La chiesa non chiude gli occhi verso chi è in difficoltà

 

Nel corso dell’Udienza Generale di mercoledì 7 agosto 2019, primo incontro dopo la pausa del mese di luglio, il Santo Padre ha parlato del miracolo compiuto da Pietro nella guarigione di uno storpio ed ha affermato che “la nostra mano che aiuta gli altri ad alzarsi è la mano di Gesù”.

Tanti miracoli che hanno fatto gli apostoli, ha detto Papa Francesco, erano proprio una manifestazione della divinità di Gesù. La legge mosaica vietava a chi fosse affetto da una menomazione, ritenuta una colpa, di riceve dei sacrifici e per questo il mendicante si trovava fuori dal Tempio, in attesa di elemosina. Quello che fecero gli apostoli fu invitarlo a guardarli con occhi diversi in attesa di un differente dono: la guarigione.

E’ proprio qui, ha proseguito il Pontefice “che appare il ritratto della Chiesa, che vede chi è in difficoltà, non chiude gli occhi, sa guardare l’umanità in faccia per creare relazioni significative, ponti di amicizia e di solidarietà al posto di barriere”. Appare, cioè, il volto di una Chiesa che è senza frontiere e che sentendosi madre di tutti decide di non chiudere gli occhi, aiutare chi si trova in difficoltà e guardare l’umanità in faccia per poter costruire delle relazioni.

Il Papa ha parlato di tutto ciò facendo esplicito riferimento alla cosiddetta arte dell’accompagnamento cioè la capacità di accostarsi all’altro con rispetto e delicatezza.

L’articolo La chiesa non chiude gli occhi verso chi è in difficoltà sembra essere il primo su .