Commenti su Il Vangelo è davvero una mappa del tesoro di Bariom

Le esperienze concretissime di male o ingiustizie ricevute (talvolta solo supposte tali), segnano la netta linea di demarcazione tra noi (me per primo) e l’ “essere cristiani”.

La precisa distanza tra noi (me per primo) e Colui che diciamo e certamente anche ci impegniamo, a seguire ma addirittura ad amare: Nostro Signore Gesù Cristo.

Come ha agito Lui rispetto il Male e l’Ingiustizia?
Eh già ma Lui era Lui, Lui era Dio, Lui era Santo e via a sciorinare le differenze tra Lui e noi, che è certo che esistono, ma allora che differenza c’è tra un pagano e noi? Solo il fatto che preghiamo? Che “andiamo a Messa”?
Se amiamo solo coloro che ci amano che differenza c’è?

D’altronde è Gesù che parla così in Matteo:
«Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.»

E non è che la mette lì come una opzione “fate i buoni se potete”…

E’ un discorso assimilabile ai Comandamenti, almeno per coloro che seriamente si mettono alla sequela, ma è anche “la mappa del tesoro” di cui parla Costanza.
Quale tesoro? Il tesoro delle BEATITUDINI (guarda caso il capitolo è quello), la Beatitudine di essere Figli di Dio, di essere in perfetta Comunione con Lui, di avere lo sguardo di Cristo sul mondo, le cose del mondo, gli Uomini e Donne del mondo.

Il tesoro è scoprire che né spada, né offese, né ingiustizie, né fatica, né insulti, né fame e neppure la morte potranno separarci dall’Amore di Dio.

Cristo ha posto un argine al Male del mondo (anche se a noi non sembra) e l’argine sono le sue braccia aperte sulla Croce, le braccia del supplizio, quelle aperte della Misericordia (Padre perdona loro…). Oppure il nostro covare risentimento anche senza passare a sfogarlo perché “siamo buoni cristiani”, il nostro “volere giustizia”, oltre ad essere profonda ipocrisia, ci tirerà a fondo verso l’abisso!

“Ma io non ce la faccio!”
Certo che non ce la facciamo, perché il sacrificio (sacrum facere) E’ DI CRISTO! E’ Lui, il suo Spirito che deve venire ad abitare ed agire in noi… non ci cibiamo forse del Suo Santissimo Corpo?

Due cose troppo spesso dimentichiamo (io per primo):
Cristo ci ha amati per primo quando eravamo, quando siamo, suoi NEMICI!
Ce la fa “pagare”, ci maledice o intercede per noi presso il Padre? Ma abbiamo coscienza del nostro porci come nemici? Nemici della Sua Parola, perché la smentiamo. Nemici del Suo Amore perché impediamo che arrivi al nostro Prossimo (proprio quello che ci fa del male).

Seconda cosa, perché Dio permette quell’ingiustizia, quel male contro di noi? Si, la permette… leggiamoci Giobbe.
Forse proprio perché noi sperimentiamo quanto siamo piccoli, fragili, inetti, incapaci e peccatori.
Nulla possiamo se non imploriamo Lui, se non chiediamo a Lui il Suo Spirito, se non arriviamo a dire a credere che quell’ingiustizia, quel male è buono per noi, è la strada per la nostra conversione, è la CROCE! Cos’è il Cristiano senza la Croce??

E’ infine, la possibilità di sperimentare la Resurrezione, la Sua Potenza, la Sua Giustizia che non è quella di far annientare i nostri “nemici”, ma di portarli a Lui e noi essere strumento della Sua Grazia.