TANTO COSI’

Sono arrivata al Seminario di Vita Nuova fidandomi dell’invito del mio padre spirituale ma con tante domande: “Perché seminario? Cos’è questa vita nuova? Perché non c’è sul sito del SOG?!”; ma tra tutte, nel cuore avevo una timida domanda di guarigione per la mia vita e mi aspettavo tanta grazia.
A chi oggi mi chiede cosa sono stati quei quattro giorni rispondo che non è stato un corso dove ho ascoltato e imparato nella teoria cose sullo Spirito Santo, ma un tempo in cui mi sono sentita consigliare, toccare, stupire, bruciare dallo Spirito: un kairòs dove ho fatto esperienza di Chi è per me.
“Ci credi o non ci credi. Gesù ti ama uguale. Solo che non te lo godi.” Ho iniziato così, con questo desiderio: “Padre, sciogli le mie resistenze, fa che senta di essere figlia tua, guarisci il mio cuore, che io possa credere al tuo amore gratuito.”
Ho ascoltato e conosciuto le vite di testimoni che mi hanno parlato del Signore e del suo amore, dei segni e di tutti i benefici che riconoscono nella quotidianità: ho visto volti sorridenti, disponibili, solcati dalla sofferenza, ma con tanta pace e gratitudine negli occhi, quella dei figli che sanno di essere amati, sempre, e che godono pienamente nel Padre. Ho incontrato le condivisioni e gli abbracci di giovani come me, di fratelli che si sono aperti e lasciati guardare dentro, anche in zone di ombra, puzza e vergogna: mi sento custode di ciò che hanno voluto consegnarmi. Saperci insieme in cordata, con questi nostri cuori malati che cercano il Suo volto, l’ho sentita come una carezza del Signore.
Ho imparato la preghiera dei piccoli, degli umili, dei figli che cantano, ringraziano, benedicono il Padre con le parole che conoscono, nella spontaneità di un dialogo, nella lode continua, con le braccia alzate che chiedono, proprio come fa un bimbo con i suoi genitori. Lo Spirito viene se lo invoco, se lo desidero e lo attendo, e lo posso scomodare per ogni cosa, ho scoperto che non servono grandi schemi o impostazioni di preghiera.
Sono testimone della potenza del Signore che attraverso il suo Spirito d’amore opera grandemente e compie cose prodigiose. Non posso tacere la gioia e la meraviglia di cui sono stata colmata. Ho vissuto quello che i discepoli vivevano accanto a Gesù mentre operava miracoli: qualcosa di indicibile, che supera la mia intelligenza, davanti al quale non ho potuto dire altro se non “Mi arrendo”.

Non mi sono sentita fuori posto, anzi, è stato come un ritrovare la mia postura di figlia davanti al Signore, davanti a questo Dio che dà tutto sé stesso per me, che dona Suo Figlio per la mia salvezza, per amore mio. Con quelle braccia spalancate, Gesù mi ricorda ogni benedetto giorno che io valgo il Suo sangue, non meno di questo. Sono commossa e incredula da tutto questo amore gratuito e incondizionato per me (e che è per ognuno), ma forse per la prima volta ci sono stata, inondata e immersa nel Suo sguardo, balbettando: “Com’è bello essere tua figlia, Padre.”

Chiara

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