Siate pazienti e attendete fiduciosi i tempi e i modi di Dio

Nella Santa Messa per celebrare la presentazione del Signore il Pontefice prende a esempio un personaggio delle Bibbia, Simeone, e la sua grande dote, la pazienza.

Egli ha aspettato il Signore per tutta la vita “ è rimasto in attesa e ha esercitato la pazienza del cuore. Nella preghiera ha imparato che Dio non viene in eventi straordinari, ma compie la sua opera nell’apparente monotonia delle nostre giornate[…]  La speranza dell’attesa in lui si è tradotta nella pazienza quotidiana di chi, malgrado tutto, è rimasto vigilante, fino a quando, finalmente, -i suoi occhi hanno visto la salvezza-.” Lc 2,30

Questa grande dote la possiamo imparare da Dio stesso, e ne racchiude il senso una frase di Romano Guardini “ la pazienza è un modo con cui Dio risponde alla nostra debolezza, per donarci il tempo di cambiare.”

E, prosegue Papa Francesco, questa pazienza si concretizza in tre luoghi, il primo la nostra vita personale: le persone consacrate possono avere delusioni “ a volte, all’entusiasmo del nostro lavoro non corrisponde il risultato sperato […] Dobbiamo avere pazienza con noi stessi e attendere fiduciosi i tempi e i modi di Dio: Egli è fedele alle sue promesse.”

Il secondo luogo è la vita comunitaria. Ci possono essere dei dissapori, ma “ mai potremo fare un buon discernimento, vedere la verità, se il nostro cuore è agitato e impaziente. Mai. Nelle nostre comunità occorre questa pazienza reciproca: sopportare, cioè portare sulle proprie spalle la vita del fratello o della sorella, anche le sue debolezze e i suoi difetti.”

Infine il terzo luogo in cui si concretizza la pazienza è nei confronti del mondo. E qui torna a parlare di Simeone e Anna che  non intonano il lamento per le cose che non vanno, ma con pazienza attendono la luce nell’oscurità della storia.

Guardiamo il mondo con misericordia e “ portiamo avanti il nostro servizio con pazienza.”  

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