L’emisfero Muto

Riceviamo da un amico che stimiamo molto la recensione a L’emisfero Muto di Rosanna Ninivaggi

Sinceramente non è materia nostra, ma ci fidiamo del suo giudizio su questo libro che parla di esperienze mistiche, e che sottoponiamo alla vostra riflessione.

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In questa narrazione l’autrice mette in evidenza il fascino del cosiddetto “emisfero muto” riflettendo su tematiche filosofico- esistenziali dovrebbero interessare chiunque non si limiti a vivere la dimensione fisica, materialisica della propria esistenza.

Lo sguardo di colui che cerca senso si fa più ampio, e attraverso la narrazione di vicende umane in relazione al soprannaturale si incontrano figure per lo più femminili, proprio per una maggiore predisposizione strutturale della donna a mettersi in contatto con il sé profondo, di grande interesse storico-antropologico, psicologico e neurofisiologico, teologico ed esistenziale.

Tra esse, nel saggio, si dà voce a Perpetua di Cartagine, martire cristiana del III sec d. C., Ildegarda di Bingen, abadessa, teologa e musicologa vissuta nel medioevo, Sophie Scholl, studentessa componente della Rosa Bianca, forza studentesca che si oppose al Nazismo, che lottò per la libertà, convinta dalla potenza dei suoi ideali cristiani fino a dare la vita. Queste donne, attratte dalla bellezza di una vita oltre la vita, incarnano nella propria esistenza e nell’ordinario la verità dell’alterità che hanno incontrato e accolto. Esse rappresentano la possibilità di udire la “voce dell’alterità” intesa dall’uomo come intuizione, attraverso un ascolto più profondo della nostra realtà interiore ed esteriore. Tale possibilità prende vita in situazioni particolari (emozioni, sogni, esperienze di pre-morte) in cui ogni uomo, anche se non esercitato a tale “ascolto”, avendone la facoltà può accedere a dimensioni soprannaturali.

Le immagini- simbolo che ci vengono trasferite in ciò che le Neuroscienze definiscono “stati modificati della coscienza” illuminano la nostra ragione, la nostra mente, il nostro pensiero che contiene molto di più di quanto noi percepiamo. L’uomo è capace, in tali stati, di percepire e conoscere aspetti della realtà interiore ed esteriore alla propria coscienza, la quale è più vasta della propria capacità di sapere e di conoscere. L’uomo così scopre la sua unicità in comunione emozionale con se stesso e con altri esseri umani che lo preservano simbolicamente dalla sua solitudine. Le emozioni appartengono all’esperienza umana e rappresentano il patrimonio dell’autocoscienza che si eleva e che accomuna l’Io ad altri esseri umani. La vita può essere vissuta come un’avventura stimolante, meravigliosa con un significato che deve essere scoperto nel processo evolutivo come trascendenza e soltanto questa elaborazione permette all’uomo di estendere la creatività della sua mente attraverso la modificazione della coscienza verso la grandezza spirituale che gli è propria.

L’uomo smarrito ha bisogno di un nuovo messaggio grazie al quale poter condurre con speranza e con finalità nobili la propria esistenza.

L’io arriva ad agire come mente autocosciente operando con il cervello in tutte le direzioni in senso attivo e passivo compiendo un lavoro meraviglioso di integrazione, di guida, di controllo sul meccanismo neuronale e soprannaturale della mente.

L’armonia non esiste con tutte le sue qualità nel mondo esterno. Essa è interamente creazione dell’uomo nel momento in cui esso è capace di fare interagire l’attività neuronale del cervello con le esperienze coscienti e trasformarle in esperienze in cui il suono, le immagini, con la loro intensità, diventano melodia, unicità e trascendenza. La mente è in grado di udire il gemito creativo dell’umanità perduta nella sua solitudine. La mente autocosciente è impegnata attivamente nell’operazione sofisticata di ordine superiore che consiste nell’organizzare, selezionare, integrare ma soprattutto ascoltare e tradurre l’immenso patrimonio temporale e atemporale che dimora in essa come forza propulsiva, vitale e vivida, un surplus di vita che i mistici sperimentano e che ogni uomo può sperimentare attraverso l’ascolto di ciò che geme e urge di essere udito, accolto e vissuto.