Seguiamo il Signore con la gioia nel cuore e lasciamoci guidare

All’Angelus si torna a parlare delle Beatitudini, caratteristiche proprie del cristiano, che tutti dovremmo conoscere e di cui Gesù stesso ha parlato ai suoi discepoli.

Possono certo sembrare strane affermazioni ma “definiscono l’identità del discepolo di Gesù. ”  La prima come sappiamo è la più famosa, “beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio.”  Che vuol dire? “il discepolo di Gesù non trova la sua gioia nel denaro, nel potere o in altri beni materiali, ma nei doni che riceve ogni giorno da Dio: la vita, il creato, i fratelli e le sorelle, e così via. Sono doni della vita. Anche i beni che possiede, è contento di condividerli, perché vive nella logica di Dio.” L’umiltà di capire di non possedere nulla, e la generosità di condividere quello che si ha.

Esattamente come Simon Pietro che, dopo aver seguito il consiglio di Gesù, riempie le reti di pesci e poi abbandona tutto per seguire il Maestro, così dovremmo fare noi. Seguirlo senza rimanere attaccati alle nostre idee e accettando “il paradosso delle Beatitudini-che- dichiarano che è beato, cioè felice, chi è povero, chi manca di tante cose e lo riconosce. ” 

Questo è in contrasto con ciò che pensiamo, ovvero che chi più ha è felice. “Davanti al paradosso delle Beatitudini il discepolo si lascia mettere in crisi, consapevole che non è Dio a dover entrare nelle nostre logiche, ma noi nelle sue.”  Può essere difficile, ma il discepolo è gioioso. “Il Signore, liberandoci dalla schiavitù dell’egocentrismo, scardina le nostre chiusure, scioglie la nostra durezza, e ci dischiude la felicità vera, che spesso si trova dove noi non pensiamo.” 

Lasciamoci guidare da Lui e chiediamoci se lo seguiamo con gioia anche se non sempre comprendiamo la sua logica. Questo fa di noi veri discepoli del Cristo: avere la gioia nel cuore.

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