Coltiviamo l’intimità con il Signore attraverso la preghiera quotidiana

In Piazza San Pietro all’Angelus si riflette sul momento del Battesimo di Gesù, in umiltà e in preghiera nonostante fosse il Figlio di Dio. Nella folla assieme agli altri, come una qualunque persona.

È strano che il Figlio stesso del Signore passi tanto tempo in preghiera, lui che dovrebbe invece riceverle, le preghiere. E che si mischi nella folla, la quale “andava a farsi battezzare con l’anima e i piedi nudi, umilmente. ” Che messaggio meraviglioso, “Gesù condivide la sorte di noi peccatori, scende verso di noi: discende nel fiume come nella storia ferita dell’umanità, si immerge nelle nostre acque per risanarle, si immerge con noi, in mezzo a noi. Non sale al di sopra di noi, ma scende verso di noi, con l’anima nuda, con i piedi nudi, come il popolo. ” 

Questo è un insegnamento per noi, Egli scende verso di noi ma nello stesso momento sale verso il Padre attraverso la preghiera e la meditazione. Tutti siamo presi da pensieri e difficoltà che sembrano schiacciarci, tirarci verso il basso, ma la preghiera serve proprio a questo, essa “non è una via di fuga, la preghiera non è un rito magico o una ripetizione di cantilene imparate a memoria. No. Pregare è il modo per lasciare agire Dio in noi, per cogliere quello che Lui vuole comunicarci anche nelle situazioni più difficili, pregare per avere la forza di andare avanti.” 

La preghiera ci aiuta in ogni momento, soprattutto quando pensiamo di non farcela più, “è la chiave che apre il cuore al Signore. È dialogare con Dio, è ascoltare la sua Parola, è adorare: stare in silenzio affidandogli ciò che viviamo. ”  Coltiviamo questo momento di intimità con il Signore, tutti i giorni, non ripetendo parole come una litania ma aprendo il nostro cuore per accogliere il Padre, entrando in confidenza con Lui.

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