Cos’è la preghiera – don Antonio Grappone

 

 

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Catechesi di don Antonio Grappone al Monastero WiFi

Basilica di San Pietro, 2 ottobre 2021

Ripercorrendo la parabola esistenziale agostiniana, dal momento che «le Confessioni sono la più lunga preghiera mai scritta», monsignor Antonio Grappone sottolinea che ogni preghiera «richiede una relazione autentica con il Padre, poiché se non comporta la conversione, ossia il desiderio di vivere nella volontà di Dio, non è nemmeno preghiera».

La preghiera «è elevazione dell’anima a Dio e domanda di beni convenienti», recita il Catechismo della Chiesa. Dunque, prosegue monsignor Grappone, «non è una tecnica per ottenere risultati e non ha nulla a che vedere con lo yoga, bensì è risposta a Dio ci precede sempre nell’amore». Di qui «la qualità della preghiera non dipende dal nostro sforzo, funziona pure se hai mal di testa o stai cascando dal sonno, perché Dio conosce il nostro cuore. Consiste nel riconoscere la propria miseria dinanzi all’amore del Padre. Le parole che pronunciamo non sono nostre, sono parole di un Altro, (basti pensare al Padre Nostro e ai Salmi), che siamo però invitati a fare nostre». In questo modo, «riconciliandoci con Dio, la preghiera ci restituisce a noi stessi». Insomma la preghiera «non è mai tempo perso, perché Dio sa ascoltare, anche ciò che non riusciamo a esprimere». E relativamente ai periodi di aridità e desolazione spirituale, monsignor Grappone ricorda che il Padre permette tali momenti per insegnarci la gratuità e farci crescere spiritualmente, affinché possiamo essere riconoscenti al Suo amore, al di là della dinamica del do ut des nella quale comunemente ci rivolgiamo a Lui. In sostanza, il «frutto più prezioso della preghiera è la perseveranza nella fede, nella speranza e nella carità; in questo senso “chi prega si salva” (Sant’Alfonso)».

 

(sintesi della catechesi da Il Timone)