Vi racconto Gilda

Grazie alla mia amica Elena di Torino ho avuto la grazia di incontrare la storia di Gilda negli ultimi mesi, la sua mamma è una “consorella” wifi, e tanti di noi hanno pregato per questa bellissima ragazza, che a sedici anni ha scoperto di avere un tumore. Vorrei condividere con voi la sua storia, un segno che se sei cristiano, se vivi con Cristo, lui trasforma ogni cosa, la trasfigura davvero, e la croce da “sfiga” diventa il luogo dove incontrarlo. Cara Gilda, prega per noi, e salutaci David Buggi e i tanti ragazzi che brillano come voi per avere accettato con mansuetudine la propria storia.
 
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Gilda nasce a Torino il 13 aprile del 2004. Trascorre una vita normale crescendo in intelligenza e forza con un carattere marcato sin da piccola da una forza e una determinazione straordinaria che le hanno consentito di farsi sempre spazio senza chiedere aiuto a nessuno. La sua straordinaria voglia di vivere in mezzo agli altri ha fatto sì che lei fosse sempre circondata da amiche e amici che hanno riconosciuto in lei una persona che sapeva come affrontare i problemi e risolverli.

Ha sempre preso le difese dei più deboli e soprattutto di chi subiva un torto. Nello sport è sempre stata determinata come nella vita: in piscina da piccola del gruppo nuotava come un delfino. Ultima arrivata nella squadra di pallavolo e senza esperienza, dopo un duro lavoro di allenamento, con caparbietà è entrata tra le titolari. Negli scout ha sempre affrontato le sfide con tenacia, forza e intelligenza. Per la sua forza di carattere e la vivacità nell’affrontare tutte le attività, veniva considerata la “bulla” del gruppo.

Educata alla Fede Cristiana, è stata affidata ogni giorno a Maria perché proprio a Lei i genitori si sono rivolti per averla in quanto tanto ricercata ma che tardava ad arrivare. Ha avuto la sua educazione Cristiana sin dai tempi della Scuola Materna, per poi lasciarla, dopo aver ricevuto i Sacramenti del Battesimo, della Comunione e della Cresima, alla sua ricerca personale del Signore. Lo ha fatto tramite la Parrocchia ma soprattutto attraverso la Turris Eburnea[1] perché rispecchiava in lei quel senso della bellezza femminile che il Signore ricerca nelle ragazze. Lo ha fatto soprattutto a modo suo, con tanta determinazione e offrendo ogni giorno la sofferenza a Dio.

Le piaceva tanto girare per le città e i luoghi d’Italia perché aveva il desiderio di conoscere i territori dove era espressa sia la bellezza artistica che quella paesaggistica.  Roma, Milano, Genova, Venezia, Napoli, Parigi, Barcellona e per ultima, Firenze. Proprio durante l’ultimo viaggio di famiglia a Firenze nel febbraio del 2020, in concomitanza con lo scoppio della pandemia da covid-19, mentre tutto il mondo viveva con l’ansia di questa malattia sconosciuta e senza cure, dopo aver fatto una Risonanza Magnetica per un dolore alla schiena che insisteva da mesi, veniva scoperta una massa sospetta sulla cresta iliaca dell’anca destra. Il 12 marzo del 2020, dopo il ricovero al CTO di Torino per la biopsia ai tessuti ossei e molli della massa sospetta, le veniva diagnosticato un Sarcoma di Ewing. Tre giorni prima aveva perso anche il nonno paterno che viveva in Calabria.

Nell’angoscia della tremenda notizia comunicata dall’equipe medica circa il male e la possibilità delle cure rientrata a casa, si collega con il computer con la classe che stava seguendo le lezioni con la modalità della didattica a distanza a causa delle misure restrittive dell’emergenza della pandemia, comunica alla Professoressa e ai proprio compagni di classe che era malata di tumore. La sua forza di carattere le ha consentito di non nascondersi ma di affrontare subito e in maniera diretta, la malattia. Inizia un percorso difficile e pesante dove ha dovuto sostenere 9 ricoveri in Ospedale per le infusioni di chemioterapia con la caduta quasi immediata dei capelli (la sua forza), un autotrapianto e 36 interventi di radioterapia. A fine dicembre, al termine delle cure, effettua tutti i controlli strumentali che confermano l’andamento positivo delle terapie tanto da iniziare, a gennaio del 2021, una terapia orale di mantenimento per sei mesi. Ricrescono i capelli, continua con gli studi concludendo un anno scolastico con una media generale altissima (superiore al 9). Si sottopone anche alle due dosi di vaccino da covid-19 per ricominciare ad avere una certa libertà di movimento, in sicurezza, per incontrare gli amici e partecipare agli eventi della Turris Eburnea che iniziavano a riprendere timidamente. Durante questo periodo di fine inverno e inizio primavera, l’Oratorio salesiano della parrocchia e la Turris Eburnea, organizzano delle interviste per condividere la testimonianza forte di Gilda con tutti i ragazzi e le ragazze della sua età, ma anche per le persone adulte. La prima intervista, breve nella durata, viene trasmessa su un canale interno all’Oratorio mentre la seconda, considerato il “mondo” di preghiera che Gilda aveva mosso per la sua malattia e guarigione, viene trasmessa su un canale social con una punta di più di 400 collegati. Più che un’intervista, un fiume in piena di un racconto di circa 1 ora e 40 minuti dove Gilda ha raccontato come ha vissuto il periodo della malattia e delle cure.

Il 6 luglio 2021, con l’ultima compressa del farmaco chemioterapico di mantenimento, festeggia con familiari e amici, la fine dell’incubo della malattia che, in maniera subdola, stava ritornando e anche con una manifestazione più aggressiva. Difatti, il 20 luglio del 2021, dopo una breve pausa di vacanza estiva trascorsa al mare, a seguito del controllo periodico programmato per monitorare proprio l’andamento della guarigione, i medici avvertono Gilda e i genitori della ricomparsa della malattia con manifestazioni delle cellule tumorali più diffuse. Inizia così un secondo percorso fatto di 4 ricoveri lunghi 5 giorni per somministrare il farmaco chemioterapico ad alte dosi. E Gilda, non ha mai perso la speranza della guarigione fidandosi delle cure che i medici avevano proposto. Trascorrono così tre mesi tremendi dove il farmaco non ha avuto gli effetti sperati. Si cerca di attuare un protocollo sperimentale, ma senza successo fino a giungere al 24 gennaio, data della nascita di Gilda in Cielo.

Durante questi anni di cure mediche è stata sempre attenta a tutto, ha sofferto la malattia con il sorriso sulle labbra senza far preoccupare nessuno di nulla. Con dignità entrava nel reparto dell’ospedale, faceva le terapie, cadeva e si risollevava e quando usciva tra le varie sofferenze delle aplasie, era sempre pronta a collegarsi con i tuoi compagni di scuola e con i professori per non perdere il contatto con loro. Nella sofferenza è stata attenta sempre al trucco e all’aspetto fisico ma lo faceva anche per non far preoccupare chi stava dell’altra parte del monitor. E si perché la sua fame di sapere l’ha spinta a studiare anche nelle stanze del reparto dell’ospedale, con le flebo attaccate al braccio perché ha sempre avuto il senso della conoscenza, della capacità di farsi domande e ricercare le risposte; la passione per la matematica, la fisica, la filosofia, la storia, la letteratura, il latino e l’inglese che le piace veramente tanto, la musica ed in particolare il canto. Questa fame del sapere è sempre andata a braccetto con la percezione della bellezza che aveva in tutto, dalla ricerca del trucco bello, elegante e puro, all’amore per la magnificenza della natura: amava tanto il mare come la montagna, le piaceva tanto sciare quanto nuotare. Per lei tutto era bello. Era bella da scout quando rientrava da una uscita o bella quando si preparava per andare agli incontri della Turris Eburnea.

Forse questo senso della bellezza e l’amore per la vita, il suo carattere sempre allegro e sorridente anche davanti alle sofferenze della malattia, il senso dell’amicizia, della giustizia e dell’onestà, hanno fatto si che quando Gilda si è ammalata, ha smosso un mondo di preghiera che ha unito tantissime persone da varie parti del mondo. Persone che non hanno mai creduto o che non entravano in Chiesa da anni, hanno chiesto al Signore che Gilda potessi guarire dalla malattia per rimandare in mezzo a tutti loro. Molti si sono messi in ginocchio davanti al Signore per pregare per Gilda.

Il disegno del Signore per lei è stato diverso da quello che tutti chiedevamo. Tanti e tutti quelli che hanno pregato per lei, dalla Mongolia al Congo alle parrocchie o i numerosi monasteri e santuari, la Turris Eburnea, gli amici e le amiche del Monastero WiFi, il SERMIG, i gruppi di preghiera o persone che da sole, in silenzio, hanno chiesto la Grazia per Gilda, hanno partecipato con gioia e commozione alla messa funebre di saluto a Gilda. Perché Gilda non è morta ma è solo passata, attraverso un piccolo arco della porta, dalla vita terrena alla Vita Eterna, lasciando i genitori, i fratelli, i cugini, i nonni, gli amici e conoscenti, con un grosso ed enorme vuoto fisico ed un graffio sulla pelle che brucia ma con una serenità d’animo che solo il Signore Consolatore può donare.

OMELIA 29/01/2022: FUNERALE DI GILDA CELEBRATO DA DON GIGI A TORINO

Caro corpo di Gilda, sei qui, in mezzo a noi, sei quello che ci resta. Un corpo giovane, forte, eri agile, sportivo, bello. No non sei un contenitore vuoto, sei ciò che ha custodito e ha formato l’anima di Gilda. Infatti alla fine della celebrazione ti onoreremo con l’acqua benedetta e l’incenso, perché tu, corpo, risorgerai. Sei destinato al paradiso, destinato a far parte della stessa risurrezione di Gesù.

Gilda non è un angelo, non sarà mai un angelo, è una Figlia di Dio, e i figli di Dio sono molto più che angeli. I figli di Dio sono suoi famigliari, somigliano a Gesù in corpo e anima, in loro corre la stessa vita: lo Spirito Santo. Gilda tu sei una figlia di Dio destinata a condividere la Sua gloria, a farne parte. Sei figlia di Dio adesso, come lo eri nella gioia, come lo eri nella sofferenza.

Caro corpo di Gilda, per mezzo tuo abbiamo conosciuto, il suo carattere, le sue capacità, … per mezzo della tua malattia abbiamo conosciuto la sua anima, che continua a stupirci anche adesso, e ci si svela gradualmente attraverso avvenimenti, incontri, messaggi, confidenze di questi giorni. Hai finito il tuo compito, per il momento: il paradiso aspetta anche te!

C’è un aspetto particolare del corpo che ha sempre attirato la nostra attenzione e che ci ha anche guidati nella scelta del Vangelo: lo sguardo di Gilda. I suoi occhi. Occhi belli, occhi profondi, occhi che sono lo specchio dell’anima (così come si dice). Quegli occhi che, con l’avanzare della malattia, della sofferenza e, forse, soprattutto della consapevolezza, si sono fatti sempre più luminosi, trasparenti, … in realtà non ho una parola per descriverli, … ma parlavano di vita, di purezza, di bellezza, di amicizia, di forza, di dignità.

Voi sapete che ha destato scalpore ed è finita in televisione, la dichiarazione di Sofia Goggia, questa fortissima sciatrice che per una caduta vede compromessa la sua partecipazione (probabilmente vittoriosa) alle olimpiadi: «Se questo è il piano che Dio ha riservato per me, altro non posso fare che spalancare le braccia, accoglierlo e accettarlo. E andare avanti. Grazie a tutti». I media: stupiti, i fedeli: ammirati …. Ma allora, se il mondo conoscesse te, Gilda, e la tua storia, quel mondo, cosa dovrebbe dire e pensare davanti alla tua consapevolezza e alla tua accettazione, ben diversa è stata la posta in gioco.

Imparagonabile.

E Infatti c’è tanto mondo qui con noi. Tanto mondo ti ha accompagnato, ha pregato per te, con te, e tu hai pregato per tanti, conosciuti e sconosciuti, amici e parenti, compagni di scuola e giovani in difficoltà. … Una rete di preghiera che per primo ha stupito e continua a stupire i tuoi famigliari e chi ne viene in contatto.

Anche Gilda ha lasciato un messaggio su Instagram. Non so se sia corretto considerarlo come le sue ultime parole. Beh, In un certo senso è stato il suo ultimo messaggio consapevole al mondo: «Essere in bilico tra la morte e la vita può spaventare ma arrivare al punto di dire come va va, deve aiutarti ancora di più a voler fare tante e tutte le cose di quella piccola speranza ancora rimasta che si speri duri per sempre. Ma se non fosse così non importa, l’importante è fare. Dire “tranquilla” qualunque cosa accada perchè così deve essere».

“L’importante è fare”. Bene, allora guardiamo cosa hai fatto: Ogni parola, ogni azione che il dolore ti permettevano di compiere, erano per l’unità con i tuoi famigliari: le colazioni insieme, i cartoni animati visti insieme, i regali di Natale, le uscite, i balli, le camminate con gli amici e i giochi… quelle piccole, banali cose quotidiane cui non diamo mai troppa importanza ma che sono il sale della vita, ne sono la sostanza e la qualità. E poi, c’erano tua madre e Andrea che volevano frenarti perchè pensavano facessi cose troppo superiori alla tua condizione e alle tue forze, ma che tu regolarmente portavi a termine. Poi le pagavi queste passeggiate, queste imprudenze perchè il corpo reclamava la sua parte. Ma la tua anima stava già andando oltre… e tu seguivi lei e non lui. Questo corpo che ti piegava dal dolore, tu lo raddrizzavi con la forza della tua anima.

In Tanti abbiamo pregato, invocato, implorato, chiesto la grazia per te cara Gilda, ma forse tu sei quella descritta dalla prima lettura: “Divenuta cara a Dio, fu amata da lui, e poichè viveva tra i peccatori, fu portata altrove”. Nella tua sofferenza, apparentemente così disumana, si è manifestata la forza che ti ha fatto splendere, la grazia che ha valorizzato ogni tuo sorriso, ogni tuo gesto accogliente, ogni tua iniziativa di amicizia, condivisione, premura per gli altri. Dio ha voluto chiamarti al sicuro.

Cari famigliari per voi è la seconda lettura: “siamo tribolati ma non schiacciati, sconvolti ma non disperati, colpiti ma non uccisi”. Questa prova è enorme, è tremenda, ma si sta rivelando, nei modi misteriosi che Dio solo sa praticare, anche gloriosa: siamo nati per il paradiso. Viviamo per andare a casa. E Gilda ci è andata accompagnata da voi. Tenete a mente la sua lezione, custoditela nel cuore e praticatela nel quotidiano: custodite l’unità, state insieme, condividete. Camminate, ognuno con il suo carisma, ma sempre nell’unità, nell’amore e nell’attenzione agli altri. … Dai diciamocelo, In una situazione normale, se Gilda non fosse stata malata, non sareste andati alle colazioni, alle gite, non avreste fatto tutte le cose che lei vi ha “costretto” a fare, pensateci bene, sono tutte azioni di amore, di unità di condivisione, è tutta ricchezza che vi lascia, è la sua eredità: Gilda vi ha detto: “Viviamo insieme, facciamo tante piccole cose insieme, godiamo del fatto di poter stare vicini gli uni agli altri, di esserci per gli altri”. La sua necessità diventi la vostra ispirazione. La consolazione che resta è quella di averla accompagnata fino alla fine nel suo percorso, di esserci stati, di averle voluto bene, di averla sempre sostenuta e incoraggiata, ognuno con il proprio ruolo, assecondandola in tutto e accompagnandola e assistendola anche nell’ultimo respiro. Ma è per questo che esistiamo: per custodirci a vicenda!

Cara gente qui presente e anche voi collegati: impariamo questa lezione: SIAMO NATI PER CUSTODIRCI A VICENDA.

Certo, tutto questo amore, ora è dolore. Amore grande, dolore grande. Ma non potremmo mai rinunciare a questo amore (Cara nonna mi raccomando, non cambiare le chiavi di casa). E allora ci sgorga dal cuore e dall’anima una domanda:……. Quanto è grande l’amore di Dio, se già il nostro sa essere così devastante? Chissà quanti, alla notizia della malattia, ma più ancora alla notizia della morte, avranno detto: “Povera Gilda, solo 17 anni”. Certo, Con il metro con cui ci misuriamo noi umani, ci sono dei motivi per dirlo, ma con Dio e in Dio, niente è come sembra.

Ora Gilda è nella gioia, me li vedo Carlo Acutis, Giulia Gabrieli, David Buggi, Chiara Badano, Sandra Sabattini e tutti gli altri dirle «stai qui che qui stiamo bene e non ti preoccupare, aiutiamo il mondo in una maniera che non hai idea. Solo che il mondo non sempre si aspetta da noi le cose giuste.».

Per questo non dobbiamo dire povera Gilda, ma riconoscere che siamo noi quelli più poveri. Perchè senza di lei le nostre salite si faranno sentire un po’ di più.

C’è un altro modo dire: “Bisogna andare avanti, la vita va avanti, andiamo avanti…”. In realtà, guardate bene, è Gilda che è andata avanti. Gilda non si è fermata qui. Qui si è fermato il suo corpo (che comunque, ripeto arriverà in paradiso al momento giusto).

Volete vedere Gilda? Non guardate indietro, guardate avanti. Lei è avanti, è già in paradiso e da lì ci verrà incontro in tanti mille modi che dovremo imparare a riconoscere. La memoria di Gilda, l’averla conosciuta, il guardare le sue foto, ci deve servire per riconoscerla qui, adesso, oggi, domani, dopodomani…. tutte le volte che, per amore di Dio, interverrà per noi. Solo se Impariamo a conoscere l’anima di Gilda sapremo riconoscerla nei doni che Dio per sua intercessione ci concederà.

Nel Vangelo abbiamo letto: “Non si accende una luce per nasconderla, ma perchè illumini”. La luce di ognuno brilla quando si compie la propria vocazione e la volontà di Dio. La vocazione di Gilda è stata brusca, dura, in salita e ha coinvolto e stravolto parenti, amici e conoscenti. Il fatto che lei la abbia accolta e si sia consegnata nelle mani della sua famiglia innanzitutto, dei medici, ma soprattutto del Signore, l’ha salvata dalla disperazione e l’ha portata in una dimensione di socialità e altruismo e spiritualità dilatate al massimo grado.

Nel vangelo emerge la parola LUCE. Luce che tutti noi cerchiamo nella vita, luce che Gilda e la sua famiglia hanno chiesto come guarigione, LUCE che si è realizzata come gioia autentica nei momenti felici trascorsi insieme, LUCE che chiediamo diventi consolazione.

Ognuno di noi, dal momento che esiste, è lampada accesa da Dio per illuminare gli altri. Le nostre scelte e il modo con cui affrontiamo ciò che accade, faranno la differenza e ci faranno essere luce che si nasconde oppure che illumina molti. Impariamo Oggi che si può splendere anche nelle tenebre. È Gilda che ce lo insegna: Allora Diamoci da fare perchè non possiamo sprecare questa lezione che Dio ci ha inviato.

23 aprile 2020 Paola mi ha inviato questo post: «Doveva fare un compito in inglese, descrivere una festa, un Festival…Ha iniziato immaginando una camminata in montagna, verso il Lago Blu, a St. Jacques.

Lei racconta ,trasponendo tutto quello che finora le è toccato con la chemioterapia. (Sofferenze, rinuncia ai capelli…)

Scendiamo dalla macchina, si distribuiscono gli zaini, il mio il carico più pesante, avrei voluto rimanere in macchina, troppo per me, non posso farcela..

Poi l’esperto di montagna, mi dice un passo alla volta e si arriva in cima, faccio fatica, non respiro, cammino, guardo a terra, mi siedo…

Ma ecco che arrivo al lago blu…magnifico, blu intenso riflette il cielo, mi dice di pensare positivo e di puntare in Alto.

Di colpo lo zaino mi giro ,è vuoto…era pieno di Cibo per fare Festa… Che il Signore sia per lei, l’esperto della montagna…è accanto a lei…si sente e si siede con lei…ma la porterà sulla Cima»

Dio Padre, Tu che fai bene tutte le cose, aiutaci, per l’intercessione di Gilda, a essere LUCE da oggi fino al nostro arrivo in paradiso quando, ci ricongiungeremo a tutti i santi e con Te, Tua Madre, Gilda e loro formeremo l’unica, grande, gioiosa famiglia dei Figli di Dio riuniti alla mensa del Padre.