Alfonso Maria de’ Liguori. Il più napoletano dei santi, il più santo dei napoletani

di Costanza Miriano

Quando a Natale canteremo Tu scendi dalle stelle, ricordiamoci anche di chi ha composto la melodia, che più che l’autore di una delle più belle musiche natalizie è un dottore della Chiesa incredibile, meraviglioso, dolcissimo e rigoroso, simpatico e tenero e pieno di energia, un genio della giurisprudenza e un fecondissimo costruttore della Chiesa che vorremmo.

Ringrazio Pippo Corigliano che me lo ha fatto conoscere con un libro che non spaventa per le dimensioni e per il tono narrativo, ma fa venir voglia di leggere i suoi testi. Un regalo di Natale che vale davvero la pena.Ogni tanto mi viene il dubbio che le statue e i ritratti dei santi li commissionino i nemici della Chiesa. Lo fanno per impedirci di vedere che tipi incredibili sono i santi, e per evitare che la gente tenti tutta di vivere come loro. Sant’Alfonso per esempio me lo immaginavo come un uomo melenso, tutto intriso di pietà popolare, e invece grazie a questo libro scopro che è stato pazzesco. Un avvocato con gli attributi, passatemi la licenza poetica, un tipo da Harvard Law School, di quelli che si mangiano in un boccone qualsiasi avversario. Un genio, un nobile, figlio dell’élite, uno che tutte avrebbero fatto carte false per sposare. E poi colto, intelligente, eclettico, uno del jet set, si sarebbe detto un tempo, uno che ha studiato nelle scuole migliori, in una delle città più vitali e ricche dell’epoca, sede della prima banca, una specie di New York europea, uno che aveva tutto e avrebbe potuto scegliere tutto. Il top di gamma. Il Signore ha buon gusto, e si sceglie i tipi migliori, non c’è dubbio.

Altro che santino dai colori smorti, insomma. Il ritratto che viene fuori da qui non ha nulla a che fare con la solita agiografia. Infatti a scriverlo non è un nemico della Chiesa, ma uno dei suoi migliori amici, e uno che della comunicazione del bene ha fatto il suo mestiere. Con il bonus che anche Pippo Corigliano è di Napoli, e grazie a questo ha saputo cogliere alcuni tratti del suo conterraneo che magari a noi che abitiamo in città normali sfuggono. Perché Napoli è una città unica al mondo, e solo lei poteva regalarci un figlio dai tratti così particolari, inconfondibili. Io viaggio parecchio, mi capita di notare da qualche parte una gentilezza particolare, ma Napoli va oltre: è l’unica città in cui se ordino un’insalata in pizzeria non me la portano. In pizzeria devi mangiare la pizza, a meno che tu non “tenga qualche problema”, devi goderti una cosa buona e “stare senza pensieri”. Il cameriere si addolora proprio se mangi l’insalata.

Ecco, sant’Alfonso ha coniugato il buonumore, la tenerezza, l’accoglienza verso tutti, soprattutto i più umili, con una grande intelligenza nel giudicare i comportamenti: non per nulla è dottore della Chiesa grazie anche al suo trattato sulla morale. Eppure chi lo conosceva era colpito soprattutto dal fatto che sapesse voler bene, e infatti grazie a lui la confessione è cambiata, da tribunale severo, a luogo della misericordia. Era pazzo per le periferie, la provincia, i poveri e gli ultimi. Se li andava a cercare, e quando viene fatto vescovo rifiuta. Finché può, almeno, poi viene costretto, e lo fa a modo suo…

Ma non voglio rovinarvi oltre la sorpresa che proverete nel leggere: almeno per me è stato così. Una vera, continua sorpresa. Il santo di Tu scendi dalle stelle non assomiglia per niente all’immagine che se ne ha. È – uso il presente perché i santi sono tutti contemporanei – una scoperta di un talento creativo che ha molto da dire alla Chiesa e a ciascuno di noi. Peccato solo che non sia vivo, con il corpo, dico, perché leggendo mi dicevo continuamente: io questo lo devo incontrare. E visto che per il momento siamo qui, sulla terra, questo libro è un modo impareggiabile per incontrarlo. In attesa di farlo dal vivo.