque la Chiesa con la sua ricchezza così varia, piena della fantasia della Spirito, ce lo proponga. E così mi è capitato che dopo le catechesi sulla confessione ascoltate a San Pietro, mi abbiano proposto di moderare proprio su questo tema la prima sessione del seminario di formazione organizzato dalla Penitenzieria Apostolica. Le parole ascoltate a san Pietro mi hanno spalancato un mondo, mi hanno travolta con la loro ricchezza e lasciata con la voglia di sapere di più. E così come sempre, io vado al convegno del 13 e 14 ottobre più che altro per ascoltare. Anche perché, grazie a Dio, essendo la moderatrice devo solo dare la parola (un fastidio i moderatori che parlano troppo! O quelli che presentano facendo lunghissime introduzioni che lasciano l’uditorio tramortito e addormentato…). E quindi ascolterò e prenderò appunti e spero di uscire con il cuore pieno di gioia come dopo l’incontro di san Pietro. Con il confessore numero uno della Chiesa Cattolica (il Penitenziere Maggiore, S.E. Card. Piacenza) e un grande come don Fabio Rosini (non dico altro sennò mi corca quando lo vedo), credo che ci sarà parecchio da prendere appunti. E non solo grazie a loro. Qui il programma per intero: http://www.penitenzieria.va/content/penitenzieriaapostolica/it/profilo/eventi/2022/seminario-confessione.html

Si può seguire sia in presenza (gratuitamente), sia dal canale di Vatican News: https://www.youtube.com/c/VaticanNews

Se avete tempo, date una sbirciata. Perché prima di tutto la confessione è una bella notizia. Il fatto che ricadiamo sempre negli stessi peccati a ben vedere è una bella notizia. Significa che non possiamo fare a meno di Dio. che senza di Lui non siamo capaci anche se vorremmo. Vorremmo non dover confessare sempre le stesse cose. Ma la notizia più bella di tutte è che Gesù è morto per i nostri peccati. E’ morto ed è risorto. E vuole incontrarci proprio lì, nella nostra debolezza. Forse quando dico che vuole incontrarci, neanche io capisco che significa. E’ una cosa enorme. LUI VUOLE NOI. Vuole incontrarci. Ci aspetta. Ci aspetta dentro il confessionale. La confessione è un incontro, e non confessarsi non è una furbata, non è stare tranquilli: è un di meno per la nostra vita, è perdere l’occasione di un incontro che ti cambia la vita.