Apriamo i nostri cuori ai bisogni degli altri

Nelle sue parole prima della preghiera dell’Angelus, davanti alla folla riunita in Piazza San Pietro in Vaticano, Papa Francesco ha ricordato che oggi inizia il tempo dell’Avvento e ci ha incoraggiato ad aprire il nostro cuore “ai bisogni dei nostri fratelli e al desiderio di un mondo nuovo”…

Il Santo Padre ha sottolineato che “oggi inizia l’Avvento, il tempo liturgico che ci prepara al Natale, invitandoci ad alzare gli occhi e aprire il cuore per ricevere Gesù, ciò che ci si aspetta dalle persone”.

“Durante l’ Avvento non viviamo esclusivamente l’attesa del Natale”, ha detto, ma “siamo anche invitati a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo, preparandoci all’incontro finale con Lui con decisioni coerenti e coraggiose. Ha sottolineato Francesco: come:”In queste quattro settimane siamo chiamati a uscire da uno stile di vita rassegnato e di routine, alimentando speranze e sogni per un nuovo futuro, vivere questa volta da oggi a Natale, essere svegli e pregare”.

Il Santo padre ci dice:”Il sogno interiore nato da sempre ruotano intorno a noi e siamo rimasti bloccati nella nostra vita ha chiuso con i loro problemi, le loro gioie e dolori.”

E aggiunge:” “L’Avvento ci invita ad un impegno di vigilanza, guardandoci, allargando la nostra mente e il nostro cuore per aprirci ai bisogni dei nostri fratelli e al desiderio di un mondo nuovo. È il desiderio di così tante persone tormentate dalla fame, dall’ingiustizia e dalla guerra. È il desiderio dei poveri, dei deboli, degli abbandonati, questo momento è opportuno per aprire i nostri cuori, per porci domande concrete su come e da chi passiamo le nostre vite”.

Questo è il tempo dell’Avvento, dice il Santp Padre che ha aggiunto, “è ora di alzarsi e pregare, di rivolgere i nostri pensieri e il nostro cuore a Gesù che verrà.” Papa Francesco ha detto:”Ti alzi quando ti aspetti qualcosa o qualcuno, aspettiamo Gesù e vogliamo aspettarlo in preghiera, che è strettamente correlato alla vigilanza”.

“Ma qual è l’orizzonte della nostra attesa nella preghiera? Questo è indicato nella Bibbia soprattutto dalle voci dei profeti. Oggi è quello di Geremia, che parla alle persone che hanno subito duri processi in esilio e che corrono il rischio di perdere la propria identità. Anche noi cristiani, che siamo anche popolo di Dio, rischiamo di mescolare e perdere la nostra identità, infatti, per ‘paganizzare’ lo stile cristiano”.

Infine Francesco nel messaggio conclusivo ha espresso il suo desiderio “che la Vergine Maria, donna di speranza e di preghiera, ci aiuti a rafforzare la nostra speranza nelle promesse di suo Figlio Gesù, a sperimentare che, attraverso le prove della storia, Dio rimane fedele e usa gli errori umani per mostrare la sua misericordia “.

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