La missione della Chiesa è avvicinarsi ai bisognosi con compassione

Torna ad affacciarsi oggi Papa Francesco alla finestra su una Piazza San Pietro con i fedeli che lo salutano sotto una leggera pioggia, novità dovuta al ritorno in zona gialla in quasi tutta Italia e che il Pontefice stesso accoglie con un gioioso “Un’altra volta in Piazza! ” E il Vangelo di Marco  1,29-39 che parla di guarigione sembra quanto mai adatto.

Le guarigioni fisiche di Gesù sui malati sono possibili per la loro totale fiducia nel Figlio di Dio, “ fin dall’inizio, dunque, Gesù mostra la sua predilezione per le persone sofferenti nel corpo e nello spirito– esattamente come il Padre- che Lui incarna e manifesta con opere e parole.

E così come sono stati coinvolti i discepoli, ai quali ha dato potere di guarire i malati e scacciare i demoni, così anche la Chiesa oggi deve prendersi cura dei malati, è questa la sua missione.

Di fronte alle malattie, e alla pandemia che ci affligge, “ la nostra condizione umana, altissima nella dignità , e nello stesso tempo così fragile– potrebbe chiedersi il perché di tanta sofferenza- Gesù non risponde a questo perché con una spiegazione, ma con una presenza d’amore che si china, che prende per mano e fa rialzare. È questo, spiega il Papa, “  l’unico modo lecito di guardare una persona dall’alto in basso, quando tu tendi la mano per aiutarla a sollevarsi.

La missione della Chiesa è questa, “ Il Figlio di Dio manifesta la sua Signoria non “dall’alto in basso”, non a distanza, ma chinandosi, tendendo la mano; manifesta la sua Signoria nella vicinanza, nella tenerezza e nella compassione.

La parola compassione è ricorrente nei Vangeli, “ questa compassione affonda le radici nell’intima relazione con il Padre. Perché? Prima dell’alba e dopo il tramonto, Gesù si appartava e rimaneva da solo a pregare (v. 35). Da lì attingeva la forza per compiere il suo ministero, predicando e operando guarigioni.

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