Tocca a noi essere per primi più seri, e farci santi

di Costanza Miriano

Avverto tanto smarrimento tra i miei amici credenti, di fronte a una massiccia discesa in campo a favore di certi partiti da parte di alcuni esponenti della Chiesa – e non della Chiesa tout court, ricordiamolo: questi autonominatisi esponenti del pensiero politico della Chiesa non hanno ricevuto nessuna investitura dall’alto, e, a giudicare dai like, neanche dal basso. I followers saranno anche disprezzabili, e sicuramente non sono indici del fatto che uno abbia ragione o no, ma nella politica contano, e se uno vuol dettare la linea, ogni tanto deve voltarsi a vedere se qualcuno lo sta seguendo.

Nel frattempo ci sono schiere di sacerdoti che danno veramente la vita per Cristo e per la Chiesa, sia letteralmente, tutta insieme, cioè quelli martirizzati, sia un pezzo per volta, un’ora di confessionale dopo l’altra, un campo coi ragazzi dopo l’altro, una messa e una catechesi dopo l’altra, un problema di un povero dopo l’altro. cioè la maggioranza dei sacerdoti.

Per gli altri pastori, che dire? Bisogna pregare per loro, ma bisogna farlo davvero, farlo seriamente, perché siamo in una situazione di emergenza seria. Qualcuno parla di scisma. non so, il dato di fatto è che oggi si definiscono “sacerdoti cattolici” allo stesso modo persone che sembrano credere in (almeno) due fedi diverse. Eppure alcuni di loro celebrano messa, predicano omelie a propria immagine (e non a Sua).

Per non parlare di quelli più corteggiati dai giornali del mainstream. Come scrive in modo ineccepibile il mio amico Algo Carè “Molti ecclesiastici di gran visibilità mediatica sono in buona parte partitici, non politici. Scelgono unilateralmente una parte. E, purtroppo, così fanno in molti altri ambiti, da quelli nei quali non è loro dovere essere competenti (mi riferisco a certe “verità scientifiche”, in merito alle quali si agitano molto, forse essendo essi prede di un comprensibile senso di inferiorità), fino a quelli di loro pertinenza, cioè l’omiletica, l’esegesi e quindi la dottrina. La mentalità che manifestano è una mentalità che in ogni ambito sceglie una verità (concediamo) parziale, vale a dire, una “mens heretica” (dal gr. “haíresis”, scelta)”. E io aggiungo che invece non parlano dell’unica cosa di cui noi fedeli vorremmo ascoltare da loro, cioè di Dio.

La mia linea è questa, perché non voglio essere eretica anche io come alcuni di loro, quindi voglio rimanere attaccata ai pastori, al Papa in primis: primo, sottolineo quello che mi sembra da sottolineare, quello che è buono e che mi sembra corrispondere a ciò che la Chiesa ha ricevuto e deve riconsegnare, cioè la traditio, ciò che si tramanda; secondo, cerco di cogliere in quello che mi disturba e che mi sembra “rompere” con quello che sapevo, ciò che mi aiuta a convertirmi, e sono riconoscente di questo, perché il credente è colui che ascolta, e ascolta davvero, quindi obbedisce a un’altra voce oltre alla propria interiore, soprattutto quando questa voce lo mette in crisi (sennò che conversione è?); terzo, taccio su quello che mi sembra evidentemente sbagliato, sospendendo il giudizio.

Mi sembra che il richiamo alla preghiera che tra amici continuiamo a farci vada in questo senso: il nostro tempo siamo noi, la qualità della Chiesa la facciamo noi, quindi tocca a noi essere per primi più seri, e farci santi. Ognuno nella propria vita, in privato, ma anche in pubblico. Facendo bene il proprio nel proprio ambito, essendoci pubblicamente quando ci è chiesto di esserci, e pregando sempre di più, da soli e qualche volta anche insieme. Per questo procedono a ritmo serrato i preparativi per il secondo capitolo generale del monastero wi-fi, il 19 ottobre a Roma, e per questo spero che riprendano al più presto gli incontri di preghiera nelle città in cui sono nati (e che magari ne nascano di nuovi!).

Noi a Roma ci vediamo il primo lunedì del mese, quindi ricominciamo già da oggi, questa sera ai Santi Quattro: alle 20 ci si incontra per mangiare un boccone insieme (ognuno porta qualcosa, e chi non porta mangia lo stesso), alle 20.30 la lectio di don Pierangelo Pedretti (uno di quelli che dà la vita per la Chiesa nel silenzio), poi adorazione e compieta. L’invito è aperto a tuttissimi.