VA’ E RIPARA LA MIA CASA

Sono partita per questa Marcia con la paura di non poter resistere fisicamente e di ritornare a casa più stanca di come sono partita, ma qui sul treno di ritorno devo smentirmi.

Nella condivisione in gruppi prevista nella giornata di ritiro della marcia, che si è svolta presso l’Isola Maggiore, siamo stati chiamati a esprimere le motivazioni che ci hanno spinto a partecipare, in quel momento ho condiviso la mia motivazione era il ringraziamento, il desiderio di ringraziare il Signore per tutti i suoi doni e per chiedere la grazia di imparare a perdonare. Con il passare dei giorni ho avuto la certezza che il Signore non aveva finito le sue opere nella mia vita, contrariamente a ciò che pensavo prima della mia partenza. Questa presa di coscienza mi ha spinto a ringraziare più volte il Signore che nei giorni successivi ha continuato a elargire con generosità i suoi doni. Dio, infinitamente buono non smette mai di dare ai suoi figli che gli chiedono di operare nelle loro vite.

In particolare una catechesi collocata in un momento di preghiera incentrato sulla benedizione del proprio corpo è stata fondamentale per “chiudere il cerchio”. Durante questa preghiera un frate ci ha invitato a toccare la parte del corpo che non avevamo ancora accettato, in quel momento ho avuto la consapevolezza che le mie imperfezioni non sono difetti di fabbrica, ma il Signore mi ha creata e pensata così dall’eternità. Egli non rinnega nulla di me, mi ha creata come una meraviglia stupenda ai suoi occhi, fatta a sua immagine somiglianza. Quella ferita che portavo con me fin dal mio arrivo ad Assisi per frequentare i corsi del SOG è stata guarita grazie alle parole d’amore e di benedizione che ho sentito pronunciare su di me durante il momento di preghiera che mi ha aiutata a porre la parola fine a tutti i pensieri screditanti. Il Signore quel giorno ha posto su di me la sua misericordia.

Con il passare dei giorni abbiamo continuato a marciare, ho sperimentato la misericordia di Dio che mi ha fatta sentire in maniera nitida e distinta figlia amata nonostante tutti i miei sbagli, una vera e propria coccola da parte del Padre. Il cammino è stato lungo accompagnato dal momento di silenzio mattutino che si è rivelato un aiuto fondamentale per la mia giornata, un vero risveglio nonché un momento in cui ho potuto pregare per tutte le persone che ho portato nel cuore. I volti incontrati nel cammino e le storie ascoltate mi hanno aiutato a ripercorrere il cammino di questi ultimi anni. Abbiamo ripreso a marciare il 1 agosto dopo il giorno dedicato alle confessioni, la Porziuncola si avvicinava sempre di più.

Il 2 agosto è arrivato il giorno del Perdono di Assisi e per un momento durante la marcia ho pensato di non riuscire ad arrivare con le mie gambe alla Porziuncola a causa del dolore alla caviglia, invece mi sbagliavo. Mentre ci avvicinavamo alla Basilica mi sono lasciata prendere dalla nostalgia, ma il Signore ha preso questo mio limite per aprire il mio cuore, farsi largo e parlarmi. Alla vista della cupola della Basilica mi è tornato alla mente il ricordo della prima volta che sono arrivata in Porziuncola e continuavo a ripetermi che quella sarebbe stata l’ultima volta che ci sarei arrivata con il SOG, essendo ormai giunta al termine del mio cammino di discernimento vocazionale. Pensavo ininterrottamente: «Ora arrivo alla Porziuncola e poi riparto». Fino a quando il Signore mi ha messo nel cuore le parole: «Va’ e ripara la mia casa». Da quel momento ho capito che non solo Dio mi chiamava a non essere più la stessa Benedetta, ma che io stessa non volevo esserlo, non voglio più esserlo.

Torno a casa più grata di quando sono partita, con gli occhi e il cuore colmi della Provvidenza che il Signore mi ha dato di sperimentare in questo pellegrinaggio che non è solo un’esperienza, ma è un pezzo di vita da cui ripartire.

Benedetta

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