I sette peccati capitali e il peccato dell’invidia #monasteroWiFi Roma

Pubblichiamo la catechesi di don Paolo Mancini sul tema dell’invidia (peccato dal quale sapevo già di essere afflitta, ma che ho adesso scoperto in molte nuove sfumature: dico solo che l’ho stampata e messa sulla scrivania).
Al prossimo appuntamentodi lunedì 6 febbraio alle 21 (Battistero di San Giovanni in Laterano ingresso dalla Lateranense, con possibilità di parcheggio),  Riccardo Cendamo ci parlerà della gola: vi aspettiamo tutti, e, per fare allenamento sul peccato del giorno, ci vediamo una mezz’oretta prima dell’incontro appunto per mangiare.

Monastero Wi-Fi

Roma, 9 gennaio 2023 – Battistero di S.Giovanni in Laterano

Catechesi sul peccato dell’INVIDIA di don Paolo Mancini

 

Benvenuti a questo incontro.

Ringrazio la dott.ssa Miriano che mi ha invitato a parlare di uno di quei peccati molto particolari che è quello dell’invidia.

Questa mattina a pranzo, quando stavo con gli altri sacerdoti, ho fatto presente una cosa: io, non so voi, ma in questi tanti anni di sacerdozio raramente mi è capitato qualcuno che si è confessato dicendo “sono invidioso”.

Della lussuria, dell’ira, metteteci tutta la lista dei peccati, tutti, ma dell’invidia no.

Perché questo?

E difatti anche gli altri sacerdoti dicevano la stessa cosa: pure a me raramente qualcuno si è confessato dicendo “sono invidioso”.

Come mai questo?

Io ho una mia idea, poi ve la dirò in seguito, perché l’invidia è veramente qualcosa che ti prende alla radice. Viene dal latino “invidere”, guardare contro, guardare con ostilità.

E che vuol dire questo?

Che non riesci a rivolgere il tuo sguardo in modo sereno nei confronti degli altri. Gli altri possono essere colui che lavora con te, o il vicino di casa o colui che fa sport con te. Casomai, perché no, anche i tuoi genitori, tuo fratello, tua sorella: li guardi ma non riesci ad essere sereno. Perché è come se loro si fossero attribuiti qualcosa che tu pensi sia stato tolto a te.

Fatto sta che, se ci pensate, molte volte quando abbiamo quest’invidia che non confessiamo, la presentiamo come giustizia.
Vedi gli è andata male questa cosa… “
“Gli sta bene, così impara!”
Ha tolto a me il posto che era mio, adesso gli è andata male, sono contento!”

 

Cominci a gioire del male degli altri ma questo ai nostri occhi sempre appare come giustizia e non come invidia.
State bene attenti!

Ed è per questo che è molto pericoloso, perché il male è molto astuto. Quando si insinua nel cuore dell’uomo non vuole che tu lo porti allo scoperto. Lui sta lì.

Sono quelli che il Papa ha chiamato: i demoni educati.

Durante l’incontro con la curia è stato molto interessante. Ha commentato il brano di un uomo che ha un demone di cui riesce a liberarsi e quindi la sua anima è tutta pulita. Il demone torna, trova tutta la casa pulita allora chiama altri sette demoni, ma questa volta non entrano in maniera violenta ma in maniera molto educata. Stanno lì pronti ad uscire al momento più opportuno.
Come fai a capire che sono presenti questi demoni dentro di te?

Per la mancanza di pace e di serenità. Non riesci ad essere tranquillo e non sai neanche perché.

L’invidia è legata a doppio filo con l’autostima.

Perché ci costringe ad un continuo confronto tra noi e gli altri, o -meglio- tra ciò che non va nella nostra vita e l’immagine distorta e superficiale che abbiamo della vita altrui.

 “Vedi com’è felice! Lui ha quello che mi piacerebbe avere!” .
E forse tu non sai che quella persona non è così pienamente felice…

Io mi ricordo…

Anzi! Scusatemi non mi sono presentato: io sono Don Paolo Mancini, sono Parroco alla Natività, qui dietro.

Nel passato sono stato parroco in altre parrocchie e mi ricordo come le persone, soprattutto che avevano un certo ruolo nella società, dovevano apparire sempre contente e serene ma quando si confessavano tiravano fuori una tristezza ed un dolore che voi neanche immaginate. E dentro di me pensavo: “Ma queste sono le persone che tutti gli altri invidiano!

E non si sono resi conto che questa invidia non riesce a dare possibilità alle persone che la vivono di essere serene.

E –state ben attenti che per invidia si può anche uccidere.

Sentite qui: “A Casarano, in provincia di Lecce, un ragazzo ventenne -Antonio De Marco- uccise a coltellate due pacifiche persone -Eleonora Manta e Daniele De Sanctis- che lo avevano avuto in casa come inquilino. Antonio non è un drogato, non è incapace di intendere e di volere. Non ha perso la testa in uno scatto di rabbia e non aveva nulla di cui vendicarsi. Era solo invidioso della felicità di due persone conosciute attraverso la convivenza.

E guardate che c’è stato anche un altro fatto di cronaca molto simile ultimamente.

Fatti di cronaca con persone che uccidono perché vedono un altro felice e non possono sopportare la felicità dell’altro.

Allora quando capita questo, sappiate vedere bene nel vostro cuore!

 

Guardate, io durante l’anno spesso vado a fare degli esercizi spirituali di una settimana, e il dono più grande che il Signore mi dà, alla fine della settimana, è di far emergere dal mio cuore un peccato di cui neanche mi ero reso conto.

“Paolo, guarda che tu ti sei comportato così perché tu sei invidioso di quell’altro sacerdote. Paolo, guarda, tu sei così teso perché hai paura di perdere la stima di quelle persone.”

Questo è il dono grandissimo che vi invito a chiedere già da questa sera allo Spirito Santo: che possa far uscire fuori dal vostro cuore quello che veramente c’è.

Non abbiate paura!

Il Signore veramente ha tolto ogni tipo di peccato e la Sua nascita è veramente una Buona Notizia!

 

La cosa subdola dell’invidia è che non è limitata a cose importanti come un lavoro sicuro o un’ottima salute né a cose di lungo termine. No no. Possiamo essere invidiosi di cose minuscole, temporanee, come quando il bambino ruba il giocattolo, la matita al suo vicino di banco perché è invidioso.

Questo lo voglio avere io!” e allora sono pronto a fare qualsiasi cosa per poterlo avere. Esce fuori in qualche maniera.

 

E allora sono andato a vedere nella Parola di Dio che cosa ci dice riguardante l’invidia.

E cominciamo con il peccato originale. Tutti quanti lo conosciamo ma la domanda che ci dobbiamo porre è: perché il Male ha tentato Adamo ed Eva?

Se prendiamo il salmo 8, cosa dice ad un certo punto: “ O Signore nostro Dio, quanto è mirabile il Tuo nome su tutta la terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza”. E al versetto 5: “Che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi? .

Alcuni commentari dicono che questa frase e questo salmo siano detti dagli angeli a Dio. 

Allora questo fa nascere, da parte degli angeli un’invidia nei confronti dell’uomo

“Ma perché tu ti curi dell’uomo, e sei così preoccupato di questo essere? “
fino a portarli ad allontanarsi da Dio, perché sono invidiosi .

E che cosa comporta questo peccato originale?

Non so se ci avete mai fatto caso, perché questo ci aiuta a capire anche quali sono i frutti dell’invidia.

Il Signore Dio disse al serpente, siamo a Genesi 3 versetto 14: Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame, tra tutti gli animali selvatici; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita.”  

Questo brano lo sappiamo a memoria ma dice una cosa importante; avete mai notato che in alcuni affreschi il diavolo non viene rappresentato come un serpente, ma viene rappresentato con braccia e gambe?

Con il peccato originale il demonio perde questa possibilità di stare in piedi.

 

Per la chiesa ortodossa, avete notato se entrate in una chiesa ortodossa, non ci sono i banchi, non ci si può inginocchiare perché l’uomo risorto deve stare in piedi. Bene, “tu sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai”.

Il male ha perso la possibilità di ergersi dritto come una persona risorta, e dovrà strisciare.

E, se voi ci pensate, ogni persona che cade nel peccato dell’invidia, è come se perdesse la propria dignità personale.

Perché perdi quella che è la tua immagine dentro di te.

Chi è veramente la tua immagine, qual è questa tua immagine?

Quella di Dio, la stai dimenticando!

Guarda che Dio ti ha fatto per poter essere come Dio, per risorgere con Lui.  

Ma noi siamo attenti a quello che ha l’altra persona; e allora ci abbassiamo alle cose materiali, e poi continuiamo…

 

Se voi ci pensate, quando ci sarà la torre di Babele, allora cosa dice:
Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo, e facciamoci un nome per non disperderci su tutta la terra.” 

Perché vogliono fare questa torre?
Per arrivare fino al cielo e prendere il posto di Dio
.

 

E’ bello leggere gli apocrifi, sono molto belli, e c’è l’apocrifo proprio di questo brano, in cui si vede il re che fa costruire la torre che dalla cima della torre prende l’arco e tira le sue frecce al cielo per poter uccidere Dio.

E guardate, questo è qualcosa di molto sapienziale, perché, ci fa vedere come con il peccato originale, noi vogliamo prendere il posto di Dio, lo vogliamo uccidere, così come vogliamo uccidere quelle persone che hanno ciò che noi non abbiamo.

 

Immaginate quindi questo, pensate al il fatto del peccato, il fatto di potersi allontanare da Dio, ma non solo.

Noi infatti troviamo in Sapienza 2,24  che si dice: Per invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo, e ne fanno esperienza  coloro che gli appartengono”.

Forse nel progetto di Dio non era prevista la morte, ma non soltanto la morte fisica.

Io penso che qui si intenda più la morte dell’anima.

Quand’è che la morte dell’anima, cioè la possibilità di allontanarsi definitivamente da Dio, può entrare nel cuore dell’uomo?

Quando tu non riesci a vedere i doni che Dio ti ha fatto.

 

Andando avanti, per esempio, con Matteo 27,1: Pilato sa che Gesù gli era stato consegnato per invidia. Perché? Perché Gesù cominciava ad avere dalla sua parte le folle, perché Lui dava alla Parola di Dio un sapore, una forza particolare che scribi e farisei non riuscivano; loro erano semplicemente dei ripetitori.

Con Gesù quando sentivano la Parola, questa Parola prendeva vita.

Non è la stessa cosa che ci capita anche a noi quando un brano di Vangelo, una Parola della Bibbia che stiamo pregando improvvisamente sembra parlare proprio a me; quante volte mi è capitato di pensare “ma è possibile?”

Questo è stato scritto 2000 anni fa, io ne ho bisogno proprio ora!

E io vi posso assicurare che ogni volta che ho dei problemi li presento davanti al Signore, e il Signore quel giorno mi manda nel breviario, nella Messa, quella Parola di Dio, quel versetto di cui ho bisogno.

Ma se tu invece culli dentro il tuo cuore, rimugini quello che è l‘invidia o qualsiasi altro peccato, tu la Parola di Dio non la senti, non ti parla più!

Tu hai costruito un muro!

Per cui tutte le Parole che il Signore ti manda – il Signore ne manda continuamente a tutti quanti noi le Parole-  bene, noi rimaniamo come impermeabili

 

E anche per le comunità cristiane, se voi andate a vedere in Galati 5, 19-21, quando S.Paolo parla delle opere della carne, fra cui mette ovviamente anche l’invidia, ubriachezze, orge… sapendo che sono opere della carne cioè che non appartengono all’uomo, non sono tue, sta bene attento!

Quando tu sei stato battezzato, ieri abbiamo ricordato il giorno del battesimo di Gesù, ma anche noi dovremmo ricordare il nostro battesimo perché quel giorno ci sono state date tante armi, tu sei stato immerso dentro Dio.

Dio in qualche maniera ha detto di te: questo è il mio figlio amato, ascoltatelo, lui è il mio compiacimento; caro uomo tu non te ne sei reso conto ma tu sei il capolavoro di Dio.

Dio è contentissimo di te.

Quando tu vivi l’invida allora dimentichi che Dio ti ha fatto così come sei, perché Lui aveva bisogno di te per completare la creazione.

Come?

La creazione non è finita il sesto giorno?

No no, la creazione è un continuo.

C’è una continua creazione dove Dio, che cosa fa? crea dei suoi collaboratori per portarla a termine.

Quando noi parliamo di essere a immagine e somiglianza di Dio cosa vuol dire? State bene attenti.

L’immagine di Dio, dicono i Padri della Chiesa, è impressa dentro di noi e quella nessuno potrà mai togliercela. Ma la somiglianza è qualcosa di attivo che costruisce l’uomo attraverso la sua preghiera e le sue opere.

Quindi immagine e somiglianza non sono una ripetizione: l’immagine tu ce l’hai, ma tu sei sempre più somigliante a Dio attraverso le tue opere.

Questo vuol dire che ognuno di noi dovrebbe chiedersi: “In questo momento Gesù come si comporterebbe con me? In questo momento Gesù cosa farebbe?”
In una situazione come questa, Lui che ha toccato con mano per esempio l’invidia di coloro che, addirittura, lo avevano visto crescere…

a Nazareth non fa i miracoli?!…bene, lo prendiamo e lo buttiamo di sotto!

Vi sembra qualcosa di logico?

Caro Gesù…Caro Dio…noi nel Padre Nostro diciamo “sia fatta la tua volontà” ma Tu non ci prendere sul serio, perché noi vogliamo che Tu faccia la mia volontà!

Questo è quello che succede, fatto sta che, ogni volta che la nostra volontà non si realizza pensiamo: “Che cosa ho fatto di male perché mi è capitato questo?!”

Non hai fatto niente!

“Mi è capitata la malattia”…ma perché solo a te succede sulla terra di avere una malattia? e gli altri?

Cioè, noi vogliamo sempre essere un po’ le vittime dell’umanità, stare al centro dell’attenzione, essere coccolati come se non ci fosse nessuno a pensare a noi.

 

Guardate che la grande scoperta che io faccio nella mia preghiera è proprio questa: che Dio continuamente pensa a me…e guardate che io come sacerdote ogni giorno mi chiedo: “ma perché fra tante persone hai scelto me?

Sapete che ancora io non ho una risposta sicura a questa domanda?…perché per me è un dono incredibile!…non lo cambierei  per nessuna cosa al mondo. Ma io so che non ho fatto delle cose eccezionali per meritarmi questo dono. Conosco i miei peccati, conosco i miei limiti, li conoscono tutti i miei parrocchiani! Basta che sentite i miei parrocchiani: “Dimmi i difetti del tuo parroco”…eh…sì, ma perché li dovrei nascondere?…io so’ fatto così!…e questa è una cosa positiva, pensateci…

Se io apparissi come una persona straordinaria, una persona superiore agli altri che non commette peccati, avrei la tentazione di guardare gli altri dall’alto in basso…invece no…il Signore ha scelto proprio me come sacerdote, proprio perché conosce i miei peccati, perché io possa capire i peccati degli altri…capisco quello che è lo sforzo che vivono gli altri ad essere fedeli al Vangelo, a questa buona notizia.

E guardate che un rischio grande è sennò  quello di convivere con il male!

 

Quando si parla del Vangelo di Marco, solitamente, si parla del primo miracolo, la guarigione della suocera al Capitolo 1°, versetto 30-31…io penso che invece è molto più importanteil primo miracolo lo troviamo al Capitolo 1° del Vangelo di Marco, quello dell’indemoniato

Gesù entra in una Sinagoga, ecco…immaginate un incontro come questo…comincia a spiegare la Parola e improvvisamente, nella loro Sinagoga, vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro che cominciò a gridare dicendo:Che vuoi da noi Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio! E Gesù gli ordinò severamente: “Taci! Esci da lui!”

E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.”

Voi immaginate forse questa persona, con tutto il suo demone dentro, chissà quante volte sarà andata in una Sinagoga a pregare, ma mai il male si era manifestato.

 

Non somiglia molto spesso questo a ciascuno di noi, che entriamo a compromessi col male?

Facciamo le nostre preghiere, le nostre devozioni, andiamo a Messa, ma il Male è nascosto dentro di noi, perché noi abbiamo paura di tirarlo fuori.

Abbiamo paura che questo male, in questa maniera, ci prenda il posto e che allora tutta la gente possa vedere che cosa io sia veramente.

Non a caso, se vi ricordate, dopo che Caino uccise Abele- un altro brano che riguarda l’invidia, no?

Voi sapete perché Caino ha ucciso Abele? Perché le offerte di Abele erano gradite, quelle di Caino no.

Al che uno si chiede: perché? anche qui i testi apocrifi ci aiutano a comprendere questo. Perché, mentre Abele era un pastore, presentava a Dio gli agnelli migliori, Caino, che invece era agricoltore, presentava a Dio le cose peggiori.

 

Ma perché quando noi preghiamo di corsa, senza avere tempo per Te, Signore, perché io ho tante cose da fare, quindi accontentati di questo, perché questo è quello che ti posso dare, non Gli diamo il tempo peggiore?

Quando vediamo una persona che invece con la preghiera è più serena, in pace, casomai siamo invidiosi, ma questa persona è in pace perché sta dando a Dio il tempo migliore.

Io immagino sempre, vedendo i miei parrocchiani, sapendo i loro problemi, quando questi tornano a casa, e riescono a dire soltanto un “Gloria al Padre…”, penso che forse è più gradita di preghiera, rispetto a me che sto in chiesa e posso pregare continuamente. Perché lui c’ha tutta la giornata di lavoro, ci avrà la famiglia a cui pensare.

 

Questo peccato dell’invidia perché non lo confessiamo?

Secondo me perché ci trasforma in potenziali omicidi.

Perché nel nostro cuore vorremmo che quella persona che noi invidiamo sia tolta di mezzo. Immaginate soltanto questo, una specie di gioco di fantasia: se Dio ci dicesse: ”Cari uomini, vi dò cinque minuti di tempo in cui potete fare qualsiasi peccato e non vi sarà rinfacciato, non ne sarete accusati”
Eh? Quanti esseri umani rimarrebbero sulla faccia della terra?

” Puoi anche uccidere, io ti dirò che tu non hai commesso omicidio”.

Immaginiamo anche questo, perché nel cuore dell’uomo noi nascondiamo molte volte il male.

 

E allora vedete, io qui tratto anche un testo dell’Amoris Laetitia, che dice: ”Si rifiuta come contrario all’amore un atteggiamento espresso con il termine di gelosia, invidia. Significa che nell’amore non c’è posto per il provare dispiacere a causa del bene dell’altro. L’invidia è una tristezza per il bene altrui che dimostra che non ci interessa la felicità degli altri, perché siamo esclusivamente concentrati sul nostro benessere”. Questo è Amoris Laetitia al num.95 (23,17)

 

E questo è vero, perché alla fine l’invidia ti fa capire che tu sei concentrato soltanto su di te.

Qual è invece il modo migliore per vincere l’ansia, lo stress?

Voler passare una giornata pensando “voglio fare del bene a qualcheduno, voglio farlo seriamente, onestamente, mettendo in gioco quello che è il tesoro più grande che noi abbiamo.

Sapete quale è?

Il nostro tempo.

Perché vedete, anche qui, da parroco, se io chiedessi ai miei parrocchiani “Ecco, un’alternativa: o mi date un’ora di tempo alla settimana, oppure mi date 100 €”.

Io penso che potrei andare alle Hawaii, perché “il tempo è mio”!

Mi ricordo, quando facevo servizio al Cottolengo di Torino (un’esperienza bellissima), mi dicevano i fratelli Cottolenghini che c’erano persone che rinunciavano a tutto il mese di ferie, per stare lì a servizio degli ammalati. Ma raramente c’erano delle persone che si volevano consacrare per entrare nel Cottolengo. Perché, caro Dio, io ti do un mese (tantissimo eh, io penso che fossero eroi queste persone), però gli altri 11 mesi sono miei. Pensiamo in questa maniera, cioè: il tempo io lo do pure per gli altri o, invece, penso soltanto a me?

Com’è caratterizzata la mia giornata?

 

E allora, vedete: come fare, però, per combattere l’invidia?

Prima di tutto, farla uscire allo scoperto, (dopo c’è la possibilità di confessarsi, no?). Comincia a chiedere il dono allo Spirito Santo di fare uscire allo scoperto quali siano veramente i tuoi peccati, non: “ho rubato la caramella, ho detto la parolaccia”

Qual è la radice dei tuoi peccati?

Voi sapete che si parla di esame di coscienza, che dovrebbe essere un po’ la lista dei peccati… Secondo me, è più vero parlare dell’esame della coscienza, cioè analizzare la coscienza per vedere quali siano i sentimenti e gli istinti che guidano le tue azioni.

Quando tu ti svegli la mattina, a che cosa pensi? Quali sono i veri istinti, che tu hai dentro di te e che in qualche maniera forse ti dominano e di cui tu non ti sei reso conto…

Guardate, questo, vi dicevo, è uno dei doni grandi che il Signore fa a chi si mette seriamente in preghiera davanti a Lui.

E vi dico: “Non abbiate paura di chiedere, perché la confessione è veramente una risurrezione, ti fa diventare una persona nuova.”

 

E una cosa che ho notato, leggendo anche altri eventi di invidia, è che l’invidioso non riesce a ricordare quello che ha ricevuto da parte di Dio.

Una cosa bella, invece, sarebbe ricordare quello che il Signore ha fatto per noi.

Mi ricordavo il brano nel libro del Deuteronomio 8,2 dove ad un certo punto Dio dice:Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto”.

Ricordati di tutto quello che il Signore ha fatto per te!

Ma tu ricordi quello che veramente il Signore ha fatto in quell’occasione in cui avevi bisogno d’aiuto ed è arrivata un’energia, una forza, una persona che tu non ti aspettavi e ti è venuta ad aiutare… Tu pensi che sia stato un caso, questo?

 

Un testo che vi consiglio di prendere è il Salmo 136 o 135, che è tutta la narrazione di quella che è la storia della salvezza di Israele, dove qui, nella nuova traduzione, dice: Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre”.

Vi ricordate? Nella vecchia era: “perché eterna è la sua misericordia”. Perché questo?

Perché ad un certo punto c’è tutta la creazione, poi comincia a dire: “Uccise sovrani potenti, perché il suo amore è per sempre…. Og, re di Basan: perché il suo amore è per sempre. Diede in eredità la loro terra….In eredità a Israele suo servo, perché il suo amore è per sempre”.

E conclude con: “Rendete grazie al Dio del cielo, perché il suo amore è per sempre”.

Vi invito a non finire questo salmo con queste parole, ma continuatelo voi:

Perché mi hai dato la vita,
perché il tuo amore è per sempre.

Perché mi hai dato la fede,
perché il tuo amore è per sempre.

Perché mi hai fatto incontrare oggi la persona giusta di cui avevo bisogno,
perché il tuo amore è per sempre.

 

Se impareremo a ringraziare e lodare il Signore scopriremo che l’invidia svanirà, perché ci sentiremo talmente pieni dei doni di Dio da non invidiare più nessuno e capire che la nostra vita è un dono, un miracolo.

Grati per il fatto che siamo ancora vivi e abbiamo la possibilità di ascoltare la parola del Signore che ci può far rinascere veramente, “perché il Suo amore è per sempre”.

E se vi ricordate noi al battesimo abbiamo ricevuto l’immersione e abbiamo ricevuto due unzioni che ci hanno dato una missione unica e irripetibile come noi siamo irripetibili.

Soprattutto la seconda, l’unzione con il crisma viene utilizzato al battesimo, alla cresima, all’ordinazione diaconale, sacerdotale, episcopale per indicare una missione.

Qual è la missione che il Signore ti ha affidato?

La puoi trovare dentro casa tua, nel tuo posto di lavoro. Dove?

Che cosa il Signore ti chiede di fare oggi?

 

Poi la veste bianca che è la veste della vittoria sul male e che ti dice: “Tu puoi vincere il male!”. Il male non ha l’ultima parola nella tua vita.

Ma io sono orgoglioso, superbo.

Ho scoperto di essere invidioso.

Non importa: il male è vinto ed è vinto alla radice.
Bisogna che ci siano le ultime battaglie.
Vuoi combattere per me?

 

Vi ricordate quando noi eravamo bambini il sacramento della confermazione ci faceva i “soldati di Dio” per combattere.

Era bella come espressione perché in qualche maniera ci ricordava che la vita è un combattimento.

Ma noi avevamo tutte le armi possibili ed immaginabili per poter reagire al male. Perché il male non avesse l’ultima parola nelle nostre vite. Perché quando l’invidia è presente alla porta del cuore tu la possa scacciare.

È quello che dice anche Dio nei confronti di Caino. In Genesi 4, versetto 6:

Il Signore disse allora a Caino: Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto?

Se agisci bene, non dovresti forse tenerlo alto?
Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu lo dominerai.”

Quindi Dio non dice a Caino “Purtroppo tu cadrai nel male perché il male è più forte di te!” No!

Gli dice “Il male è accovacciato alla tua porta ma tu lo potrai vincere! Stai attento!

Non ti far vincere dal male perché le armi che ti ho dato sono sufficienti”

 

Fatto sta che in Efesini 6,10-18, dove San Paolo menziona tutte quelle che sono le armi che Dio ha dato all’uomo, dice: “Rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove.

State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio. In ogni occasione, pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito”

 

È bello questo perché veramente ci fa capire come il Signore non ci lascia mai soli. Dopotutto, cosa è stato anche  la solennità del Natale che  abbiamo vissuto da poco? Questa solennità che ritorna, ritorna per dirci che tu non sei da solo. Dio si è fatto carne ed è entrato nella tua vita. Il Verbo si fece carne e venne ad abitare” -dice il testo tradotto in italiano – in mezzo a noi.”

Ma se andate a vedere il testo greco dice “e venne ad abitare dentro di noi”

 

San Paolo lo dirà, se ve lo ricordate, alla comunità: “Voi siete il tempio dello Spirito Santo”.

Voi immaginate un ebreo che parla del tempio dello Spirito Santo come l’uomo,  lui che invece era stato educato come se il tempio era uno solo è che solo lì era presente Dio.

Tu sei il tempio dello Spirito Santo!

Allora capite che noi non dobbiamo essere invidiosi, non dobbiamo guardare gli altri con gli occhi malevoli, ma pregare per gli altri.

 

Io vi confesso che quando mi capita di avere  delle litigate con qualcuno, io prego lo Spirito Santo, prego Maria perché mi aiuti a riconciliarmi con quella persona

E vi posso assicurare che succede sempre.

Se non succede vuol dire che Dio, nel mio cuore, non ha visto il vero desiderio di riconciliarmi con quella persona.

Perché, come vi dicevo all’inizio, ricordatevelo, il male è molto astuto, ci fa vedere l’invidia come una forma di giustizia: è giusto che tu ti comporti così con quella persona, perché quel posto di lavoro era tuo, chissà come mai è andato lui? Chissà che cosa avrà smosso?

No, non ti preoccupare, l’unica cosa che tu non devi perdere è la tua dignità, la capacità di poter dire: “Signore, io sono tuo e ti ringrazio!

Sono belle le ultime parole, le avete ascoltate tutti quanti, citate più volte dai giornali, di Papa Benedetto: “Signore ti amo!”

Guardate che è stato un Papa che ha stupito perché, quando è stato nominato papa, non so se ve lo ricordate…i commenti sono stati:

“Oddio, hanno messo quello del Sant’Uffizio a farci… chissà cosa uscirà fuori!”

La prima enciclica tutti pensavamo qualcosa di teologico, no?

La prima enciclica di Benedetto XVI, ve lo ricordate quale era il titolo? “Deus caritas est

Tutto il pontificato di papa Benedetto, tutta la sua vita, è stato caratterizzato da Dio come amore. Le sue ultime parole non potevano essere che: “Signore ti amo”, perché ho scoperto quello che tu hai fatto per me!

E guardate che questa è veramente la strada per poter vincere ogni tipo di peccato, soprattutto l’invidia che è il peggiore di tutti. Proprio perché mette le sue radici nel cuore e guardate che con difficoltà riusciamo ad estirpare il male se non lo conosciamo.

E allora veramente il Signore ci dia la Grazia dello Spirito Santo per poter guardare nel nostro cuore e per poter capire che cosa noi possiamo fare per debellare il male, perché noi siamo creati ad immagine e somiglianza di Dio.

Essere santi per santificare noi stessi e il mondo che ci è stato affidato.

 

Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.