“Sono fatta così”. La storia di Paola.

Sono in studio, ho finito il lavoro per oggi.
Mi passo la penna (virtuale) tra le mani e guardo il mare dalla finestra mentre penso a come iniziare questo breve articolo.

Mi è stato chiesto di raccontare qualcosa sulla mia partecipazione al Corso Basic di Ingannevole come l’amore e cosa abbia significato per me. Percepisco di avere tanto da raccontare e allo stesso tempo avverto quanto sia difficile inseguire le parole, mettere in ordine i pensieri ed esprimere in modo comprensibile e non banale tutto ciò che si muove nel mio cuore. E sono qui, intenta a scrivere, perché ipotizzo che la mia esperienza possa servire a qualcuno, magari proprio a te.

Sento di voler fare un’ulteriore premessa (scusami, io sono stramba, sono quella delle mille premesse e dei saluti finali che durano più degli incontri): il corso non mi ha stravolto la vita, non sono una che è finalmente “arrivata” e si può concedere il lusso di porsi quale modello da seguire. Io sono semplicemente una donna in cammino con qualche consapevolezza in più rispetto ad un po’ di anni fa.

Ecco, partirei proprio dalla parola donna.

Oggi so che voglio esserlo fino in fondo. Significa che – ora l’impresa si fa ardua – oggi voglio essere accogliente in modo femminile, non che un uomo non lo possa essere, ma accogliente come… un utero materno! Spero di non incartarmi, l’avevo detto che non era per niente semplice. Ho scoperto di volere davvero che le mie curve (poche a dire il vero, però mangio!) siano espressione di una “morbidezza” del cuore.

Ritento: ora desidero che tutta la mia persona sia rifugio, luogo per chi incontro in cui poter riposare, sia casa per chi mi è accanto! Bellissimo, vero? Peccato che io debba fare i conti con la mia tentazione di possesso, di controllo, sempre lì dietro l’angolo nascosta dietro le più belle e nobili intenzioni. 

La differenza tra chi ero prima e chi sono oggi, dopo l’esperienza del Corso Basic, è che ho scoperto la mia trappola: io desidero amare in modo femminile (accogliente come un utero, morbida come un seno), ma so che devo fare i conti con il mio voler a tutti i costi imporre la “giusta” visione della vita o di dover sindacare sulle scelte ed i pensieri dell’altro (c’è un po’ di Hitler in me!).

Oggi ho questa consapevolezza in più, che non vivo come una croce da portare e trascinare rassegnata – sebbene mi abbia creato non pochi problemi nella relazione con i ragazzi -, ma come un’occasione: mi sono guardata dentro e partendo dall’assioma che io “non sono così punto e basta”, posso lavorare su di me ed essere al massimo ciò che desidero. Non sono predestinata ad essere una dittatrice “perché sono fatta così e se uno mi ama mi deve prendere così” (sottofondo musicale melodrammatico).

Quante volte ti sei ripetuta/o “sono fatta/o così”?
Sciocchezze!

Ma c’è di più! Quando sono arrivata al Corso Basic (davvero per caso!) professavo di volere una famiglia e dei figli ma questo non era realmente un mio desiderio, non mi apparteneva, veniva dall’esterno… in verità, mi faceva terribilmente paura. A dirla tutta, anche ora mi tremano i polsi e le gambe al pensiero di poter diventare la sposa di un uomo, di consegnare la mia vita ad un’altra persona e di dare la vita: che strizza il parto e avere la responsabilità di un figlio (ne sono capace? e se non fossi una buona madre?).

Ancora, io non avevo mai fantasticato sul mio matrimonio, abito da sposa, cerimonia, festa, per me erano tutte cose da “femminucce” melense, senza spina dorsale. Io se proprio dovevo pensarmi come una principessa, mi vedevo come una principessa-guerriero, niente trecce, abiti gonfi ma con l’armatura, stile Fantaghirò o Giovanna d’Arco, per intenderci.

Ora, il corso non mi ha radicalmente cambiata, non sono diventata Rapunzel, ma ha gettato nel mio cuore un seme: e se amare e lasciarsi amare non fosse poi così male? Se magari deponessi la spada e l’armatura e provassi ad utilizzare la determinazione, la grinta e le forza interiore che mi appartengono, per aprirmi all’altro in modo nuovo, magari anche dolce ed accudente?

Guardando agli esempi che ho incontrato, alle Donne che ho conosciuto (perle preziose!) mi sono detta che sposarsi ed avere una famiglia potrebbe essere una bella avventura da vivere con un alleato al mio fianco, un compagno di cordata, che voglia fare squadra con me e lottare per una scalata verso il cielo, verso le cose grandi che, diciamocelo, sono sempre un po’ faticose.

Ecco, io mi fido di quell’intuizione di bellezza, che sento con il cuore e con la ragione quando vedo famiglie felici, magari stanche, incasinate ma spudoratamente felici e con un’esistenza piena.

Perché, ne sono convinta, la vita ce la giochiamo tutta nell’amore, quello fecondo e radicale!

E poi mi affascina il poter scegliere un volto ed imparare ad amarlo, giorno dopo giorno: tu sei per il mio cuore e io per il tuo. Questa idea di unicità e di appartenenza non la trovate entusiasmante? (già immagino i visi perplessi degli uomini che mi staranno leggendo, voi potete non rispondere se volete!).

 

Non mi so spiegare meglio. Insomma, sono sempre più convinta che il matrimonio sia un’avventura per coraggiosi (questa me l’ha suggerita Chesterton!). Oggi, il giorno del mio matrimonio lo immagino eccome, sempre a modo mio… ma non spoilero! Diciamo che da Giovanna d’Arco sono passata ad Arwen, la principessa degli Elfi della Terra di Mezzo ne “il Signore degli Anelli”.

Potrei scrivere ancora molto sui frutti che ha portato il Corso Basic di Ingannevole come l’Amore nella mia vita (magari in una seconda puntata), questo corso è stato un nuovo punto di partenza… nessuno fa miracoli in quei tre giorni, ma vengono forniti tutti gli strumenti per riprendere in mano la propria vita e per far sì che il miracolo si realizzi!

Ci vediamo a Roma, 10-12 maggio 2019.

Un abbraccio,
Paola.