Catechesi sull’ ACCIDIA – MonasteroWiFi Roma

Ecco lacatechesi sull’Accidia di don Gino Tedoldi.

Come ogni lunedì , appuntamento alle 20.30 per uno spuntino, e dalle 21 catechesi sull’Eucarestia con don Ricardo Reyes, a seguire adorazione e compieta al Battistero di San Giovanni in Laterano (si entra da dietro, dove si può anche parcheggiare, alla Lateranense).

 

8 maggio 2023, Battistero di S.Giovanni in Laterano

Catechesi sull’ ACCIDIA di don Gino Tedoldi

Se qualcuno si aspetta un accademico, io non sono un accademico: sono vecchio come il cucco e sono intimidito: forse avrò la faccia di bronzo, ma sono intimidito questa sera ad essere qua.

Sono stato parroco di periferia per trent’anni e adesso sono scaduto anche come parroco.

Parlando della pigrizia, dell’accidia: pigrizia o accedia, i maestri dello spirito non fanno tanta distinzione tra pigrizia, accidia, accedia, che vorrebbe dire una melanconia dell’anima, una tristezza che ti prende, che ti scoraggia, che ti toglie vigore; quello che crea quel peccato che Dante dice nella Divina Commedia “per poco vigore”.

A volte pecchiamo per troppo vigore: l’ira, l’aggressività.

A volte pecchiamo perché siamo senza vigore, siamo senza energia, abbiamo i motori interni spenti.  E questa è l’accidia, l’accedia; pigri non si nasce, lo si diventa.

Il Signore non ci ha fatto pigri.

È una sorta di virus, come il covid, che ci aggredisce. E aggredisce più o meno tutti.

La dottoressa, la giornalista (Costanza n.d.r.) diceva l’abbiamo tutti.

Certo che ce l’abbiamo tutti, tutti abbiamo il peccato originale, tutti abbiamo un germe di pigrizia, più o meno sviluppato, a seconda della vita che abbiamo fatto, dei peccati che abbiamo fatto, dei peccati che sono stati fatti nell’ambiente in cui siamo vissuti.

 

Per parlare dell’accidia, uso quello che si usa di solito, comincio, come nell’ermeneutica, che è la scienza dell’interpretazione. Si dice : “Mai parlare di un testo senza contesto”.

Un testo lo capisci dentro ad un contesto, perché se no lo estrapoli, lo metti a un chiodo, e gli fai dire quello che vuoi.

Allora anche l’accidia, la pigrizia, è una sorta di testo, che il Signore ci dà questa sera; lo dobbiamo mettere in un contesto per capire da dove viene, da dove salta fuori, in noi, questa pigrizia

La Parola di Dio dice che “il diavolo come leone ruggente tutto il giorno ti circonda”, tutto il giorno, e tutti i giorni. Ti circonda, perché cerca di entrare in quella casa che sei tu, che sei tempio di Dio. Ed è pazientissimo il diavolo, è molto paziente, perché sta lì, sta lì, sta lì…e aspetta l’occasione opportuna: aspetta che qualcuno ti umili o aspetta che tu abbia un successo, perché quando hai un successo abbassi le difese immunitarie, abbassi le difese.

Quando l’uomo prospera”, dice il Salmo, “è come un cavallo destinato al macello”, è uno stupido.

Se ricordate, quando è che Davide quando pecca e diventa adultero, e diventa omicida? Quando è re.

Da re non va in battaglia, non va in guerra.

È re e sta ad oziare in casa, nella sua reggia, e si mette a passeggiare mentre i suoi combattono e sudano e rischiano la vita; lui gode della sua regalità nella terrazza, girella e ozia, e ciondola con lo sguardo, e vede Betsabea che fa il bagno nuda, e diventerà adultero ed assassino. Quando è re!

È interessante: quando le cose gli van bene, quando è al culmine della sua potenza. Quando le cose ti van bene, facilmente diventi uno stupido.

Per questo al Signore non resta che un amo, perché ci vuol bene. Il Signore ti vuol salvare, non ti vuol perdere, non sopporta di perderti, allora ha un amo che è la sofferenza: che non vuole, non è che la voglia, la permette, perché ti sta amando, perché è l’ultima esca per acchiapparti.

Quanti di noi sono stati acchiappati dalla sofferenza?

Perché quando tutte le cose ti van bene, non capisci nulla, sei un piccolo Padre eterno, lo fai senza rendertene conto, tratti la tua testa come se fosse il Santissimo Sacramento.

Anche il modo di parlare, anche il modo di camminare, anche il modo di porsi, perché tante volte noi mentiamo, ma il nostro corpo non mente.

Quando io sto in ufficio e aspetto le persone della mia parrocchia, dalla faccia, dagli zigomi, dallo sguardo, dalla musica con cui parlano, si vede cosa ha dentro, perché il corpo non mente.

Anche in anatomia, lo sapete cosa dicono i medici?  Dicono: “Quando facciamo un’autopsia il corpo non mente. Parla. Tutto il resto può mentire, ma il corpo no”.

Bene, chiudo la parentesi.

Allora, da dove nasce questo testo che è il peccato che stasera il Signore ci propone?

Da dove nasce, qual è il contesto?

È che il diavolo ci circonda e cerca di entrare; cerca una finestra aperta, un pertugio, cerca un angolo, una porta che tu hai lasciato aperta; cerca una parete dove tu sei debole, e lui spinge e trova “burro”. Se tu metti il dito nel burro entri.

È interessante qui riconoscere se stessi: io, te, dov’è la finestra aperta? Dove è che il diavolo può entrare nella mia vita? Oggi, qual è la parete debole? Oggi qual è la finestrella, il pertugio? Sono ferrato, sono armato, ma c’è un pertugio sempre aperto dove lì la serpe può entrare, dove lì il refolo di vento può entrare…e ti frega!

 

È interessante perché San Pietro lo dice ai cristiani: guardate che il diavolo, come il leone ruggente, paziente paziente, sta intorno tutto il giorno, tutto il giorno, per cercare di entrare e quando entra il diavolo che cosa fa? Lo dice il Signore, mica dico niente io.

Il Signore dice che il diavolo ha due caratteristiche: soprattutto è ladro ed è bugiardo.

È ladro perché ruba! Che cosa ruba? Ti ruba il futuro. Che cosa ti ruba il diavolo?

Perché il diavolo viene, prende i tuoi peccati, te li mette sotto il naso e dice incalzante:

Ma che cristiana sei tu? Ma cos’è il Monastero Wifi? ma che… ma lascia perdere, ma lascialo fare a Madre Teresa di Calcutta, ma lascialo a Padre Pio!

Ma sai chi sei tu? Prende il peccato, l’ultima cosa che hai commesso, te la sbatte sul naso e dice: “Questo sei tu! Oggi e domani lo stesso! Ma cambierai mai? Ma lascia perdere le storie dei preti! Ma lascia perdere! Sai cosa sarà domani? Sarà come è stato ieri!
Hai peccato ieri, peccherai anche domani! Non cambia niente!

E, facendo così, è ladro, ti ruba il futuro, ti ruba la fede! Non avrai futuro!

 

È Il contrario dello Spirito Santo del Signore che tutto spera, dell’Amore che tutto spera, tutto crede: crede che tu ti convertirai, anche quando sei un disastro.
Dopo la decima…migliaia di volte che caschi, il Signore, lo Spirito Santo, crede che tu ti convertirai, perché è un amore che tutto crede.

Il diavolo no, prende e ti fa i calcoli. Prende i tuoi peccati, le tue sconfitte, le tue cose, te le sbatte sul naso e dice: “Questo sei tu!” E ti toglie la speranza, ti toglie il domani.

Perché il diavolo, entrando, accusa, è un accusatore, lo Spirito Santo è difensore, siamo in attesa della Pentecoste, lo Spirito Santo è Paraclito, è l’avvocato che ti difende mentre il diavolo ti accusa! Cosa accusa?
Il diavolo accusa Dio! Accusa Dio che ti tratta male.

Il diavolo prende l’occasione di una sofferenza, prende l’occasione di una cosa che ti urta, ti umilia, di una cosa che ti limita… che a te non piace, per dirti:

“Vedi chi è Dio? Vedi come ti tratta? Ti tratta male! Guarda tuo marito, guarda tua moglie, guarda tuo figlio, guarda il tuo corpo! Guarda le malattie, guarda i soldi che hai, guarda l’ambiente… Ma meriti questo tu?

Perché il diavolo ti adula, il diavolo dice che tu meriti un monumento, che tu meriti non so che cosa, che tu sei qui, sei là!

Il diavolo accusa Dio e adula te, per cui ti obbliga a dare una brutta pagella a Dio. Guardi la tua vita ed è uno schifo, guardi il tuo matrimonio, peggio di così…tiriamo male, però, Santo Dio, qui si tira avanti! Guardi i tuoi figli, guardi la tua vecchiaia, sembra che… accusa Dio e ti vela, ti rende cieco, da quest’occhio ti acceca, non vedi più l’amore di Dio.

 

Quanta gente vive senza vedere l’amore di Dio!

È una roba per preti e per suore l’amore di Dio.

“Ma che amore di Dio? Che amore di Dio! Vieni qua a vivere quello che vivo io, che amore di Dio?” Per questo quando verrà il Messia curerà i ciechi, non cura i tumori.

Quando verrà il Messia non curerà i tumori dei bambini, curerà i ciechi, perché sennò, se non ti cura quest’occhio, non vedi l’amore di Dio e, se non vedi l’amore di Dio, sei fritto, la tua giornata è insoddisfatta.

Ti alzi al mattino, come apri gli occhi al mattino hai una tonnellata qui, hai una tonnellata là, la giornata è tutta un peso perché in fondo sei un orfano perché in fondo non c’è un Dio Padre, perché in fondo tutto dipende da te, è tutto sulle tue spalle! E quando è tutto sulle tue spalle i rimedi te li devi cercar tu, i problemi son tanti, e tu sei come Pietro che affonda nell’acqua.

Quando Pietro è sull’acqua, l’acqua è l’immagine nella scrittura dei problemi, l’acqua non ti regge, i problemi non ti reggono, Pietro affonda e dice… perché, perché perché …il Signore dice: “Guarda me, stai guardando a te, stai guardando alle tue forze, stai guardando gli amici tuoi, stai guardando, stai cercando nel tuo ambiente, stai arraffandoti, stai agitandoti come per…per trovare soluzioni, guardi tutto meno che me!”

 

Hanno ragione i profeti, quando il Signore manda i profeti al suo popolo dicono: “Fate l’amore con tutto meno che con me” dice il Signore.

Con quante cose hai fatto l’amore tu? Con i progetti, con i soldi, con una donna, con un uomo, con un figlio, con i nipoti, con la casa, con delle stupidaggini, con delle speranze, con delle eeeehhhh… quante… quanto patrimonio di energie, di forze, di tempo abbiamo dato, perché spendere un patrimonio per quello che non ti sazia!

Dice il profeta Geremia: “Perché spendi per quello che non ti sazia mai?

Per questo Lui dirà: Io sono il pane, quello vero, quello che ti sazia.

Allora il demonio, quando entra, accusa Dio. Accusa Dio e ci toglie l’amore di Dio, lo vela: è come se Dio non, non c’è…

Perché la prima domanda interna che tutti abbiamo è: “Ma Dio esiste, sì o no?”

Quando le cose van bene: sì.

Ma quando ti muore un figlio?

 

Io vado in casa (ero ancora giovanotto) e avevo una sola sorella, che adoravo, 39 anni, mai stata dal medico, trovata sul divano morta, perché è scoppiata una vena in testa (mai stata dal medico!). E la sera, le signore vicine dicono: “Gino possiamo venire a dire il rosario a casa tua?” “Venite” Vengo da una famiglia che non andava in chiesa; io ci andavo pochissimo. “Venite a dire il rosario…” E poi vengono col rosario in mano, mentre lì c’è la cassa nella sala, e dicono: “Ma il Signore doveva permettere che una di 39 anni morisse, una giovane mamma, e ci son le vecchie di novant’anni?”

Ho detto: “Fuori tutte! Mi rubate la fede!

Ma non sapete che io sto combattendo qua: ma Dio c’è, sì o no?

Ma esiste Dio? Esiste un Dio qua? Esiste di fronte al cadavere di mia sorella?

E voi venite con il rosario in mano a dirmi, ad accusare Dio!

Fuori!”

Mia madre mi dice: “Ma Gino, ma che scandalo!”

“Ma che me ne frega dello scandalo!”

Ma sapete che battaglie?

 

Allora, quando il demonio ti gira attorno, perché vuole entrare, e se entra da ladro ti ruba l’amore di Dio, allora sei fregato! Se non vedi l’amore di Dio nella tua vita, vedi solo i problemi, vedi il bicchiere sempre mezzo vuoto.

È vero che è mezzo vuoto, è vero che sempre ci manca qualcosa nella vita, è vero che tutti abbiamo il bicchiere mezzo vuoto, è vero che abbiamo croci, abbiamo limiti, siamo finiti, ma mai vedi il bicchiere mezzo pieno: mai, mai, mai lo vedi!

 

Ascolta la gente, ascolta soltanto la musica con cui parla: è una lagna!

È vero, sì o no?
Io, certe volte, certe persone, quando sono nella via centrale del mio paese, dico: “Uh, quella là! Per carità di Dio! Aspetta che faccio finta di…”

Perché, se uno parla, è come per dire: “Oh, dai… vieni dentro nella tomba con me!”
E cioè, è un cimitero… dove uno, ma non per cattiveria: non è gente cattiva, è gente buonissima

Andavo giù, appena arrivato parroco, trent’anni fa. C’era lì una serie di vecchiette col rosario e io andavo lì, e una che adesso è in cielo, ma certamente è in cielo, proprio si lamentava: “Perché mio figlio non viene a trovarmi? Perché? Perché?”

Ma tuo figlio cos’ha? Quarant’anni! Tu sei vecchia come il cucco! Ha quarant’anni! È sposato e ha dei figli! Ha la Tiburtina da fare che è un castigo di Dio! Ma come fa a venire da te tutti i giorni? Ma Dio non ti ha dato un figlio perché ti riempia la vita. Se una di voi è sposata e si aspetta che il marito ti riempia la vita, allora sei fuori dalla realtà: sei da curare!

 

Il Signore ti ha dato quel ragazzo, perché tu lo prenda per mano e gli dia giornate felici, anche quando non lo merita. Il Signore ti ha dato questa ragazza, perché tu la prenda per mano e le dia giornate felici, contente (avendo tu la forma di Cristo, la forma di Cristo che assume il peccato e perdona) perché tu gli renda leggera la vita.
Per questo ti dà un marito, non te lo dà perché ti riempie la vita: capisci niente, non capisci nulla… dopo lasci questa donna, ne trovi un’altra e fai come Liz Taylor: 8 mariti (tra cui un muratore di 37 anni) e poi ha dovuto drogarsi e bere.

Perché nessuno ti riempie, nessuno ti sazia, perché se sei cieco (ma non perché sei cattivo), non vedi l’amore di Dio.

L’altro occhio è l’amore degli altri. Quando il demonio entra, non ruba solo l’amore di Dio. Perché la prima domanda è: Dio esiste, sì o no?

La seconda domanda che nel cuore abbiamo tutti, anche quelli che non vengono in chiesa, anche quelli che ti dicono che Dio non c’è, hanno una domanda:

“Ma se Dio esiste, è capace di prepararvi una mensa, un banchetto nel deserto?”

 

Quando la vita è un deserto, il deserto è quando nessuno mi capisce, il deserto è quando non ho strade, non ho soluzioni davanti a me, il deserto è quando grido e nessuno mi ascolta, nessuno mi sente.

Per questo, la prima cosa che il Signore fa quando esce da Nazareth è andare nel deserto, cioè va dove io e te siamo. Dove siamo io e te, nel deserto? Quante volte nessuno ci capisce: la moglie con cui stai a letto (ma non è che è cattiva, ma quante volte non ti capisce…), tuo marito non ti capisce, il figlio non ti capisce. Ma non ti capisce: “ma che stai a dire?” Non ti capisce.  È un deserto interiore notevole. Il figlio…

 

Allora, “c’è Dio?”: prima domanda…
Questo Dio è capace di procurare una mensa nel deserto quando la mia vita è un deserto?

Tanta gente viene a Messa per un impegno, viene a Messa per timbrare il cartellino come un impegno. Ma no! Quando ti sposi non è che fai l’amore per impegno, perché vuol dire che il matrimonio è ben finito.

Non solo il diavolo ti ruba l’amore di Dio ma ti ruba pure l’amore del prossimo: non  ti vedi capito da nessuno. Quando è così, adesso state attenti comincia l’accidia, la tristezza.

Quando ti ha rubato l’amore di Dio: Lui non c’è! Lui sta in alto! È roba da preti!

L’amore degli altri?

Ma che amore degli altri? Ma che amore?

Vivete fra una manica di egoisti, ognuno pensa ai fatti suoi. Questo non cambierà mai!

Allora cominci, state attenti, a guardare il luogo in cui vivi.

Provate a pensare..

Guardi la tua casa, il tuo matrimonio, casa tua e dici: la mia vita è tutta qua, con quest’uomo qua?

Guardi tua moglie come un attimo e dici: la mia vita è sempre con questa donna!

Guardi l’ambiente il luogo e hai una desolazione: il luogo in cui vivi sembra che non ti dia niente solo impegni, solo fatica, solo lavoro.

Per questo ci sono uomini che non tornano mai a casa.

 

Vi racconto di un signore che adesso è in cielo.

Un giorno vengono da me delle persone che sono sulla cinquantina (parlo di 30 anni fa).

“Don Gino venga a cena da noi, noi non scherziamo dobbiamo separarci, non ci intendiamo più”. Vado a cena, perdonate , li ascolto e poi dico a lui: “Tu sei un adultero”. “Don Gino non ho mai tradito mia moglie”

“Si, ma tu fai l’amore con il lavoro , con il lavoro fai l’amore. Lei deve stare lì a scucchiaiare due ore, poi va là con i mestolini a scaldare perché non arrivi mai e perché non arrivi mai? Fai l’amore con il lavoro e tua moglie si sente esclusa finita!”

 

Quando il diavolo entra e ci toglie l’amore di Dio. Per questo dicevo quando verrà il Messia farà vedere i ciechi. Perché farà vedere i ciechi? Il Messia verrà dicono i profeti: sapete cosa farà, farà vedere i ciechi. Cioè mi farà vedere di qua l’occhio nella Chiesa.
La Chiesa non è il Vaticano, la Chiesa è un luogo meraviglioso: è l’assemblea dove io posso essere aiutato dalla Parola, dai Sacramenti ad aprire l’occhio sulla mia vita.

Si aprirono i loro occhi e videro l’amore di Dio e di qua vedo l’amore degli altri.

Per esempio mio padre è quello che è…

Quanti di voi hanno un problema con il padre anche se è morto , quanti di voi non avete mai parlato, quanti di voi non avete mai detto a tuo padre ti amo, ti amo tantissimo, per vergogna, perché si era abituati, così per timidezza.

Andate sul cimitero dove sta papà a dirgli: “Papà non ti ho mai detto quanto ti voglio bene non te l’ho mai detto, non te l’ho mai potuto dire. Non l’ho mai visto. Ho solo visto i tuoi limiti, i tuoi difetti, ho visto solo quello che ci distanziava. Non ho avuto occhi, non ho mai visto quanto mi hai amato.

Come hai potuto non sapere come ti ama tuo padre?

Ma tu la sai l’infanzia di tuo padre?

 

Voi sapete che i primi anni di vita sono decisivi, ma è decisivo anche quando un bambino sta nel grembo di sua madre che i primi due mesi sei isterica  dice al lui: quello è uno sporcaccione, non stai mai attento, con questa casa, con questi soldi, con il bambino ancora piccolo. Come facciamo? È due mesi che stai in cucina, con un casino. E il bambino si sente rifiutato perché esiste, perché sta vivo e poi….

Quando non vedi l’amore di Dio (è per questo che il Messia verrà a guarire i ciechi, ad aprire gli occhi, come ai discepoli di Hemmaus) allora succede che guardi il luogo dove vivi e non ti piace, guardi le persone che ti circondano, guardi dove lavori…

 

“Don Gino ma lei non sa cosa vuol dire lavorare in banca? Lei non sa cosa vuol dire lavorare in un ospedale? Lei…”

Ma perché lavorare in una parrocchia, lavorare coi preti è fantastico?
Ma per carità di Dio, io sono con cinque preti!
C’è un signore che ha un’agenzia di viaggi e dice:
“Gino ti regalo un viaggio dove…? Sei stato in Turchia?”
“Mai!”
“Ti regalo io il viaggio, con trenta preti!”
“Vacci tu!”

Ma per carità di Dio, ma ragazzi, ma per carità di Dio, ma per carità di Dio, ma vai con un sondaggio. Devo ancora vedere la Turchia, non la vedrò mai!

 

State attenti: cosa ci fa il diavolo?

E da lì nasce, nasce la malinconia, l’accidia: l’ambiente non va, la moglie non va, il marito non va, i figli fanno la loro vita, entrano in casa, aprono il frigorifero, prendono il panino, escono. E poi sempre lì così, non ti parlano e tu non hai neanche la forza, sei imbarazzato anche tu, non sai che fare. Hai il figlio che cresce e diventa un estraneo.

Quante volte il figlio in casa cresce e diventa un estraneo. Diventa come … vi è mai successo di andare in un ascensore di quelli stretti, vien su un signore, non lo conosci “uh che freddo e uh che caldo che fa” … per cinque piani…. si dice così….

Cioè non parlano, non comunichi, quante volte tra figli e padri, ma non per cattiveria.

 

Allora ti guardi attorno, non ti piace il matrimonio, non ti piace il luogo, non ti piacciono le persone, non ti piace, non ti piace – state attenti – la tua storia, la storia che Dio ha fatto con te. Da lì il diavolo fa nascere la malinconia, l’accidia

Da quando sei piccolo, che tuo papà e tua mamma – a volte non le sai queste cose perché non le vedi – ti fanno così soffrire che facciamo come la polvere e la mettiamo sotto il tappeto.

Conosco una signora…. viene da me una coppia e mi dice:

“Don Gino noi abbiamo proprio dei grossi problemi, ci mandi da una psichiatra, da una cosa …, da Cantelmi, da qui da là……”

“Che cosa vi succede?”

Era evidente! Scavo…

Quando lei nasce – due ragazzi sui quaranta/quarantacinque anni – quando lei nasce suo papà ha la debolezza di dire, non va all’ospedale – sapete, anni fa i mariti non andavano all’ospedale a vedere in sala parto, lo fanno adesso, ma una volta – aspetta a casa la notizia. Ha già due figlie e dicono: “È nata un’altra bambina”.

Gli è venuto un accidente, ma proprio grande, e ha avuto l’imprudenza di dirlo alla propria figlia. Mai dire ai vostri figli, ai vostri bambini: non ti volevo.

Non diteglielo mai, anche se vero.

Volevo un maschio, volevo una femmina e sei arrivato tu, mai dirlo, mai, perché gli dici che lui è un abusivo.

Se mio padre e mia madre che mi han generato non mi volevano, ma chi mi vuole?

Il Signore ti vuole, ma bisogna scoprirlo.

Allora questa ragazza ha saputo dal padre, il padre le ha raccontato, con vivacità di colori – imprudenza massima – che quando lei è nata lui è rimasto male “sapessi quando sono rimasto male perché io volevo un maschio, voglio un maschio, un maschio”. Che il Signore non…

Ahó questa qui l’ha saputo da bambina, sette o otto anni, sapete cosa diventa?

Una manager, diventa una intelligente, che si dà da fare, studia, mette sotto tutti i maschi, figurati il marito, fa Pipino il Breve con lei!

Che cosa ti può fare una donna che sa far tutto… Sapete cosa?

Perché c’è un motore dentro di lei, sapete che motore ha?

Adesso a suo padre: “Volevi un maschio? Io sono più di un maschio, te la faccio vedere io!” Ed è una che sa fare, sa vedere, sa risolvere, non è mai stanca, intelligente, organizza, fa e annega tutti perché dentro ha un motore questa donna, far vedere a suo padre – avete capito? – volevi un maschio, io valgo più di un maschio e te lo faccio vedere…

Ma non se ne rende conto, non se ne rende conto!

Perché il demonio t’acceca, t’acceca su di te, sulla tua storia.

Quanti di noi hanno una storia che non hai mai accettato. Mai accettato tuo padre, mai accettato tua madre, mai accettato di essere secondo, perché il primo è il principe d’Inghilterra, il primo è bello, il primo è intelligente, sa tutto

Vi obbligo ad accorgervi che esisto, perché mi amiate.

La nostra storia è che nel fondo non accetti di essere secondo, non accetti di essere terzo…

Allora quando nasci il maschio c’era già, la femmina c’era già, qua non lo pensi mai, ma dentro pensi “ma io che ci sto a fare? Che ci sto a fare io?”

Quante cose non accettiamo dalla nostra vita senza sapere e ce le tiriamo dietro.

Arrivi a quarant’anni, a cinquant’anni che ti porti dietro pesi, ti porti ferite mai conosciute, mai curate, mai. Ma quando tu reagisci ai fatti della vita, reagisci con quei motori che hai dentro che sono spenti.

Perché quando non vivi l’amore che Dio ha per te, è spento il motore.

Quando non vivi l’amore che gli altri hanno per te, che non lo vedi perché vedi il bicchiere mezzo vuoto, si è spento il motore.

 

Vi ricordate quando vi siete innamorati?

Ricordate il giorno che vi siete innamorati?

Io che mi son fatto prete tardi, a vent’anni mi sono innamorato perdutamente di una maestrina mantovana. Io son del nord. Quando ci s’innamora, ragazzi, vieni a casa, tua mamma che ti rompeva l’anima, è simpatica.  È vero sì o no?

Io mi ricordo che mi son messo a cantare….un tipo come me.

Mia nonna che era in casa, ha chiamato mia mamma è ha detto “ Gino si è innamorato”. Era vero! Perché quando t’innamori s’accende un motore dentro, un motore di vita. S’accende un’energia dentro, una luce, c’è un sole dentro per cui tutto….

Per questo dicono davvero i Padri, i Maestri dello Spirito, MAI la ragione profonda delle tue sofferenze è fuori di te. Ma non dirmi che la ragione profonda della tua sofferenza è tuo marito, tua moglie, il tuo lavoro. No! La ragione profonda è dentro, è dentro.

La ragione profonda della gioia, la ragione profonda della sofferenza è dentro.

La radice è dentro, è interna.

Ha ragione il Signore, è il cuore. Tutto dipende dal cuore, la vita è una questione di cuore. Allora quando il demonio, come dice San Pietro fa questo, ci spegne il motore. Spegnendoci il motore cosa fa? Sciopero. Sapete cos’è la pigrizia?  È una sorta di sciopero interno, non hai voglia di far le cose, e se le fai sbuffi. Hai capito?

Dai al marito il piatto “tò”, fai la lavatrice “sempre le stesse cose” perché la pigrizia è uno sciopero interno perché non ami più. Ma non ami perché sei cattivo perché ti si sono spente le ragioni del vivere. Quello che prevale è l’insoddisfazione.

Il demonio è riuscito a metterti nel vittimismo. Vittimismo cioè “io meritavo un’altra vita, un altro marito, un altro figlio, meritavo un altro corpo, non un naso così, non due fianchi così, meno”  ma guarda che sembrano problemi ma ci sono.

Quando sono andato negli Stati Uniti come missionario nel ’70, nel ’70 in Italia non c’erano i ritocchi estetici. Negli Stati Uniti m’incantavo a guardare le persone.

Mi dicevano: “Gino sta attento perché guardi troppo dopo chissà cosa pensano”.

Perché vedevo le signore che non riuscivano a ridere.

Ridevano come i conigli, avete presente i conigli?

Perché erano tutte tirate ma come tiravano allora, nel ’70.

Non c’era la prevenzione. Le guardavo e mi dicevo “ma guarda quella là come ride”. Una cosa impressionante. Quante cose non accettiamo di noi. Tutto ciò che non accettiamo, quando ti svegli al mattino, allora il demonio si serve di tutto ciò che non accetti.

 

Uno dei titoli che il Signore dà al demonio in greco è poneros.

Cosa vuol dire in greco poneros?  È colui che ti rende tutto faticoso.

Sai chi è il demonio?

È quello, non c’è stanchezza, un conto è la stanchezza un conto è lo stress.

Quando ero missionario, tornavo a casa mia, i miei erano agricoltori e avevano un’azienda, e coltivavano il mais, non quello da dare agli animali ma il mais di razza, e mi dicevano: “Gino dacci una mano”.

Andavo sul trattore, 40 pertiche di terra. Ah Madonna che stanchezza sul trattore! Quando hai finito sei stanco ma una doccia, una birra fredda, una sigaretta e pronto per l’osteria a giocare a carte.  È stanchezza passa subito, una birra, una doccia, una sigaretta, passa, ma se sei stressato, no. Non c’è ne birra, ne doccia. Lo stress!

Sai chi è il diavolo? Quando riesce ad entrare a persuaderti, lui è Satana, colui che te la conta su. Satana te la conta su. Colui che ti metti gli occhiali suoi per vedere tuo marito. Adesso tu vedi tuo marito e dici “è così” perché hai gli occhiali con cui lo vedi. Le cose, l’ambiente di lavoro lo vedi con gli occhiali suoi. Gli occhiali del diavolo sono deformanti, sono scuri e non te ne accorgi.

È che noi siamo merlotti, siamo come Eva, ci mettiamo a parlare col demonio,,,ma lui è più furbo, se la mette nel taschino Eva, come noi!

E allora sai che cosa succede? Quando il demonio ti prende, ti da’ il senso del vittimismo, che tu in fondo sei una vittima, che non meritavi questo marito, che non meritavi questa moglie, non meritavi questo corpo, meritavi di più.

E poi guarda la casa, guarda l’ambiente, guarda il luogo dove vivi, guarda le persone che ti circondano, e allora la testa parte. Non solo ti da’ l’accedia, una sorta di mestizia, di malinconia, di tristezza sottile per tutto ciò che mi circonda. Niente è entusiasmante, perché il motore dentro è spento, ma allora parti pure con la tangente della fantasia.

Se avessi un altro uomo, se avessi sposato un’altra persona, se avessi un altro lavoro, un’altra casa, parti per la tangente della fantasia, e lì trovi le pampas argentine, il demonio, lì ti fa cavalcare, cominci a vivere nella non –realtà. Una realtà che non c’è: ti sogni un marito che nessun falegname ti fa, sogni una moglie che nessun fabbro ti farà mai, sogni, fuggi per la tangente, fuggi la dura realtà, e se ti guardi attorno, tutto è faticoso, poneroso il diavolo è poneroso, ti rende tutto stressante.

Perché una mamma, pensate, quando una mamma è stanca, è stanchissima, viene a sapere che suo figlio torna a casa, o per carità, perché magari abita non so dove, la stanchezza le passa, e se ce l’ha non la sente, e si mette a fare la pasta, e si mette a fare i piatti che al figlio piacciono…è vero si o no?

Quando Gigi Proietti, che era di Isola Liri, tornava dalla Francia, dall’America, ha detto in un’intervista-mi ricordo che mi colpì molto-che andava sempre all’Isola Liri finché c’era la sua mamma, perché mangiava- non gliene fregava niente degli chef di Parigi-voleva mangiare le patate come faceva la sua mamma, perché i piatti dell’infanzia sono i più buoni, perché sono legati all’amore, all’amore di tuo papà e di tua mamma quando eri bambino.

Per questo il Signore nasce bambino, perché ci vuole far tornare bambini. Se non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno.

E allora fratelli cari, adesso ho finito ma ho detto ben poco.

Che cosa è la pigrizia?  È uno sciopero interno che il demonio semina con quel processo che vi ho detto, e quando c’è il demonio, allora tutto diventa faticoso, allora cominciano le omissioni. Per questo la liturgia della Chiesa parla di peccato di pensieri parole opere e omissioni. Non fai la missione che Dio ti ha dato, non fai la moglie che Dio ha pensato, non sei la sposa che Dio ha pensato, sei una mezza strega. Non sei il marito che Dio ha pensato, sei il mammone che vuole la pasta cotta al punto giusto, che pensa solo ai cavoli suoi, sei figlio di tua madre, non lo sposo che Dio ha pensato, non sei il figlio che Dio ha pensato, il figlio che Dio pensa è quello che rende allegro il cuore del padre e della madre, ma che allegro il cuore del padre e della madre, te ne freghi!

I nostri ragazzi sono preoccupati di rallegrare il cuore del padre e della madre?

I nostri ragazzi sono presi dalla pornografia, dalle cretinate che vedono sul telefonino che regalate quando ricevono la Prima Comunione. Quando hanno 12 anni ,vedono delle schifezze che se le vedete voi, cascate in terra. Vedono delle cretinate..ma  per ore!

Io ho avuto un ragazzo di 9 anni, si fa la Prima Confessione a 9 anni e mi dice: ”Don Gino, di’ a mio papà che mi tolga la televisione dalla camera”…a 9 anni!

Io  mica l’ho sollecitato, io neanche tocco quell’argomento con un bambino di 9 anni, che mi metto, a parlare di sesso ad un bambino di 9 anni? Di’ a mio papà-lui sa che sono amico- che mi tolga la televisione dalla camera perché vedo cose che non mi fanno dormire, ma a suo papà non lo posso dire perché è un cretino…sapete chi è lo stolto nella Bibbia?

Lo stolto, il nabal, è quello a cui non puoi dire le cose, perché se gli dici la verità si sente aggredito. Se sei saggio, se sei sapiente, ti dico la verità, ti fa male, ma mi ringrazi. Ti fa male eh? Resti lì, soffri, ma poi capisci che però ti fa bene. Ma se sei stolto, se sei nabal, colui al quale nulla si può dire, se ti dico la verità, ti senti aggredito, e te la prendi. E a quel papà non posso andare a dire: guarda che tuo figlio mi ha detto di….perchè è uno stupido.

Allora, fratelli cari , lo sciopero cosa vuole dire? Tutti siamo in sciopero!

Io ho avuti venti viceparroci nei miei trent’anni che sono stato parroco.

Ce n’era uno che, mamma mia, buono come il pane veh? Mi precederà in Paradiso! Ma gli piaceva “Il cigno verde, il cigno azzurro”, cose che io detesto e che trovo di una stupidità, di una banalità.

Li avete visti questi: il cigno azzurro, il cigno bianco? Quei filmati che sono “prigioniera d’amore”, “tempesta d’amore”, cinquecento quindici puntate.

Lui prete, amava queste cose ed io ero pronto a prendere la televisione e cambiare canale.

Io glieli cambiavo sempre, poi ho detto che razza di egosista che sono, ma lascialo fare, ma lasciagli una serata come gli piace, ma lascialo. Quando ho cominciato questa quaresima, ho impostato la quaresima sul tempo di medicina, Santa Madre Chiesa viene a curarci dal mal fare e dal non fare.

Noi pecchiamo si per mal fare, facciamo male ma pecchiamo anche per non fare.

Vedo il bene ma va a quel paese. Ma vai nell’Aniene, ma chi me lo fa fare tanto non cambia niente, lo sciopero interno. E’ il vizio quando caschiamo nella omissione.

La missione che Dio mi ha dato di fare il parroco, il prete come Lui vuole, il fratello che Lui vuole, la moglie che Lui vuole, il padre che Lui vuole, il figlio che Lui vuole ma non lo faccio o faccio il 10% ed il resto non lo faccio perché tanto non vale la pena, perché sono stanco perché il “Poneros” mi ha spento i motori e mi ha messo in sciopero.

La pigrizia è il vizio di chi sta in sciopero spirituale, ho reso l’idea? Si o no

Per questo se si diventa pigri … che fare? Ecco due esempi.

Un esempio di pigrizia: La suocera di Pietro, il Signore va nella casa di Pietro che è l’inizio della Chiesa, interessante vedere la casa di Pietro come l’inizio della Chiesa. Chi trova?, la suocera che di solito…..entrano 12 uomini…non c’era il forno a micronde…vengono 12 uomini in casa c’era da farsi su le maniche e la suocera è a letto con le febbri e non poteva servirli perché ha le febbri.

Quante volte non serviamo, non perché sono cattivo, perché non ce la faccio. Ho febbre. Il Signore però la tocca, Il Signore ti tocca. Il Signore ha dato ai sacerdoti le mani consacrate.

Ieri abbiamo fatto la prima Messa in parrocchia di un giovane prete e li abbiamo tutti baciato le mani. Perché baciamo le mani? Perché sono le mani di Cristo nel tempo, le mani Di Cristo che continuano a toccarti, Ti tocca la predicazione il cuore, Ti tocca la mente, Ti tocca con il perdono, Ti tocca con i sacramenti. E’ Cristo che ti tocca e Ti da una vita risuscitata, la risuscita e si mise a servire.

Come si vince dalla pigrizia?

Con un proposito? Adesso voglio essere la moglie che Dio vuole? No, no, deve venire Cristo. Fatti toccare da Cristo e come Ti tocca Cristo con la predicazione della Parola, con i sacramenti, soprattutto Parola e Sacramenti. Non solo parola, non solo catechesi, ma catechesi e comunità, catechesi e sacramenti. Come i discepoli di Emmaus

Non grandi discorsi, non grandi convegni, grandi chiacchiere, non la fiera delle chiacchiere, la fiera delle ecclesialese, la fiera delle parole fatte che non portano da nessuna parte, che annoiano da morire, certi convegni bisogna stare con la bomba ossigeno, fammi respirare, ti fanno venire il latte alle ginocchia.

Come Cristo ci tira fuori dalla non fede, dallo sciopero, ti riaccende il motore: ”Quando ci faceva la catechesi il nostro cuore ardeva”, quando senti una predicazione viva, come stasera non perché sono un oratore, ma perché il Signore mi ha regalato, è opera Sua, perché Vi ama, Vi ha regalato …

Non sei preoccupato per stasera?

No, io non l’ho cercato, la dottoressa non la conoscevo, non sapevo che faccia tu avessi, non vado a cercare soldi, non vado a cercare onori, perché sono scaduto, sono in periferia, la mia carriera è stata da parroco a viceparroco ed è il titolo scritto, carriere non ne faccio,

Perché vado là?

Perché sono sicuro che il Signore ama quella gente e per amore a loro mi darà una parola.

Allora questa sera siete stati attenti. Perché?

Perché siete fatti per il Vangelo, perché quando vi arriva il Vangelo il cuore si sveglia, il cuore si sveglia! Non guardi nella borsa, non guardi la tua vicina come è vestita, non ti distrai. Magari non approvi tutto, magari ti secca anche, ti disturba stare attento.

Perché qui vengo con due pani e cinque pesci, avete capito, e ce ne è per tutti!

Ce ne è per tutti e chi moltiplica?

Io? Tu ? No, il Signore! Il Signore moltiplica!

Come uscire dalla pigrizia, come la suocera di Pietro?

Come lasciarsi toccare dalla mano di Cristo, dalla predicazione, dalla Parola?

Andate e prendete tutta la predicazione buona che c’è nella chiesa, la predicazione vera: non i “temini” da terza media!

Non gli appelli, non le frasi fatte, non dove dicono le cose già con quel tono di voce da prete, toni di voce che non dicono niente, non dicono niente, volano sopra le teste delle persone. Cercate una predicazione viva, che c’è nella Chiesa.

Il Signore ama la sua Chiesa, La ama, La rende santa, La ingioiella come una sposa.

E i gioielli della Sposa, che è la Chiesa, sono il Vangelo che da, sono i Sacramenti che da’, sono i presbiteri che mette in essa per fare questo.

Questo è il modo per uscire dallo sciopero e quando esci da questo sciopero interno esci dalla tristezza, esci dalla fatica perché ritrovi il giardino.

Quando Eva pecca, quando peccano Adamo ed Eva, tutto il giardino diventa spinoso, tutto è fatica: adesso litigano, adesso è dolore, è fatica, è sudore e sono nudi!

Nudi non perché non hanno i vestiti, sono nudi perché adesso tutto li ferisce.

Quando sei nudo, perché sei lì con il demonio, tutto ti ferisce.

Tutte le stupidaggini: una telefonata, il tono della voce, “mi ha parlato così, doveva dirmi cosà”, le cretinate che ci fai un dramma, mezza giornata sotto il treno la butti dalla finestra per una stupidaggine.

È vero si o no?

Allora fratelli cari, come, a partire da me, perché io predico per prima alla mia anima, come dobbiamo uscire dal vizio della pigrizia, della tristezza, del vittimismo?

Buttandoci ad ascoltare la Parola, perché dalla predicazione, dall’ascolto nasce la Fede e poi dai sacramenti.