Seguire Gesù esclude rimpianti e richiede decisione

 

In occasione dell’Angelus di domenica 30 giugno 2019 il Santo Padre ha proposto il Vangelo di Luca nel racconto dell’ultimo viaggio di Gesù verso Gerusalemme, luogo nel quale ha compiuto la sua missione. Nel brano, ha detto Papa Francesco, “ci sono tre casi di vocazione che indicano quanto è richiesto a chi vuole seguire Gesù fino in fondo”.

Il primo personaggio “ ha indicato a noi suoi discepoli che la nostra missione nel mondo non può essere statica”, ha detto il Papa, sottolineando successivamente la necessità che il cristiano sia un itinerante.

Il secondo personaggio, dopo aver sentito la chiamata di Gesù chiede Lui il permesso di recarsi prima a seppellire suo padre ma si sente rispondere : “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti”. Con tali parole, ha detto il Santo Padre, “Egli ha voluto affermare il primato dell’annuncio del Regno di Dio, anche su realtà apparentemente più importanti, come la famiglia”. L’urgenza di comunicare il Vangelo,infatti, richiede disponibilità e prontezza e non ammette ritardi.

Il terzo personaggio è colui che promette ed assicura che seguirà il Maestro, ma solo dopo essere andato dai parenti per congedarsi. Gesù gli risponde: “Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio”.

Le parole del Santo Padre a riguardo sono state che “seguire Gesù esclude rimpianti e richiede decisione”. Successivamente alla presentazione di questi tre personaggi tratti dal Vangelo di Luca, Papa Francesco ha sottolineato che Gesù ha posto tre importanti condizioni: itineranza, prontezza e decisione, fondamentali per divenire un discepolo.

Si tratta, a dire del Papa, di una scelta libera e consapevole che deve essere fatta per amore e non per fare carriera, per sentirsi importanti o acquisire un posto di prestigio.

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