Per trovare la gioia del Regno abbandoniamo i beni effimeri

Durante
l’Angelus in Piazza San Pietro il Papa continua
l’esposizione dei brani del Vangelo che parlano del Regno dei Cieli,
in Matteo 13, 44-52, soffermandosi sulle prime due
parabole.

Nella
prima si paragona il Regno dei Cieli ad un tesoro nascosto che
viene trovato in un campo da un uomo il quale lo sotterra e corre via
tutto contento a vendere tutti i suoi averi per comprare quel
terreno.

La
seconda narra invece di un mercante che cerca perle preziose e
trovatane una di grande valore, vende anch’egli tutti i suoi averi
per acquistarla.

In
questo modo Gesù, spiega il Pontefice, fa capire che aderiscono
pienamente al Regno coloro che
sono
disposti a giocarsi tutto
,
che sono coraggiosi. Infatti, sia l’uomo sia il mercante delle due
parabole vendono tutto quello che hanno, abbandonando così le loro
sicurezze materiali.”

I
due uomini infatti, continua Francesco, compiono gesti “radicali”,
danno via i loro tesori per averne uno più grande, più prezioso.
Similmente noi dovremmo “abbandonare
il fardello pesante delle nostre sicurezze mondane che ci impediscono
la ricerca e la costruzione del Regno: la bramosia di possedere, la
sete di guadagno e di potere, il pensare solo a noi stessi.”

Siamo troppo legati ai beni materiali, e questo ci impedisce di
guardare
all’essenziale
:
“Il
Regno dei cieli è il contrario delle cose superflue che offre il
mondo, è il contrario di una vita banale: esso è un tesoro che
rinnova la vita tutti i giorni e la dilata verso orizzonti più
vasti.”

Le
cose del mondo sono “attraenti” quanto “effimere”,
sono bagliori
luccicanti ma illusori perché lasciano poi al buio. Invece
la
luce del Regno

non è un fuoco di
artificio, è luce
”.

E
il tesoro più grande che possiamo trovare è proprio Gesù il quale
“non
può che suscitare la gioia, tutta la gioia del mondo: la gioia di
scoprire
un
senso per la propria vita
”.

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