Un accorato appello dai sacerdoti del Nicaragua

Abbiamo ricevuto questo accorato appello dei sacerdoti nicaraguensi. Fa accuse molto gravi e precise, che purtroppo non possiamo verificare di persona, ma conosciamo chi conosce bene quella realtà e conferma che è in atto una persecuzione gravissima contro la Chiesa cattolica e i suoi figli, non solo il clero. Anche il Papa ne ha parlato nell’Angelus, e siamo certi che molto più, nel silenzio, la diplomazia stia lavorando. 
Da fratelli col cuore gonfio di dolore  non possiamo che far sentire la nostra vicinanza “ai santi che sono in Nicaragua”, come direbbe san Paolo. Forza, siamo con voi! Ci uniamo a voi nella preghiera insistente. 

PRONUNCIAMENTO DEL CLERO DELLA DIOCESI DI ESTELI’

“[…] sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati”. (Ebrei 12,11)

Sig.ri ministri del Governo di Nicaragua:

Cosa volete? Cosa state facendo? Per quindici giorni avete tenuto illegalmente prigionieri il Vescovo di Matagalpa e Amministratore Apostolico della nostra Diocesi di Estelí, diversi sacerdoti e vari laici.

Ora quello che avete fatto è stato cambiare il posto solo per smobilitare il cordone di sicurezza che avevate collocato intorno alla Curia. E avete portato alla famigerata prigione Chipote i nostri fratelli sacerdoti e i laici che hanno accompagnato il Vescovo. Avete contribuito all’esilio di monsignor Silvio Báez, di padre Edwin Román, avete rovinato la vita a padre Harvy Padilla, avete imprigionato padre Manuel de Jesús García, costruendo accuse contro di lui. Avete imprigionato monsignor Leonardo Urbina, senza provare a suo carico alcuna accusa, non avete permesso a padre Idiáquez di rientrare nel Paese, state trattenendo il passaporto di monsignor Silvio Fonseca, avete espulso le suore della Congregazione di Santa Teresa di Calcutta, avete cancellato lo status giuridico di Cáritas Estelí, avete confiscato l’Università Cattolica del Tropico Seco, avete cancellato lo status giuridico della Famiglia Fabretto. Avete sequestrato padre Oscar Benavides e lo avete portato nella prigione di El Chipote. Avete rovinato la vita di padre Uriel Vallejos, di padre Vicente Martínez e di padre Sebastián, impedendo ai loro parrocchiani di partecipare alla messa in chiesa. Avete rimosso dalla rete di trasmissione il Canale Cattolico della Conferenza Episcopale del Nicaragua, il Canale Cattolico San José della Diocesi di Estelí, il Canale Cattolico della Diocesi di Matagalpa, sette radio della Diocesi di Matagalpa che contribuivano all’evangelizzazione. Avete espulso il nunzio apostolico!!!

Accusate il Vescovo di Matagalpa e Amministratore Apostolico della Diocesi di Estelí affermando che egli stia “cercando di organizzare gruppi violenti, incitandoli a compiere atti di odio nei confronti della popolazione, provocando un clima di ansia e disordine, alterando la pace e l’armonia della comunità, con lo scopo di destabilizzare lo stato del Nicaragua e attaccare le autorità costituzionali”.

L’incitamento all’odio e alla violenza è stato avviato da voi, quando il signor Daniel Ortega, nell’atto ufficiale della celebrazione del 19 luglio 2018, accusò pubblicamente alcuni vescovi di essere golpisti, terroristi e, da allora, sono innumerevoli le volte in cui voi, che dovreste dare esempio di civiltà e rispetto, lanciate ogni genere di insulti, offese e diffamazioni, non solo ai vescovi, ma anche a noi sacerdoti. La nostra natura e missione pastorale pacifica ha fatto sì che sopportassimo pazientemente simili barbarie. Queste accuse infondate, come quella di essere golpisti, perché qui non c’è stato nessun colpo di stato, dal momento che i colpi di stato li eseguono gli eserciti, e qui l’esercito non ha eseguito per nessuno un colpo di stato, esistono solo nella vostra mente. Qui ciò che c’è stato nel 2018 è stata una protesta popolare, che alla fine ha lasciato dietro di sé un’enorme quantità di giovani nicaraguensi assassinati, senza dimenticare tutti coloro che sono morti nell’Operazione Pulizia. Migliaia e migliaia di fratelli nicaraguensi dovettero andare via dalla loro patria per preservare la propria vita o non finire in galera.

Ci accusano di voler creare separazioni, quando sanno benissimo che quello che abbiamo fatto è stato un lavoro di mediazione per evitare morti inutili; assistere i feriti, proteggere la vita di fratelli nicaraguensi! Da allora hanno iniettato odio e, grazie a Dio, il nostro popolo è nobile e non si lascia ingannare e tutta questa campagna diffamatoria non si è insinuata nei cuori e nelle menti della nostra gente buona e rispettosa della propria fede cristiana, dei propri servi, i vescovi e i sacerdoti.

Voi siete quelli che generano ansia e disordine in questo paese. Come il disordine e l’ansia che avete generato a Matagalpa con quel cordone di sicurezza che avevate creato intorno all’episcopio. Avete pregiudicato la libera circolazione dei veicoli, il normale corso del commercio, della gente che lavora onestamente. Voi siete quelli che avete contaminato e alterato la percezione che la popolazione ha della Polizia, che viene paragonata alla Guardia dei tempi di Somoza, perché la costringete a compiere violazioni dei diritti umani della popolazione indifesa; invece di essere le sentinelle della gioia del popolo, l’avete trasformata in un braccio coercitivo e violento.

La nostra missione è evangelizzatrice, pastorale, pacifica, per natura siamo amanti della pace, una pace che si fonda sulla verità, la giustizia, la libertà, l’amore. Noi predichiamo il comandamento dell’amore che Gesù ci ha lasciato. Ci sforziamo di riconciliare le persone che voi dividete con il vostro modo di procedere. Noi predichiamo che, sì, è possibile essere fratelli, anche se siamo diversi. Siamo fedeli al principio dell’unità nella diversità. La parola di Dio ci spinge ad essere profeti e a difendere i diritti umani delle persone. E a denunciare ogni tipo di ingiustizia. Non sequestriamo le persone, non prendiamo ostaggi umani, non costruiamo accuse per incarcerare le persone. Ci fa male che i nostri connazionali debbano migrare, così come la disgregazione delle famiglie.

Il Signore vi ha concesso l’opportunità di assumere di nuovo il governo e di non ripetere gli errori della vostra prima amministrazione. Però non solo li avete ripetuti, ma siete andati ben oltre. È veramente deplorevole.

Vi esortiamo a convertirvi e a smettere di rovinarci la vita; lasciateci lavorare in pace! Rilasciate il Vescovo, i sacerdoti e i laici e il Signore avrà pietà di voi, se vi convertite di tutto cuore.

Rispettate la Costituzione Politica della Repubblica! Voi fate quello che volete con le leggi, le manipolate, emanate decreti per imprigionare i cittadini. E ricordate: Nessuno deve essere al di sopra della Costituzione Politica della Repubblica! Quello che state facendo è sì promuovere il disordine e l’ansia in questo Paese che soffre.

Ora, dunque, ciò che fa il Vescovo di Matagalpa, che non ha commesso alcun delitto, è un innocente con la coscienza tranquilla, lo facciamo tutti noi sacerdoti del Nicaragua. Ciò che state facendo al Vescovo Álvarez, l’Amministratore Apostolico che ci ha scelto Papa Francesco, lo state facendo a tutti noi. State perseguitando la Chiesa per la sua missione profetica, perché è l’unica capace di denunciare le vostre continue violazioni dei diritti umani, dimenticandovi che quando perseguitate la Chiesa, nella persona dei suoi servi, i vescovi, i sacerdoti, i laici, è Cristo stesso che perseguitate (cfr At 9,5).

Continueremo a pregare, affinché il Signore vi conceda il suo Spirito Santo e possiate correggere tutte queste barbarie che state facendo alla nostra Chiesa nicaraguense.

Ci sentiamo rafforzati dalla vicinanza, dal dolore e dalla sollecitudine del nostro Papa Francesco, per le sofferenze della Chiesa nicaraguense. Sappiamo di essere sempre presenti nelle sue preghiere.

Ringraziamo tutte le Conferenze Episcopali che hanno mostrato solidarietà, e continuano a farlo, con la nostra Chiesa perseguitata, soprattutto con il nostro Amministratore Apostolico, Monsignor Rolando José Álvarez Lagos.

Ringraziamo tutte le personalità di tutto il mondo che hanno espresso i loro buoni auspici, affinché questa crisi si risolva nel migliore dei modi e il prima possibile.

Ribadiamo la nostra vicinanza e il nostro sostegno incondizionato, non solo al nostro Amministratore Apostolico, ai sacerdoti e ai laici, ingiustamente incarcerati, ma anche agli altri vescovi della Conferenza Episcopale del Nicaragua, che soffrono nella propria carne le vessazioni che sono state inflitte al loro fratello nell’episcopato.

Fraternamente,

Clero diocesano autoctono della Diocesi di Estelí, che comprende le Parrocchie dei dipartimenti di Estelí, Madriz e Nueva Segovia.

Nella memoria di Santa Maria Regina, il ventiduesimo giorno del mese di agosto dell’anno duemilaventidue.

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