La preghiera ci aiuta nelle difficoltà ma sia accompagnata dall’amore

San Giuseppe uomo che sogna, questo l’aspetto preso in considerazione all’Udienza della figura del padre terreno di Gesù. Il sogno come simbolo della nostra vita spirituale, come “spazio interiore” nel quale a volte Dio si manifesta e ci parla.

  “Ma dobbiamo anche dire che dentro ognuno di noi non c’è solo la voce di Dio: ci sono tante altre voci. Ad esempio, le voci delle nostre paure, le voci delle esperienze passate, le voci delle speranze; e c’è pure la voce del maligno che vuole ingannarci e confonderci. È importante quindi riuscire a riconoscere la voce di Dio in mezzo alle altre voci” ci mette in guardia il Pontefice, come fece Giuseppe nei sogni riportati dal Vangelo di Matteo.

Nel primo sogno l’angelo gli tolse un peso dal cuore rassicurandolo sulla gravidanza di Maria quale opera dello Spirito Santo. Ciò dimostra che quando siamo in difficoltà e preghiamo Dio Egli ci mostra la cosa giusta da fare, “molto spesso è la preghiera che fa nascere in noi l’intuizione della via d’uscita, come risolvere quella situazione.

Il secondo sogno lo esorta a portare il piccolo Gesù in salvo, lontano da Erode, e Giuseppe obbedisce senza esitazione al suo risveglio. Quando siamo in pericolo “pregare vuol dire ascoltare la voce che può far nascere in noi lo stesso coraggio di Giuseppe, per affrontare le difficoltà senza soccombere.” Ed è sempre in sogno che viene rassicurato sul pericolo scampato, ma ancora impaurito si reca a Nazareth. “Dio non ci promette che non avremo mai paura, ma che, con il suo aiuto, essa non sarà il criterio delle nostre decisioni. […] La potenza della preghiera fa entrare la luce nelle situazioni di buio.

Preghiamo dunque per chiedere aiuto, ma ricordiamo che “la preghiera è sempre indissolubilmente legata alla carità. Solo quando uniamo alla preghiera l’amore […] riusciamo a comprendere i messaggi del Signore.

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