Impariamo a condividere come facevano le prime comunità cristiane

Per
la consueta Udienza Generale il Pontefice continua la
catechesi a tema Guarire il mondo, incentrando il discorso di
oggi sulle disuguaglianze sociali che affliggono la società
odierna.

Nel
mondo di oggi, pochi ricchissimi possiedono più di tutto il resto
dell’umanità”

esordisce Papa Francesco, “questa
è la malattia: il frutto di una crescita economica iniqua – che
prescinde dai valori umani fondamentali.”

Questa
disparità è stata resa evidente dalla pandemia che ci ha colpiti
nei mesi scorsi, infatti fa notare “alcuni
possono lavorare da casa, mentre per molti altri questo è
impossibile. Certi bambini, nonostante le difficoltà, possono
continuare a ricevere un’educazione scolastica, mentre per
tantissimi altri questa si è interrotta bruscamente”.

Ma non solo.

La
disuguaglianza sociale e il
degrado
ambientale

vanno di pari passo e hanno la stessa radice: quella del peccato di
voler possedere, di voler dominare i fratelli e le sorelle, di voler
possedere e dominare la natura e lo stesso Dio. Ma questo non è il
disegno della creazione”

ci ammonisce il Papa,
la terra -ci precede e ci è stata data- , è stata data da Dio -a
tutto il genere umano-. E quindi è nostro dovere far sì che i suoi
frutti arrivino a tutti, non solo ad alcuni.”

Siamo
troppo presi dalla brama di possedere, e non teniamo conto che “siamo
amministratori dei
beni,
non
padroni.”
Quello che ci è stato dato dobbiamo condividerlo come fece Cristo:
“questo
lo capirono le prime comunità cristiane, che come noi vissero tempi
difficili. Consapevoli di formare un solo cuore e una sola anima,
mettevano tutti i loro beni
in
comune,
testimoniando
la grazia abbondante di Cristo su di loro”.

L’auspicio
di Bergoglio è che possiamo uscire dalla crisi migliorati, perché
“quanti
bambini muoiono di fame per una non buona distribuzione delle
ricchezze[…] e non hanno diritto alla scuola”?

Riflettiamo su questo.

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