La missione della Chiesa è annuncio e testimonianza

 

Nell’Angelus di domenica 7 luglio il Santo Padre ha voluto trasmettere il messaggio che la Chiesa deve impegnarsi per compiere la sua missione di annuncio e di testimonianza.

La Chiesa e ciascun fedele dovrebbero comprendere innanzitutto che la missione importante di annunciazione del Vangelo si deve basare sulla preghiera, la quale – secondo le parole del Santo Padre – deve essere “itinerante” e ha bisogno di “distacco e povertà”. Solo con la preghiera si possono raggiungere la “pace e guarigione”, entrambi segni che dimostrano la “vicinanza di Dio”.

Le parole del Santo Padre sottolineano il ruolo centrale della preghiera per portare a compimento la missione di testimonianza e di annuncio, ma fanno anche comprendere che la preghiera, per essere davvero efficace, non si può limitare ai bisogni del singolo fedele, ma deve assumere un carattere di universalità, perché solo in questo modo può diventare davvero una preghiera cristiana.

Il Papa ci ha tenuto a precisare che ogni fedele può essere visto come un missionario, al quale viene data l’opportunità di apprendere dal Signore come spendersi per gli altri senza riserve. Ogni fedele infatti “cammina in compagnia del Signore Gesù” ed ha la possibilità di raggiungere la gioia, che non deve essere vista come effimera e strettamente collegata al compimento della missione, ma va compreso che questa gioia deriva dalle parole di Gesù “i vostri nomi sono scritti nei cieli” (v.20).

Il Pontefice ha anche esortato ad invocare “la materna protezione di Maria Santissima”, affinché possa dare il suo aiuto a coloro che si impegneranno a diffondere la parola di Dio e ad annunciare agli altri che “Dio ci ama, ci vuole salvare e ci chiama a far parte del suo Regno”.

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