Mogli cattoliche tradizionali

di Raffaella Frullone

Ma poi, che significa “mogli cattoliche tradizionali”? Mi fossi fatta questa domanda a diciotto anni non avrei saputo rispondere, sono nata in provincia di Bergamo negli anni Ottanta e sono cresciuta in parrocchia, a Messa andavano più o meno tutti (e ancora oggi è così) e non avrei certo saputo distinguere una moglie non cattolica da una moglie cattolica, figuriamoci una moglie “cattolica tradizionale”. Per me la moglie cattolica era semplicemente una moglie, una donna come tante che finalmente trova l’uomo della sua vita, si sposa in chiesa, e vissero felici e contenti.  Ovviamente mantenendo entrambi «la propria indipendenza», eredità inconsapevole di quel femminismo che tutte abbiamo respirato.

Poi, crescendo, ho conosciuto mogli differenti. Per cui è bello poter «dipendere» da un marito, avere un uomo che limita, guida, regge. Spose che non misurano l’amore in base ai mazzi di fiori o alle dichiarazioni d’amore, che non tengono il conto di chi fa cosa in casa e quante volte, che sanno che maschi è femmine sono diversi e ogni tentativo di negare questa evidenza si trasforma in un disastro domestico, familiare, di coppia. Donne che vivono un fidanzamento casto anche se quando lo dicono scatta la risatina, spose che fanno tre, quattro, cinque e si sentono ripetere: «ma non avete la tv?», donne per cui usare gli anticoncezionali non è la normalità, per cui il divorzio non è mai la soluzione e per cui l’aborto non è mai una opzione. Mamme per cui la cosa più importante non è l’educazione, ma la fede, che sanno che amare il proprio marito è il primo bene dei propri figli, che lottano, che perdonano, che credono.

Intendiamoci. Non sono certo donne che non fanno fatica, che non sbagliano, che non cadono, si rialzano per poi ricadere, che non sognano di fuggire ai Caraibi e lasciare i problemi, i pesi e i dolori a qualcun altro. Eppure restano. Anche quando il gioco si fa duro e la vita le modella con sudore e lacrime. Sono donne che restano e danno la vita. Minuto dopo minuto, ora dopo ora, al marito, ai figli, lì dove la vita le chiama e soprattutto stanno.  Nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, tutti i giorni della vita.

Sono mogli apparentemente normali. Le incontrate al supermercato, a scuola, in ufficio, per strada. Chiacchierano, sorridono, lavorano, studiano, corrono, si ritoccano make up, asciugano lacrime, raccolgono confidenze, vorrebbero salvare il mondo e si arrabbiano perché non ci riescono, esattamente come tutte le altre. Ma per il loro matrimonio ha un orizzonte differente: la vita eterna. Niente di più e niente di meno. Per loro il matrimonio è indissolubile e ogni figlio concepito, anche quello non nato, vive per l’eternità. Per queste donne non c’è progetto, meta o traguardo più grande da raggiungere col marito se non il Paradiso. Questa è la moglie cattolica tradizionale modello 2020. Cattolica non per etichetta, tradizionale non perché ancorata al passato, ma perché è proiettata nel futuro del futuro: l’eternità..

Ma veramente si può vivere così oggi, nel 2020? Lo scoprirete leggendo queste pagine, scoprirete una via controcorrente, ma possibile per tutti e soprattutto ben più grande del «vissero felici e contenti».

IL TIMONE

Libreria COLETTI