La solidarietà è la strada da percorrere per uscire diversi dalla pandemia

Prima
Udienza all’aperto in compagnia dei fedeli, circa 500, dopo
svariati mesi quella che si è tenuta oggi nel cortile di San
Damaso del Palazzo Apostolico
, per continuare la catechesi
sul Guarire il mondo tenuta da Papa Francesco.

E
ha esordito proprio enunciando la sua felicità nel poter finalmente
riprendere le udienze “faccia a faccia e non schermo a schermo”
con i suoi fedeli.

La
parola su cui si pone l’accento oggi è “solidarietà”:
La
parola
solidarietà
si è un po’ logorata e a volte la si interpreta male, ma indica
molto di più di qualche atto sporadico di generosità. È di più!
Richiede di creare una nuova mentalità che pensi in termini di
comunità, di priorità della vita di tutti rispetto
all’appropriazione dei beni da parte di alcuni[…] Non è solo
questione di aiutare gli altri – questo è bene farlo, ma è di più
–:
si tratta di
giustizia
.”

E
per ben far comprendere il senso cita l’episodio della Torre
di Babele

riportato nella Bibbia “che
descrive ciò che accade quando cerchiamo di arrivare al cielo – la
nostra meta – ignorando il legame con l’umano, con il creato e
con il Creatore”

e continua raccontando una storia medievale la quale “dice
che durante la costruzione della torre, quando un uomo cadeva –
erano schiavi – e moriva nessuno diceva nulla, al massimo:
Poveretto, ha sbagliato ed è caduto. Invece, se cadeva un mattone,
tutti si lamentavano. E se qualcuno era il colpevole, era punito”
.

La
differenza con la Pentecoste è palese, prosegue il Pontefice, “lo
Spirito
crea l’unità nella diversità, crea l’armonia. Nel racconto
della Torre di Babele non c’era l’armonia; c’era quell’andare
avanti per guadagnare”.

Conclude
“la
solidarietà oggi è la strada da percorrere verso un mondo
post-pandemia, verso la guarigione delle nostre malattie
interpersonali e sociali […] da una crisi non si esce uguali a
prima”
.

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