Rileggendo I fratelli Karamazov

“Non ti dimenticare mai, ragazzo”, esordì padre Paisij direttamente, senza preamboli, “che la scienza di questo mondo,che è diventata una grande potenza soprattutto nel nostro ultimo secolo, ha analizzato tutto ciò che di divino ci è stato tramandato nei libri sacri e, dopo questa spietata analisi, agli scienziati nel mondo non è rimasto decisamente nulla di tutta la sacralità del passato. Ma, analizzando pezzo per pezzo, hanno perso di vista il tutto e fa persino meraviglia a quale grado di cecità essi siano arrivati.

Eppure il tutto sta davanti ai loro occhi incrollabile, e le porte dell’inferno non prenderanno il sopravvento su di esso. Non è forse sopravvissuto per diciannove secoli, forse non sopravvive tuttora nei moti delle singole anime e nei moti delle masse popolari? Persino nei moti delle anime di quegli stessi atei che distruggono tutto, resiste incrollabile, come prima! Giacché persino coloro che hanno rinnegato il Cristianesimo e combattono contro di esso, persino loro, nella loro essenza, sono fatti a immagine di Cristo e tali sono rimasti, giacché a tutt’oggi né la loro saggezza, né l’ardore dei loro cuori è stato in grado di creare un ideale dell’uomo e della sua dignità superiore a quello indicato da Cristo nell’antichità. E se tentativi ci sono stati, hanno avuto come risultato solo mostruosità.

Ricordati questo in particolar modo, ragazzo, giacché sei stato mandato nel mondo dal tuo stare morente. Forse, ricordando questo giorno sublime, non dimenticherai neanche le mie parole, proferite a mo’ di cordiale viatico, giacché tu sei giovane e le tentazioni del mondo sono grandi e superiori alle tue forze. Adesso va’, orfano caro”.

 

 

Da I fratelli Karamazov

Fëdor Michajlovič Dostoevskij