La famiglia non è di destra

di Costanza Miriano

Venerdì sera tornando a casa da una festa con l’unico marito di cui dispongo attualmente (e di cui abbia mai disposto), abbiamo scoperto di essere fascisti. Su un muro nel quartiere del Pigneto infatti mi sono imbattuta nella scritta Monogamy is the new fascism.

Ora, la gente scrive un sacco di stupidaggini sui muri (a volte, lo ammetto, anche qualcosa di divertente, tipo “dell’amore ho solo le maniglie”), e non è che si debba far l’esegesi di tutto, però è innegabile che il clima generale che si respira in certi ambienti – politica e comunicazione – ha un po’ quello stesso sentore, se addirittura una Senatrice della Repubblica si è fatta fotografare con l’ormai famigerato cartello (Dio patria famiglia che vita de m…, offendendo in un colpo solo un sacco di gente, a partire da chi le paga lo stipendio, la patria). Ma si può rischiare anche di essere incriminati per oltraggio allo Stato pur di dire che la famiglia è un luogo opprimente (a meno che a convivere non siano due persone dello stesso sesso, allora diventa un luogo allegrissimo, e magicamente diventa qualcosa per cui vale la pena combattere strenuamente), e che i suoi difensori sono appunto fascisti, omofobi e via dicendo.

È davvero insopportabile e offensivo per le famiglie questo modo di raccontare la realtà. E mentre si litiga e ci si azzanna e ci si accusa, si perde tempo prezioso: in Italia continuiamo a fare meno figli che in qualsiasi altro paese al mondo. Bisogna agire sulle misure concrete: in Ungheria c’è il baby boom, ed è evidente che il fenomeno non è estraneo al fatto che le donne con quattro figli non pagheranno più tasse per tutto il resto della loro vita. Misure simili in Polonia e Russia. Non è difficile, non ci vogliono chissà quali studi. Qui in Italia invece le famiglie continuano a essere salassate, nessuna differenza se il tuo reddito lo spendi in vacanze di lusso o per mantenere dei figli. Va un po’ meglio se sei solo convivente, mentre se sei sposato e sommi i redditi con quell’altro fascista che ha deciso di sposarti per tutta la vita, niente aiuti.

Come si fa a dire che aiutare la famiglia è di destra? La famiglia è di tutti.

Quanto sarebbe intelligente Zingaretti se andasse a marciare a Verona, invece di dire cose false e assurde, tipo che la gente che sta lì vuole le donne a casa? Tutte le mie amiche multimamme come me, e anche più (sei, sette, otto figli), sono medici (qualcuna è anche primario), avvocati, magistrati, ingegneri, notai, docenti universitarie. Laureate alla Bocconi, al Politecnico, master a Londra e a Boston (mica come Zingaretti e la Fedeli). E poi commesse, segretarie e impiegate. Qualcuna di loro a dire la verità a casa a fare la mamma ci sta per scelta, dopo aver messo una o anche due lauree nel cassetto. Altre ci vorrebbero stare, ma non possono, perché nessuno aiuta loro e i mariti a mantenere i figli: perché la libertà per cui si battono le femministe è solo quella di stare dieci ore al giorno lontane dai figli. Non ne ho mai sentita una battersi per la vera libertà di scelta, che è la libertà dalla necessità economica: le madri che vogliono lavorare devono poterlo fare (io lo faccio), ma quelle che volessero fare le madri a tempo pieno dovrebbero essere libere di farlo, nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di dire quale sia il modo migliore di essere madre.

Mai ho sentito da qualche politico mettere a tema la vera questione che interessa alle donne che lavorano, e che magari per non perdere la posizione faticosamente conquistata in un ateneo, in un ambito di lavoro altamente qualificato devono vivere con enorme fatica e qualche mancanza a casa gli anni in cui i bambini sono piccoli. Perché in Italia non c’è mai stata, che io sappia, un uomo o magari una donna politica che abbia combattuto per il diritto delle donne di poter gestire la loro carriera con flessibilità, avendo la possibilità di allentare l’impegno al lavoro per degli anni, per poi restituire una presenza maggiore in altre fasi della vita dei figli senza pagare uno scotto altissimo?

Queste e molte altre sono le questioni vere che interessano alle donne vere che io conosco, alle famiglie che formano il tessuto bello del nostro meraviglioso paese.

Quanto sarebbe bello se a Verona ci fosse anche la Cei, che in gran parte si oppose agli ultimi Family day, e tutte le forze politiche anche di sinistra: per dire al governo che sarà questo il banco di prova su cui verrà bocciato o riconfermato, magari con la promozione di chi si spenderà di più con misure concrete – non bastano i principi non negoziabili, anche se sono importantissimi. Sarebbe bello che tutti insieme prendessero solennemente un impegno per la famiglia, proclamando una tregua fra le parti, visto che siamo in emergenza, visto che la famiglia è agonizzante, e questo è un dramma per tutti, perché tutti siamo nati da un padre e da un madre. Tutti o siamo cresciuti o avremmo desiderato crescere in una famiglia contenta di stare insieme e senza problemi economici. Allora se c’è la bomba atomica – il calo demografico è da guerra mondiale – smettano di litigare e facciano qualcosa di concreto, invece che indire bandi all’ospedale solo per medici che non fanno obiezione di coscienza sull’aborto, come se fosse un’emergenza (l’aborto è un “servizio” sempre puntualmente erogato dai nostri ospedali, sempre, dal ’78 a oggi).

Qualche giorno fa vedevo il video di Luca Zingaretti e Luisa Ranieri con le figlie, in auto, che cantavano tutti insieme. Era un video allegro, normale direi. Bene, non c’è bisogno di essere cattivi e omofobi come i cattolici per capire che è bello stare insieme, che i bambini sono contenti se vedono i loro genitori cantare insieme in macchina. E’ naturale, è ovvio, è semplice, non c’entra niente col fascismo.

Come si fa a non capire che la famiglia è il progetto naturale per l’uomo, che il cuore umano desidera la monogamia, cioè stare con una persona sola? Poi ci si può sbagliare, gli amori finiscono, per farli durare ci vuole impegno, lo sappiamo, ma quando ci siamo dentro desideriamo essere gli unici per quella persona. Siamo possessivi, ci fa soffrire se la persona che amiamo non ci vuole più, non è questione di essere cattolici, è la natura umana: tutti vogliamo sentirci amati in esclusiva e per sempre. Quanto ai figli, crescono meglio in un legame stabile e sereno e non conflittuale. Se si ragiona su come aiutare le persone a rimanere insieme non significa che si è di destra, è solo che è meglio per tutti se le relazioni durano. Sono tali ovvietà che non dovrebbe neppure essere necessario dirle.

Come è successo invece che questa è diventata una battaglia di destra?

Come è successo che la sinistra si sia sempre più radicalizzata, arrivando a sostenere tesi offensive del senso comune? Se si vuole ripartire dalle periferie, come va di moda dire, bisogna ripartire da quello che la gente normale vive nelle periferie, appunto. Il bisogno di essere sostenuti nello stare insieme è il primo.

Per questo un governo che ha sbandierato le dat e le unioni civili come le sue due grandi conquiste di civiltà è stato così severamente punito alle urne. Non è che l’elettorato si sia improvvisamente spostato a destra, e che tutti siamo diventati cattivi e populisti. E’ solo il buon senso che è sparito da certe agende politiche e da gran parte della comunicazione.