Via Crucis, alle Catacombe di San Callisto

di Costanza Miriano

Io questa cosa del nostro Re potentissimo, anzi Onnipotente, che poi finisce attaccato mani e piedi a una croce e senza anestesia, dopo atroci sofferenze, non è che la capisco tanto. Eppure credo che lì stia il mistero, il cuore più profondo della nostra fede. Lì è lo scandalo per noi, eppure lì sta la Verità che cerchiamo, e pare che se non si passa di lì non ci si arriva.

Ogni Quaresima mi propongo di pregare più seriamente la Via Crucis, perché so che lì sta il segreto. Non sempre rispetto i miei buoni propositi, perché alla fine, in fondo, mi piace più un Gesù che mi risolve i problemi, uno che non mi porta via la vita, ma che mi aiuta a viverla meglio come dico io (cioè in realtà peggio). Diciamo che io me la organizzo e la sistemo come meglio credo, la mia vita, poi mi rivolgo a lui se qualcosa non va. Ma uno che ti capovolge la capoccia, che ti dice di prendere la croce, uno così mi stravolge troppo, e il fatto che dica che il giogo è soave non è che mi convinca troppo.

Eppure le storie dei martiri ci fanno intravedere che c’è un altro modo di vivere, che quando capisci il tesoro che è stare con Dio, la sofferenza non solo ti sembra dolce, e puoi morire sorridendo come san Policarpo o come Chiara Corbella Petrillo e migliaia di altri, ma è anche l’unica via per conoscerlo.

Insomma, la Via Crucis è davvero la preghiera più preziosa, quella che conduce al segreto di Dio.

A Roma ogni giorno ce ne è una, e sicuramente anche in tutta Italia le parrocchie la propongono. Non è un pio esercizio da beghine, è l’atto più rivoluzionario che possiamo fare.

Io parteciperò a quella della mia parrocchia, a quella di Chiesa Nuova, a quella del Papa al Colosseo, e adesso ho saputo anche che don Vincent Nagle, della Fraternità Missionaria san Carlo Borromeo, guiderà una meditazione per qualche amico sulla strada delle Catacombe di san Callisto.

Qui a Roma non tantissimi lo conoscono, ma vi assicuro che vale la pena di ascoltarlo. Per il suo cuore grande, la sua intelligenza acuta, e anche per la missione che da anni sta plasmando il suo cuore: da cappellano della Fondazione Maddalena Grassi accompagna i malati che non sono destinati a guarire, e quindi con il tema della sofferenza e della morte fa i conti tutti i giorni. Ed è capace di annunciare qualcosa che sconfigge tutte le nostre paure.

Per chi vuole ascoltarlo, l’appuntamento è alle Catacombe di san Callisto, si può (credo che i salesiani saranno molto buoni con noi) mettere la macchina su al parcheggio delle Catacombe da cui la processione partirà alle 18.30, oppure per chi viene a piedi ci si può vedere al Quo Vadis alle 18.

Chi pensa di venire può avvisare don Vincent o anche noi (nei commenti o sulla mail  del blog), perché se il numero dovesse essere alto si pensava di prendere delle radioline per non disturbare, e anche per favorire la concentrazione.