E di nuovo verrà nella Gloria

di Costanza Miriano

Parlare di ultimi tempi, di giudizio divino, di vita ultraterrena non è chic: se lo fai fuori, nel mondo, sei considerato un mentecatto, ma anche se lo fai dentro la Chiesa, tendenzialmente non fai una gran figura. Sei un po’ uno dalla fede semplice, popolare. Poi c’è chi non si cura di tutto questo, e ha il coraggio di affrontare le domande ultime, le più importanti, quelle che alla fine prima o poi ci riguarderanno tutti. Tipo Cristiano Ceresani, che nella vita oltre al marito e al padre fa anche il Consigliere parlamentare della Camera dei Deputati, e ha ricoperto diversi incarichi dirigenziali nel Governo. Non proprio uno sprovveduto, dunque.

Èschaton, Gesù di Nazareth e il futuro del mondo è un libro davvero monumentale, e non solo per le dimensioni. Lo è per la grandezza del tema che affronta, e lo è per la mole di informazioni che contiene, per lo sguardo di insieme con cui abbraccia un panorama che va dalla vita di Gesù agli ultimi tempi, passando – rapidamente – per la storia della Chiesa con tutta la sua bellezza e i suoi nodi problematici, senza eluderne praticamente nessuno; un libro che insieme riesce a esporre tutto questo in modo accessibile davvero a molti, dai più colti teologi al fedele semplice. Lo stile è divulgativo nel senso più alto e positivo del termine, cioè rende accessibile anche il pensiero complesso, ed è unito al coraggio nell’affrontare le questioni più spinose, che poi sono quelle che ti impediscono di abbandonarlo a metà, nonostante le oltre 600 pagine. Spero di non spaventare nessuno con l’accenno alle dimensioni: vi assicuro che si comincia a leggere e ci si coinvolge come in un thriller, ci si scalda e ci si interroga, insomma l’impresa non solo è fattibile, è appassionante. Basta avere voglia di seguire Cristiano Ceresani, che con una invidiabile facilità di scrittura ci prende per mano e ci conduce con pazienza ed enciclopedica cultura attraverso tuto ciò che c’è da sapere sul tema.

Il tema sono, appunto, gli ultimi tempi. Perché Gesù tornerà – lo sappiamo, lo crediamo e lo proclamiamo nel credo ogni domenica – tornerà e giudicherà i vivi e i morti. Innanzitutto, complimenti per il coraggio all’autore che, a differenza di tanti che hanno trasformato la nostra fede in una teoria sociologica, ci crede. Ci crede e non mostra, vivaddio nessuna sudditanza culturale nei confronti del pensiero unico. Ci vuole coraggio ad andare su Rai1 a dire che la causa dell’emergenza ecologica è il peccato dell’uomo che si è allontanato da Dio, e che Satana agisce nella storia del mondo. Come ha sottolineato Quagliariello alla presentazione del libro – con i Cardinali Muller e Burke, ci sarebbe stato da parlare per ore e ore dopo i loro interventi – se di ultimi tempi parla uno tipo Francis Fukuyama il dibattito culturale si accende, se ne parla un cristiano, come dicevo all’inizio, è un credulone che abbocca alle profezie.

Cosa dire degli ultimi tempi? Innanzitutto possiamo sicuramente affermare, intanto, che oggi sono più vicini di quanto non lo fossero ai tempi di Gesù. E questo è un dato di fatto. Anche se per Dio mille anni sono come un giorno, sono passati duemila anni da quando Gesù ci ha detto che sarebbe andato a prepararci un posto, e che poi sarebbe tornato. Inoltre ci ha detto che il momento esatto in cui ciò avverrà non lo sa nessuno, neanche lui, solo il Padre, ma nello stesso tempo ci ha detto di scrutare i segni dei tempi. Come stare davanti a questa prospettiva?

Penso che l’atteggiamento del cristiano debba essere in equilibrio tra la vigilanza degli asceti e la serenità di san Luigi Gonzaga, quello che quando gli chiesero cosa avrebbe fatto se avesse saputo che all’indomani sarebbe finito il mondo, rispose che avrebbe continuato a giocare a palla. Che non è la noncuranza di chi in fondo in fondo non ci crede (la maggioranza anche tra i cattolici), o rimuove i temi escatologici, ma la serenità di chi vive in grazia di Dio ed è pronto a presentarsi a Lui.

Nella prima parte l’autore comprende con una sguardo ampio ma attento tutta la storia di Gesù ma anche dei più grandi interrogativi esegetici. La seconda affronta più direttamente i temi escatologici: “ la sensazione generale è che nessuno oramai attribuisca più molta importanza al significato storico dei discorsi escatologici di Gesù narrati nei Vangeli sinottici e tantomeno ai ‘segni’ premonitori della seconda venuta di Cristo in essi doviziosamente descritti. … Chi, come me, osa invece addentrarsi in questi misteri nel tentativo di riconnettere le vicende storiche con la Parola di Dio, viene oggi guardato con diffidenza e sospetto… L’escatologia cristiana non può essere intesa come pura ‘futurologia’… ma è altresì vero, però, che essa non è nemmeno una favoletta che racconta un futuro spettacolo cosmico finale”. E sottoscrivo in pieno quanto scrive: “se così è, la questione del ‘quando’ e del ‘come’ l’atteso e promesso regno di Dio si manifesterà in modo visibile e in pienezza, dovrebbe divenire oggetto di maggiore attenzione da parte del mondo teologico”.

Propongo ufficialmente un convegno in cui dei teologi seri rispondano agli interrogativi sollevati qui. La questione è vitale perché come scrive Ceresani “in nessuna parte delle Scritture tuttavia la salvezza definitiva dell’uomo è concepita al di fuori del mondo, della natura e della storia, perché non è certo questa la volontà divina. Nella terza e quarta parte di questo libro scopriremo perché questa affermazione non solo è vera e coerente con il credo della Chiesa, ma è anche essenziale per comprendere come e in che termini il Dio della Bibbia, che si è compiaciuto in Gesù, abbia concretamente operato e continui a operare nella storia per condurre l’umanità e il pianeta verso le meraviglie del futuro ultimo promesso che ci attende”.

La terza parte dunque è un audace sguardo sul futuro. Audace perché “il XXI secolo è caratterizzato proprio dall’assenza di quelle che nel linguaggio comune possiamo definire le grandi narrazioni”. Qui invece si parla del senso cristiano della storia, del futuro ultimo di Israele e della Chiesa. Nella quarta parte, infine, viene messo a tema il futuro ultimo e del pianeta, con il transumanesimo, il gender, l’ecologia: le tematiche più attuali, lette alla luce di Cristo e delle sue profezie.

Dico la verità, non credo di avere le competenze per esprimermi su quasi nessuno dei temi trattati, però per me, da fedele modello base, quello che conta è che leggere un libro così ti aiuta a mettere la sveglia al cuore, a guardare tutte le cose su specie aeternitatis, come direbbe Caterina, a ricordare che ogni momento che passa ci avvicina all’incontro. Noi come singoli, e l’umanità tutta.