Chi cede alle passioni non è padrone della propria vita

Il tema trattato all’Angelus in Piazza San Pietro di oggi è tratto dal Vangelo di Matteo (5,17-37) e riprende ancora gli insegnamenti di Gesù alle folle durante il discorso della montagna.

Gesù parla della Legge
data a Mosè e anche se sembra stia cambiando i comandamenti,
in realtà come leggiamo nella Bibbia, Egli specifica non
sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento”
perché,
come ricorda Francesco, “accogliendo la Legge
di Dio
nel cuore si capisce che i desideri vanno guidati,
perché non tutto ciò che si desidera si può avere, e non è bene
cedere ai sentimenti egoistici e possessivi”.

Seguire i comandamenti ci
aiuta quindi ad essere buoni cristiani perché ci insegna a vivere
nell’amore e in maniera giusta secondo la volontà del Creatore,
ma senza sentirsi costretti in quanto, specifica Bergoglio,
bisogna “ vivere la Legge come uno strumento di libertà, che mi
aiuta ad essere più libero, che mi aiuta a non essere schiavo delle
passioni e del peccato”
perché “quando si cede alle
tentazioni e alle passioni, non si è signori e protagonisti della
propria vita, ma si diventa incapaci di gestirla con volontà e
responsabilità”
e porta ad esempio le guerre e le calamità
che affliggono l’uomo e invita a “ passare da un’osservanza
formale della Legge a un’osservanza sostanziale, accogliendola nel
cuore che è il centro delle intenzioni, delle decisioni, delle
parole e dei gesti di ciascuno di noi”.

Il Pontefice ricorda che il Figlio di Dio è “venuto al mondo non solo per dare compimento alla Legge ma anche per donarci la sua Grazia così che possiamo fare la volontà di Dio amando Lui e i fratelli” e che è l’amore a guidarci, sempre, “ dal cuore partono le azioni buone e quelle cattive” ed è “ questa la strada da seguire per vivere da cristiani”.

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