Perdonare come Santo Stefano per cambiare le cose

Nella Festa di Santo Stefano Protomartire il Papa racconta la storia del primo Testimone di Gesù, che riflette la Sua luce così come la Chiesa che per questo veniva chiamata in passato “il mistero della luna.”

“ Stefano viene accusato falsamente e lapidato brutalmente, ma nel buio dell’odio, in quel tormento della lapidazione, lui fa splendere la luce di Gesù: prega per i suoi uccisori e li perdona, come Gesù sulla croce. È il primo martire, cioè il primo testimone, il primo di una schiera di fratelli e sorelle che, fino ad oggi, continuano a portare luce nelle tenebre: persone che rispondono al male con il bene, che non cedono alla violenza e alla menzogna, ma rompono la spirale dell’odio con la mitezza dell’amore.”

E questo lo si fà cercando di imitare Gesù, così come Stefano, che come lui fu “catturato, condannato e ucciso fuori della città e, come Gesù, prega e perdona.”

Ma a cosa serve perdonare, chiede il Pontefice? A cambiare le cose. Tra quelli perdonati da Stefano c’era infatti Saulo e “ poco dopo, per la grazia di Dio, Saulo si converte, riceve la luce di Gesù, la accetta, si converte, e diventa Paolo, il più grande missionario della storia. Paolo nasce proprio dalla grazia di Dio, ma attraverso il perdono di Stefano.”

Questo ci fa capire che “Dio guida la storia attraverso il coraggio umile di chi prega, ama e perdona” , sono i gesti piccoli di ogni giorno che possono cambiare tutto infatti “ il Signore desidera che facciamo della vita un’opera straordinaria attraverso i gesti ordinari, i gesti di ogni giorno .”

Per concludere torna all’esempio di Santo Stefano che “ mentre riceveva le pietre dell’odio, restituiva parole di perdono. Così ha cambiato la storia. Anche noi possiamo cambiare ogni giorno il male in bene, come suggerisce un bel proverbio, che dice: –Fai come la palma: le tirano sassi e lei lascia cadere datteri-. ”

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